La Fondazione Friuli adotta due antichi altari
Doppia adozione di gioielli artistici in pericolo. È la prima volta che la Fondazione Friuli utilizza un intervento diretto e di lungo periodo. Interessate due pale d’altare realizzate dal Martini e custodite a Mortegliano e a Prodolone
Adozione parallela di due pale d’altare di altissimo valore. È la prima volta che la Fondazione Friuli interviene in maniera diretta sul territorio in ‘soccorso’ del patrimonio storico e artistico. E si potrebbe definire un’adozione ‘gemellare’, visto che interessa due opere rinascimentali dello stesso autore: Giovanni Martini. Una è quella custodita nel duomo di Mortegliano e seriamente minacciata dalle conseguenze della tempesta di luglio 2023. L’altra è quella che si trova nella chiesa di Santa Maria delle Grazie a Prodolone, in comune di San Vito al Tagliamento, anch’essa bisognosa di un urgente restauro.
“La prima è un’adozione di salvataggio in conseguenza di un’emergenza, la seconda è di conservazione per valorizzare un’opera mirabile ma poco conosciuta – spiega il presidente della Fondazione Friuli, Giuseppe Morandini –. È la prima volta che interveniamo con questa formula e per un orizzonte temporale di medio-lungo termine, che durerà almeno tre anni o per lo meno quando la stessa opera adottata potrà ‘camminare’ con le proprie gambe. E siamo orgogliosi di farlo in entrambi i territori delle province di Udine e di Pordenone”.
Il Duomo di Mortegliano, imponente struttura architettonica ottocentesca in stile neogotico progettata dall’architetto udinese Andrea Scala e realizzata dal 1864 fino alla consacrazione nel 1920, è stato gravemente danneggiato dalla grandinata del luglio 2023. Dopo l’evento, le infiltrazioni di acqua piovana si sono ripetute in diverse aree dell’edificio, al momento inagibile a causa dei gravi danni che interessano la copertura, per il cui ripristino sono da poco stati avviati i lavori. Al suo interno, in una cappella svetta uno dei capolavori assoluti dell’arte lignea rinascimentale friulana, realizzato da Giovanni Martini. Risalente al 1526, strutturata su ben cinque livelli, è un’opera basilare della maturità dell’artista e illustra episodi della vita di Gesù e di Maria con innumerevoli personaggi collocati in modo ritmato nei vari ripiani, polittico per il quale è prioritario realizzare un adeguato sistema di protezione. Infatti, la minaccia principale oggi è l’umidità. I lavori di ristrutturazione dell’imponente duomo dureranno almeno due anni, come hanno spiegato durante il sopralluogo il parroco monsignor Giuseppe Faidutti e il sindaco Roberto Zuliani, e nel frattempo la pala è protetta da una ‘gabbia’ aeroventilata. Dei lavori per il duomo si sta interessando anche la Curia diocesana.
“Fin da subito abbiamo avviato una collaborazione con la parrocchia per il restauro dell’intero duomo – ha detto l’arcivescovo monsignor Riccardo Lamba – sappiamo che l’intervento complessivo richiede impegno tecnico e anche diverso tempo, con risorse finanziarie per le quali abbiamo interessato la Cei”.
Custodita invece nella chiesa di Santa Maria delle Grazie a Prodolone, un unicum rinascimentale, l’altra pala d’altare necessita di un rapido intervento per preservarne l’insieme da un degrado inarrestabile, dovuto alle infiltrazioni d’acqua del tetto e alle conseguenti, sfavorevoli, condizioni micro-climatiche, nonché alla mancata manutenzione. Costruito nel 1467, l’edificio è impreziosito da un affresco del Bellunello e da un ciclo dipinto da Pomponio Amalteo nel presbiterio. Nell’abside si trova l’altare ligneo del Martini, uno dei più imponenti e preziosi del Friuli. Realizzato nel 1515, evidenzia una struttura architettonica di matrice classica a più ordini sovrapposti e figure collocate entro nicchie architravate, tranne quella con il Cristo portacroce, accuratamente scandite da lesene; già oggetto di un accurato restauro nel 2001 a opera di Anna Comoretto, oggi è purtroppo a rischio.
La Fondazione Friuli si occuperà non solo del restauro dell’altare, che durerà circa otto mesi, ma anche della sua protezione attraverso sistemi antincendio e antifurto, della disinfestazione degli altri arredi dalla presenza di tarli e del monitorare per due anni il microclima, in particolare il grado di umidità, per valutarne così la rischiosità per le opere artistiche ed eventualmente studiare provvedimenti adeguati.
Durante il sopralluogo a Prodolone, presenti il vicepresidente della Fondazione Bruno Malattia e il parroco monsignor Guido Corelli, il vescovo di Concordia-Pordenone monsignor Giuseppe Pellegrini ha espresso soddisfazione e gratitudine.
“Da anni la Fondazione Friuli si dedica al territorio sostenendo il recupero del patrimonio storico e culturale che ha anche una valenza religiosa – ha detto – e questo consente di rafforzare le nostre radici e di farci guardare al domandi con fiducia. Proprio il linguaggio dell’arte, infatti, consente di recuperare quei valori fondamentali sia per la vita sociale e sia per la fede”.
Foto anteprima: Mortegliano