A tu per tu con il candidato, Fraleoni Morgera: “Gli altri pensano a come dividersi le poltrone, noi al bene dei cittadini”
Il Movimento 5 Stelle, forte di uno risultato straordinario alle scorse politiche che lo ha portato ad essere la seconda forza in regione, punta a fare la voce grossa anche alle elezioni del 29 aprile. I grillini stanno raccogliendo sempre più consensi, anche qui nella nostra regione dove hanno largamente superato il centrosinistra, attestandosi per numeri a vera alternativa al centrodestra. I pentastellati per questo motivo non hanno infatti alcuna intenzione di recitare il ruolo dei comprimari, questa volta vogliono essere protagonisti assoluti in una corsa elettorale che li vede spinti da un vento assai favorevole. Tocca ad Alessandro Fraleoni Morgera, 48 anni, bolognese d’origine, triestino d’azione, ricercatore all’Elettra Sincrotrone, sfidare Fedriga, Bolzonello e Ceccotti.
“Gli altri pensano a come dividersi le poltrone, noi invece pensiamo al bene dei cittadini. E’ questa la grande differenza tra il nostro progetto ed una politica dei partiti che si è dimostrata essere fallimentare. Credere nel nostro progetto significa credere ad un cambiamento non solo politico ma anche culturale. Con noi la politica è e sarà sempre onesta e chiara, e lo dimostra il fatto che abbiamo restituito più di 23 milioni di euro agli italiani. Siamo diversi da tutti gli altri e i cittadini lo stanno capendo. Ci aspettiamo quindi un risultato molto positivo. Non corriamo per partecipare ma per vincere e per dare a questa regione un governo che possa riportarla ai parametri di benessere che i cittadini si meritano”.
E’ vero che l’elettorato deluso del Partito Democratico è confluito nel vostro movimento?
“I dati sono evidenti. Una buona parte dell’ex elettorato del Pd in questo momento ha scelto il M5S. Anche una parte non trascurabile dell’elettorato di centrodestra ci ha dato fiducia. Il motivo principale di questo cambiamento è che i vecchi partiti, di centrosinistra e di centrodestra, continuano sempre con le solite promesse che poi non mantengono. Noi ci differenziamo perché dovunque abbiamo potuto realizzare i nostri progetti lo abbiamo sempre fatto. Siamo un esempio per tutti, basti pensare che i nostri consiglieri regionali, in cinque anni di consiglio, hanno restituito più di un milione di euro. Questo ci dà una credibilità agli occhi dei cittadini. Stiamo inserendo una cultura nuova all’interno dello scenario politico di questo paese, una cultura che si basa sul fare veramente quello che in campagna elettorale viene promesso”.
Uno dei vostri cavalli di battaglia, anche a livello regionale, è il reddito di cittadinanza. Crede che possa essere davvero applicabile?
“In regione ad oggi c’è una misura di inclusione, nata dalla nostra proposta nei primissimi giorni del consiglio regionale fatta poi propria dalla Serracchiani, che è largamente insufficiente. Se i cittadini ci daranno il mandato di governare la regione il reddito di cittadinanza è al primo posto del nostro programma. L’azione dipenderà molto anche da quello che succederà a Roma, dove sono in ballo le trattative per la formazione del nuovo Governo. Se il nuovo Governo formato metterà mano a livello nazionale a questa riforma noi in regione dedicheremo i fondi ad altri progetti, all’istruzione e alle imprese. Se invece non dovesse essere implementato ce ne occuperemo noi in prima persona a livello regionale”.
La denatalità è un altro grave problema del Friuli. Quali possono essere le misure di sostegno per le famiglie?
“Le famiglie friulane hanno bisogno di un supporto vero e costante nel tempo, non di una misura a spot come quella pensata da Bolzonello. Quelle sono misure utili solo a prendere voti, di sicuro non vanno a rispondere alle difficoltà delle coppie della nostra regione. Una famiglia oggi deve far fronte a troppo spese e per questo spesso non ce la. La nostra idea è quella di un sostegno a tutte quelle che sono spese accessorie, come le rette degli asili nido per esempio. Abbattendole potremmo sicuramente dare una mano ed allo stesso tempo incentivare anche chi una famiglia la vuole creare ma che ad oggi ha paura di non farcela economicamente”.
Bisognerà intervenire anche sulla sanità.
“Si vive più a lungo ma si spendono sempre meno soldi. Bisogna ridare risorse alla sanità per far sì che gli standard qualitativi siano sempre alti. Non potremo non lavorare su un sistema sanitario Fvg che paga pesantemente i tagli degli ultimi anni. Emblematico quanto accaduto lo scorso inverno all’ospedale di Udine, intasato per un’epidemia di influenza a causa dell’eliminazione dei presidi sul territorio disposti da una riforma illogica e irrazionale. E poi c’è da incidere sulle liste d’attesa. Il primo passo sarà quello di far funzionare meglio Insiel, che non riesce nemmeno a far scambiare le cartelle cliniche tra Udine e Gorizia”.
A causa della mancanza di lavoro sono molti sono i giovani che lasciano la nostra regione per andare a cercare fortuna altrove. Cosa si può fare per contrastare questa emorragia.
“Il futuro delle attività produttive è quello di attività con alto contenuto di innovazione e tecnologia. E’ impensabile competere con paesi che hanno costi del lavoro inferiori dei nostri, che hanno leggi e regolamenti ambientali che non sono comparabili con i nostri. Per mantenere un tessuto economico è necessario introdurre nel tessuto economico la scienza e la tecnologia. Per questo motivo abbiamo già in programma il raddoppio dei fondi a disposizione per l’Università e per la ricerca. Abbiamo poi il progetto di dedicare una somma cospicua all’adeguamento degli edifici scolastici che sono in molti casi datati, se non fatiscenti e necessitano quindi al più presto di lavori urgenti, anche dal punto di vista della riqualificazione antisismica. L’istruzione è alla base della costituzione della nostra società. Per questo motivo il nostro obiettivo è quello di formare il più possibile i cittadini sia dal punto di vista dell’istruzione ma anche della coscienza civica e dell’informazione sul territorio. Questo è possibile solo attraverso un investimento importante nel settore dell’istruzione”.
Tante riforme che richiedono però anche tante risorse. Come farete a trovare i fondi per finanziare tutto?
“I soldi ci sono ma nella maggior parte dei casi vengono sprecati. Si possono trovare molte risorse solo tagliando gli sprechi e i doppioni. Solo tagliando quelle spese ingiustificate a bilancio possiamo recuperare oltre 200 milioni di euro. Credo poi sia indispensabile ridiscutere i Patti finanziari con lo Stato”.