A tu per tu con il candidato. Fedriga: “Ho scelto il Friuli Venezia Giulia. Possiamo ridare un futuro alla regione”
“La candidatura a presidente della Regione è una scelta, voluta dal territorio e condivisa da tutta la coalizione che mi sostiene, che si contrappone a quella di chi, dopo cinque anni di governo, ha deciso di non sottoporsi al giudizio degli elettori e di scappare a Roma. Io, la politica, la intendo diversamente. Io, quando la mia gente chiama, rispondo sempre presente. Io scelgo il Friuli Venezia Giulia”. Un impegno per la propria regione quello di Massimiliano Fedriga, candidato alla Presidenza del centrodestra.
Ha rinunciato a Roma per il Friuli Venezia Giulia. Qual è il suo primo obiettivo?
“Contrariamente a quanto fatto dal centrosinistra negli ultimi cinque anni le nostre scelte rispecchieranno ciò che vuole la gente. Scelte condivise e non imposte. Se sbaglieremo, e come tutti gli esseri umani certamente arriverà il momento in cui sbaglieremo, cercheremo di avere l’umiltà di riconoscere l’errore e di porvi rimedio quanto prima. La discontinuità che voglio apportare al sistema di governo del Friuli Venezia Giulia è di metodo, avviando un dialogo virtuoso e costruttivo con le imprese, gli enti locali e la gente. Solo così potremo raggiungere obiettivi condivisi, funzionali allo sviluppo del territorio e al benessere della gente che lo abita”.
Il voto del 29 è dunque un punto di svolta?
“Assolutamente sì. Vogliamo un’amministrazione regionale che tuteli l’autonomia e i diritti del territorio, trattenendovi più risorse ed erogando più servizi, o una maggioranza pronta a svendere il futuro della nostra gente a Roma o sull’altare di specifici interessi di partito? Una scelta che noi tutti saremo chiamati a fare per noi, ma soprattutto per i nostri figli”.
Economia e sicurezza sono due temi cardine per i friulani. Quali sono le risposte concrete da dare a cittadini e imprese?
“Questi sono due punti qualificanti del nostro progetto. Da un lato l’aliquota unica al 15% contribuirebbe infatti in maniera decisiva al rilancio dell’occupazione e dei consumi, mentre dall’altro un’adeguata politica di respingimento dei migranti permetterebbe allo Stato di risparmiare ogni anno miliardi di euro e ai cittadini di sentirsi più sicuri in casa propria. Per l’accoglienza vengono spesi cinque miliardi di euro l’anno, soldi che vengono prelevati dalle tasche dei cittadini, per via di una scellerata politica migratoria voluta dal Partito Democratico. Chi non ha diritto di asilo va respinto, anche attraverso il potenziamento dei controlli ai confini, e l’espulsione immediata di chi si trova sul suolo nazionale privo di permesso. Solo così potremo risparmiare risorse e garantire maggior sicurezza ai nostri concittadini. Questi sono due elementi sufficienti a ristabilire ordine e restituire fiducia alle persone”.
Altra battaglia sarà quella per l’autonomia.
“L’autonomia va difesa e promossa, non solo in Friuli Venezia Giulia ma anche nelle altre regioni. Le autonomie devono essere dei motori all’interno di un Paese efficiente. Bisogna incrementare le competenze dei territori, responsabilizzandoli attraverso l’affidamento della gestione diretta delle loro risorse, sul modello di quanto già accade nelle Province Autonome di Trento e Bolzano. Va inoltre presa in considerazione la tutela delle zone di confine, spesso costrette a pagare dazio alla maggior competitività dei vicini introducendo una fiscalità di vantaggio a sostengo delle imprese”.
Un capitolo assai delicato è quello della sanità.
“Va incrementata la trasparenza e ottimizzate le risorse. Si devono migliorare i servizi, penso ad esempio alla riduzione dei tempi d’attesa in pronto soccorso, attraverso specifiche strutture a bassa intensità di cura, contrastare la carenza di personale con incentivi mirati, capillarizzare gli interventi a mezzo di farmacie rurali e farmacie dei servizi e potenziare i servizi socio-sanitari integrati. Chiaramente, Regioni quali il Friuli Venezia Giulia, che hanno potestà esclusiva in ambito sanitario, rimangono escluse dalle dinamiche di interesse nazionale”.