A tu per tu con i candidati consiglieri, Mattiussi: “Mi metto al servizio del territorio”
La politica ci ha insegnato negli ultimi anni ad essere sempre più distante dalla gente e dalle esigenze del popolo rintanandosi nel proprio orto senza mai uscire a controllare quale sia la realtà di chi in giro vive le difficoltà di questo Paese. Non è questo il caso però di Franco Mattiussi, vicepresidente della Provincia di Udine, candidato alle regionali per le liste di Forza Italia. Un amminsitratore che da sempre si è interessato principalmente al territorio e alle realtà che su esso sussistono e vivono. Portare in consiglio regionale la concretezza della esperienza lavorativa e politica ma soprattutto l’umiltà del sacrificio. E’ questa la missione di Mattiussi.
Alle elezioni regionali, che prevedono la preferenza, si vota anche la persona e non solo la lista. Quanto è importante per chi come lei da anni lavora con costanza sul territorio?
“Siamo convinti che l’elettore è il giudice di ultima istanza per quanto riguarda l’operato di coloro che si presentano come candidati alle regionali. L’elettore dovrebbe giudicare ogni candidato in base alla sua storia, alle sue esperienze acquisite nella gestione della pubblica amministrazione. Io provengo da dieci anni nei quali sono stato un amministratore provinciale. Ho svolto il ruolo di vicepresidente con deleghe importanti. La mia storia comunque è anche quella dell’uomo d’impresa che ben conosce quelle che sono le difficoltà di chi la mattina deve alzare la saracinesca e far quadre i conti”.
Lei esce da un’esperienza come quella della Provincia di Udine, ora smembrata. Quanto è importante la difesa dell’autonomia del Friuli?
“L’amministrazione uscente ha subordinato la nostra autonomia agli interessi personali della ex Presidente Debora Serracchiani. Invece di far valere quello che è un diritto costituzionale ha svenduto gran parte della nostra autonomia la governo centrale per un proprio tornaconto. Non abbiamo difeso la nostra sanità che, pur pagandocela completamente, soggiace quelle che sono le norme nazionali. A Roma viene deciso cosa fare e noi non possiamo fare altro che applicare questi regolamenti che vengono emanati. Non siamo quindi padroni nemmeno di ciò che ci paghiamo autonomamente. Dobbiamo ricostruire quello che è il valore della nostra autonomia e riportare il centro decisionale all’interno della nostra regione. Il Friuli ha un’identità storica importantissima che va tutelata. L’identità è il valore sul quale si fonda la nostra cultura. E’ un valore che va difeso con le unghie e con i denti. Con orgoglio dobbiamo difendere il nostro essere friulani. L’appartenenza a questa terra è un elemento da tutelare e non da distruggere come qualcuno ha pensato di fare. Ci dobbiamo tutti unire attorno ad un unico obiettivo che è quello della salvaguardia del Friuli”.
E’ su questo tema dell’organizzazione degli enti locali che chi governerà dovrà dare in tempi brevi una risposta.
“Anche questa riforma è stata frutto di una politica scellerata da parte di una giunta che si è rifiutata di ascoltare prima di tutte le esigenze del territorio e di confrontarsi con gli amministratori. E’ stata prodotta una riforma degli enti locali che centralizza il potere nelle mani della regione. Perfino lo stesso Bolzonello, che in quanto vicepresidente aveva appoggiato con convinzione la riforma, ora afferma che è stato fatto uno sbaglio. La regione è stata divisa e depotenziata. La voce di un territorio di area vasta come quello friulano ha perso tutta la sua importanza. Dovremo rivedere quella che è l’organizzazione degli enti locali, non ripristinando le Province sull’onda della nostalgia, ma con una visione precisa che è stata maturata in questi anni di amministrazione del territorio. Uno strumento più snello rispetto al passato ma che ascolti le esigenze delle amministrazioni locali, dei sindaci e dei cittadini”.
Un altro problema da affrontare sarà quello del lavoro.
“E’ uno dei punti sui quali impegnerò maggiormente la mia azione all’interno del Consiglio. Le ultime iniziative hanno evidenziato delle formule che fanno perdere la diginità del lavoro, soprattutto nei confronti dei giovani. Progetti assistenzialistici e utili solo per i dati statistici con cui sono stati penalizzati lavoratori ed imprese. Il lavoratore deve tornare ad essere il perno su cui si fonda la forza di un’impresa. Questi contratti umilianti ed eticamente immorali devono essere aboliti. Si deve tornare ad investimenti strutturali per far sì che si ricreino le condizioni di sviluppo, anche delle piccole imprese che sono la colonna portante della nostra economia”,
Per lo sviluppo economico del Friuli Venezia Giulia fondamentale è anche l’apporto del turismo.
“Bisogna iniziare a ragionare come sistema tra tutti gli interlocutori del territorio. Questo vuol dire sviluppare ogni comparto territoriale. Abbiamo la fortuna di vivere in una regione bellissima che offre accesso quasi immediato tanto al mare quanto alla montagna, passando poi per le varie città d’arte e di interesse storico alcune delle quali, poi, riconosciute come patrimonio dell’UNESCO. C’è bisogno di creare una forte integrazione tra cultura, ambiente e identità. Molti confondono il “fare turismo” con il “fare industria”. Niente di più lontano dal vero. “Fare Turismo” è saper incasellare vari aspetti dell’accoglienza, della ricettività e della promozione. Solo allora si potrà ottenere un’offerta competitiva e attrattiva”.
Il voto del 29 aprile sarà quindi decisivo per il futuro della regione.
“Chi si assumerà la guida della Regione si ritroverà un cumulo di macerie da ricostruire. Non si dovrà pensare solo alla quotidianità ma si dovrà ragionare con una visione a lungo termine. Spero che la classe dirigente che avrà il privilegio di essere eletta comprenda che andare ad amministrare significa ricercare le soluzioni per far sì che la nostra regione torni ad essere dinamica”.