Alla scoperta dei candidati a Sindaco di Udine, Bertossi (Prima Udine): “Questa città ha bisogno di essere riconciliata con sé stessa”
Enrico Bertossi, già vicesindaco dal 1985 al 1992, presidente della Camera di Commercio di Udine fino al 2003 e assessore regionale nella giunta Illy fino al 2008, tenta la scalata a Palazzo d’Aronco con la lista civica, “Prima Udine”, appoggiata da un’altra civica, “Friuli Futuro”.
E’ possibile ridare un futuro a Udine?
“Questa città ha bisogno di essere riconciliata con sé stessa. Udine ha bisogno di un sindaco che non persegua le sue ideologie personali ma che faccia le cose. Bisogna ridare certezze agli udinesi, soprattutto al ceto medio basso di cui non parla mai nessuno. Il riscatto di Udine partirà proprio dalle periferie dando ai nostri cittadini più lavoro, sicurezza ed una maggiore cura della città. Questo rilanciando l’economia con una politica di investimenti mirata, favorendo le attività dei giovani e spingendo su un grande progetto turistico e culturale per richiamare turisti”.
Molti quartieri denunciano un degrado diffuso.
“Bisogna riprendere il controllo del territorio. Lo faremo riportando i vigili urbani sotto il controllo del Sindaco di Udine, aumentando l’organico e avvalendoci anche di servizi di vigilanza privata. Il prefetto deve fare la sua parte. Se non ha sufficiente personale di polizia e carabinieri chieda dei rinforzi oppure attivi delle pattuglie dell’esercito. E’ intollerabile che non sia diano risposte puntuali agli abitanti di zone importanti della città che hanno visto scendere praticamente a zero il valore delle loro proprietà acquistate con il sudore di intere generazioni”.
Qual è la prima urgenza che ha questa città?
“Riportare il Comune tra la gente. Andremo a fare le sedute di giunta nei vari quartieri per incontrare i cittadini ed ascoltare le loro esigenze”.
Lei è stato il primo ad avere un programma definito. Questo può essere un vantaggio?
“E’ un vantaggio perché siamo riusciti a dialogare con l’intera città per mesi ed il nostro programma è frutto di ragionamenti approfonditi e dell’ascolto dei cittadini. L’aspetto negativo è che, avendo fatto le cose per primi e per bene, il nostro programma è stato largamente copiato”.
Udine negli ultimi anni ha perso il suo ruolo cardine a livello regionale.
“Bisogna innanzitutto che la città riprende autorevolezza politica ed istituzionale. Non saranno di certo i visitors non udinesi a fare questo. Ci vuole uno scatto d’orgoglio della classe dirigente udinese per rivendicare i nostri diritti che non sono certamente inferiori a quelli di Trieste o di Pordenone. In questi anni Udine è rimasta indietro per colpa nostra e per merito degli altri”.
Lei è l’unico candidato che proviene dal mondo dell’impresa. Qual è la sua proposta per il rilancio economico della città?
“Dobbiamo riprendere in mano l’attrattività della città che si esercita nei confronti non solo di chi ci vive ma anche di chi ci lavora garantendo servizi più efficienti, costi inferiori e politiche comunali incentivanti. Vanno riportate i servizi importanti in città e non delocalizzati come invece è stato fatto”.