Legge ‘Basaglia’: 40 anni fa l’Italia aboliva i manicomi
Il 13 maggio del 1978 il Parlamento italiano approvò la cosiddetta Legge ‘Basaglia’: la prima Legge al mondo a prevedere l’abolizione dei manicomi, ossia gli ospedali psichiatrici in cui i malati venivano rinchiusi in maniera coatta.
A scrivere e promuovere il provvedimento fu Bruno Orsini, psichiatra e deputato della Democrazia Cristiana, che recepì le innovazioni apportate alla materia dal collega Franco Basaglia, a cui la legge venne ‘dedicata’.
Basaglia (che dal 1961 al 1968 diresse il manicomio di Gorizia, e dal 1971 al 1979 quello di Trieste) formulò un nuovo approccio alla disciplina psichiatrica, fondando, di fatto, la moderna concezione di salute mentale.
Traumatizzato dalle condizioni di vita degli ospedali psichiatrici, fin dal 1962 Basaglia mira innanzitutto a restituire umanità ai pazienti, che fino a quel momento venivano trattati come un ‘ammasso di sintomi’ più che come esseri umani. Vengono dunque aboliti gli strumenti di costrizione fisica e le ‘terapie’ elettroconvulsionanti (elettroshock), sostituite da un dialogo diretto fra medico e paziente, volto a comprendere la situazione di disagio e sofferenza, e da laboratori lavorativi ed artistici a beneficio dei malati.
“Comprendere significa avvicinarsi all’esperienza vivente nei suoi stessi termini, mobilitando non il semplice intelletto, ma tutte le capacità intuitive del nostro animo, per penetrarne l’intima essenza senza ridurla ad ipotesi causali precostituite”
– Franco Basaglia
Doveroso anche ricordare che, fra gli individui malati, la legge precedentemente in vigore (datata 1904 e proposta da Giovanni Giolitti) comprendeva anche omosessuali, depressi e prostitute. Per venire rinchiusi in manicomio, infatti, bastava essere segnalati per comportamenti “devianti” oppure tendenti al “pubblico scandalo”: concetto che, tradotto nel linguaggio sociale dell’epoca, portò inoltre alla reclusione di centinaia di donne, spesso considerate ‘ninfomani’ o ‘indemoniate’, semplicemente perché ritenute inadatte al ruolo di moglie e madre.
Inoltre, fino al 1968, in base al codice ‘Rocco’ (il codice penale fascista, in vigore dal 1931 e sino a quella data), gli internati nei manicomi venivano anche iscritti nel casellario giudiziario.
Formalmente la Legge ‘Basaglia’ rimaste in vigore solo pochi mesi, poichè già nel dicembre del 1978 fu sostituita dalla 883/78 che istituiva il Sistema Sanitario Nazionale: i principi fondamentali della nuova psichiatria di Basaglia vennero comunque trasferiti, quasi integralmente, nella nuova Legge.
Franco Basaglia morì nel 1980, dopo una breve ma intensa malattia, senza avere la possibiltà di vedere pienamenti attuati i principi della nuova psichiatria da lui promossi. Per dare piene attuazione al nuovo ordinamento in materia di cura dei pazienti psichiatrici, ci vollero, infatti, ben 16 anni.
In Regione, ad esempio, i numerosi manicomi presenti (Sant’Osvaldo a Udine, Sottoselva, Ribis, Palmanova, Lovaria, Gemona, Gorizia e Trieste) vennero definitivamente chiusi solo nel 1994, a seguito della riforma sanitaria regionale.