Oggi siamo tutti un po’ alpini: tanto dolore e tanto onore
Gli alpini ebbero il primo caduto, alla mezzanotte dello stesso 24 maggio, il soldato Riccardo Di Giusto, del battaglione Cividale, ma ebbero anche il pregio di scardinare le certezze degli austro-ungarici e dei tedeschi e di contribuire alla vittoria degli alleati che portò alla nuova divisione dell’Europa.
Oggi più che mai siamo tutti un po’ alpini. Un fiume di penne nere, giovani, anziani, ultra 90enni, sfila fiero tra canti di allegria, di una giovinezza dello spirito che non ha età. Impossibile non sentirsi coinvolti dai sorrisi e dall’entusiasmo di quell’ordinato scorrere di uomini che procedono a passo di marcia, trainati dalle musiche di bande e fanfare.
Ci sono, ritti e fieri, malgrado le rughe sul volto, i capelli bianchi, la schiena ricurva e le gambe stanche. D’altra parte, la forza d’animo e la forza di sopportazione del sacrificio che hanno temprato le scorse generazioni non trovano di certo ostacolo in qualche chilometro da percorrere a piedi. Le maniche di camicia rimboccate per loro non sono un semplice modo di dire; sono piuttosto il naturale atteggiamento nei confronti della vita e delle sue avversità.
Tanto dolore, ma anche tanto onore.