A tu per tu con i candidati consiglieri, Colautti: “La buona politica è quella fatta di contenuti”
La buona politica è quella fatta di contenuti, quella che guarda non al clamore mediatico ma alla concreta realizzazione dei programmi e delle scelte che si mettono in campo. Una politica che si riappropria dei bisogni
“Nelle elezioni regionali non conta solo il traino politico del simbolo ma anche la storia, l’esperienza e le capacità del singolo candidato. In Regione c’è la possibilità di votare direttamente la persona, in questo modo il voto diventa più diretto e consapevole. Ritengo quindi importante la preferenza perché consente all’elettore di scegliere quel candidato che sente maggiormente vicino alle sue idee, alle sue esigenze e che meglio può rappresentare il territorio.
L’unità è vincente. Ci si è arrivati con qualche scossone dovuto al voto del 4 marzo.
“Alla fine la sintesi credo sia stata positiva. Questo tempo che si separa dal voto deve essere speso per costruire quei contenuti che faranno da collante quando poi dovremo amministrare questa regione”.
Parliamo di cose da fare. A distruggere si sprecano troppo energie che invece devono essere convogliate su altri punti. Da dove si parte?
“Non appartengo a quel partito che vuol cancellare a priori tutto ciò che è stato fatto da chi lo ha preceduto. . Prima di tutto sull’autonomia. Bisogna riprendere in maniera forte la difesa della nostra specialità. In questo senso va ridiscusso il rapporto con lo Stato, dopo che in questi anni ci siamo visti privare di importanti risorse. Il Friuli Venezia Giulia deve riscrivere un patto con Roma che garantisca quelle risorse necessarie per garantire servizi di alto livello, quello della sanità in primis”.
La riforma delle Uti è stata un elemento di grande conflittualità.
“Bisogna ricostruire un rapporto integrato tra la Regione e gli enti locali. Questo anche per avere più forza nei confronti di Roma. Attraverso un dialogo molto forte che parte dal basso possiamo creare un sistema migliore, che possa garantire maggiori servizi e che superi ogni contrasto”.
Il rilancio economico passa dal sostegno alle imprese. Solo se le aziende ripartono si possono creare nuovi posti di lavoro.
“Ci sono circa 200 milioni all’anno che vengono elargiti alle imprese attraverso i canali contributivi tradizionali. Questo vuol dire però costi altissimi per la burocrazia, incertezza e tempi di attesa lunghi. La mia proposta è quella di eliminare i bandi e di realizzare un sistema a sportello che invece che dare fondi a pioggia garantisca degli sgravi fiscali. L’imprenditore sconterebbe così sul reddito d’imposta, sull’F24, e non verrebbe così a crearsi tutto quel processo burocratico che è il motivo principale del rallentamento e dell’incertezza. Questo contributo tra l’altro sarebbe esente dalla fiscalità e quindi anche dal punto di vista della pressione fiscale rappresenterebbe un vantaggio. E’ una proposta realizzabile in tempi brevi e alla quale io ci tengo molto perché aumenterebbe anche la platea dei beneficiari”.
Uno dei grandi temi d’oggi è intercettare la paura.
“Non c’è più quella sicurezza che aveva sempre contraddistinto il Friuli. Dobbiamo agire sulla prevenzione, creando dei meccanismi di tutela dei cittadini. Vanno poi regolati i flussi migratori perché la nostra regione non può accogliere chi non ha diritto e chi arriva in maniera irregolare. Solidali sì ma nei confronti di chi ha veramente bisogno di aiuto”.
Quanto è importante salvaguardare l’autonomia della nostra regione?
“Gli ultimi cinque anni mi hanno visto in prima linea su questo tema. Bisogna riscrivere il nostro statuto dal basso. Dobbiamo chiedere ai cittadini che visione hanno dell’autonomia. Questo comporta una rivisitazione degli assetti regionali e degli enti locali che hanno messo il Friuli in una condizione sfavorevole. Ripensare al nostro territorio che deve poter raggiungere gli stessi livelli di sviluppo e di benessere di Trieste”.
Qual è il peso di Autonomia Responsabile all’interno della coalizione?
“Autonomia Responsabile ha ottenuto una vittoria politica importante L’ipotesi Tondo presidente è stata reale e da noi vissuta in maniera assolutamente positiva. Abbiamo una funzione di collante all’interno della coalizione che sarà importantissima anche in futuro, Il nostro lavoro moderato, di cerniera, fatto negli anni è stato apprezzato. Adesso insieme alle altre forze di centrodestra andiamo a conquistare la regione”.
Quanto saranno decisivi i prossimi cinque anni per il nostro futuro?
“Il Friuli Venezia Giulia sta facendo difficoltà a ripartire dopo la crisi. I prossimi cinque anni devono segnare una definitiva inversione di tendenza. Grazie alla nostra specialità dobbiamo realizzare quelle riforme, come la fiscalità di vantaggio, che ci permetteranno di diventare più forti e ci consentiranno n futuro solido. Un periodo di crescita dopo una lunga depressione”.