A tu per tu con i candidati consiglieri, Zanin: “La competenza al comando”
Da un po’ di tempo i concetti di competenza e preparazione sembrano aver perso importanza davanti al mito dell’uomo comune, all’elogio continuo del semplice cittadino che per il solo fatto di essere stato estraneo al potere è migliore. Ma la politica è competenza e solo sapendo si può agire bene. L’onestà è la precondizione fondamentale per ogni attività ma poi ci vogliono sempre delle competenze specifiche. Per questo dovremmo votare guardando alle capacità dei candidati, non dimenticando ma, quando entriamo nell’urna, che tocca a noi il compito di scegliere la classe dirigente che deve pensare, progettare e concretizzare il nostro futuro.
Un discorso che vale anche per queste prossime elezioni regionali, dove tra i tantissimi candidati, bisognerà chiedersi chi davvero può vantare delle competenze specifiche che gli permetteranno di agire concretamente. Uno di questi è Piero Mauro Zanin, negli ultimi nove anni Sindaco di Talmassons, ora in corsa alle prossime elezioni regionali nella lista di Forza Italia.
“La battaglia non è finalizzata unicamente alla vittoria del 29 aprile. Ai cittadini non possiamo dare solo slogan ma una prospettiva, un progetto per il futuro. Per questo motivo credo che non basti votare i programmi ma anche le persone che dovranno poi concretizzare i progetti, dando così un futuro a lungo termine a questa regione. Bisogna che i cittadini scelgono quindi persone competenti che sappiano affrontare i tanti problemi che la giunta Serracchiani ha lasciato in eredità a questa regione e ragionare su progetti futuribili. La lista di Forza Italia offre all’elettorato un passato che parla da sé per i risultati ottenuti. Nel mio caso, dopo l’attività in Provincia, nella quale ho ricoperto il ruolo di Assessore all’Ambiente, e quella da Sindaco di Talmasson per nove anni, ritengo di aver maturato le conoscenze necessarie per poter essere parte attiva all’interno del Consiglio regionale. Uno dà il suo voto non per quello che prometti ma per quello che poi fai, io posso rappresentare un usato sicuro, lo testimoniano i risultati che ho ottenuto nelle mie precedenti esperienze”.
Fondamentale, oltre alle competenze è anche l’ascolto, non solo nel momento delle elezioni ma soprattutto dopo.
“La mia carriera da Sindaco è sempre stata caratterizzata dall’ascolto dei cittadini e dei loro bisogni. Se vuoi interpretare le necessità di un territorio non puoi prescindere da un legame continuo con i cittadini. In questo senso è importante anche la presenza. Ho sempre dato massima disponibilità, in solo così si può essere vicini ai problemi e alle esigenze”.
Amante degli animali. Ha due cani e tre gatti. Nel suo ufficio c’è il suo felino di fiducia, Linfa, un trovatello adottato a testimonianza anche dell’attenzione nei confronti degli animali : “In regione dovremo rappresentare i valori della famiglia, dell’associazionismo, della comunità e della sussidarietà. Valori che fanno parte della dottrina cristiana, la base culturale di tutti noi, e che si sono smarriti negli ultimi anni”.
Servirà dare risposte anche nel settore degli enti locali.
“Ho combattuto, al fianco di altri colleghi, fin dal momento in cui è stata lanciata dalla Serracchiani. E’ una riforma che ha privato le comunità del proprio valore, della rappresentatività e del proprio potere decisionale. Dobbiamo ridare a Comuni e ai Sindaci un potere d’azione”.
Il Friuli, se vuole davvero uscire dalla crisi, deve anche ripartire dal lavoro.
“Questo territorio ha grandi capacità di sviluppo. Il contributo propulsivo deve essere dato dai nostri giovani altamente qualificati che sono stati costretti a lasciare il Friuli per andare a cercare fortuna altrove. Va creato circolo virtuoso da formazione, innovazione e realizzazione di progetti imprenditoriali che possa far ripartire la nostra economia. Dobbiamo rimettere in moto una macchina che con l’assistenzialismo si è fermata. Dobbiamo cambiare il sistema puntando non su strumenti assistenzialisti fini a sé stessi ma su strumenti propulsivi che possa dare quella spinta nella crescita del comparto economico e sociale.
Un tema bollente in questa campagna elettorale è stato quello della sicurezza.
“Non sono contrario a priori ma prima dobbiamo pensare alla nostra gente, poi agli altri. Chi arriva in Friuli deve rispettare le nostre leggi e la nostra cultura. Non è possibile che si continui a prescindere, come fatto dalla sinistra, da questi presupposti fondamentali. Non dobbiamo piegarci alla prepotenza di chi arrivi qui già con l’idea di non volersi integrare nella nostra comunità e di non rispettare le regole. Questa gestione dei profughi perpetuata dalla sinistra ha creato uno stato di insicurezza tra la gente a cui ora bisogna porre rimedio. L’immigrazione va gestita in un’ottica di risorsa potenziale del nostro territorio, nella misura in cui abbiamo bisogno”
C’è poi da ristabilire per il Friuli un ruolo importante nel processo decisionale, alla pari con Trieste.
“In questi anni si è avvantaggiato solo il capoluogo giuliano quando invece si sarebbe dovuta far crescere la regione nella sua interezza. Questo non vuol dire aprire all’ostilità e all’antagonismo con Trieste ma far sì che anche il territorio friulano fossa sfruttare quelle potenzialità di crescita economica come l’istituzione del porto franco. Bisogna superare questo dualismo Trieste-Udine e sviluppare progetti di sinergia che possano sviluppare sia l’una che l’altra realtà. La difesa dell’autonomia e delle risorse che questa terra produce e che Roma dilapida è fondamentale per creare quel processo di sviluppo che immaginiamo. Senza risorse è difficile attuare delle proposte. Per questo dobbiamo ritrattare i patti fatti da Tondo prima e della Serracchiani poi con lo Stato centrale. Con forza bisogna far sì che le risorse rimangano sul nostro territorio, non solo a parole ma con un’azione forte e decisa che porti alla ricontrattazione con Roma”.