Territorio: Riccardi, in Fvg Protezione civile è fattore culturale
Pizzimenti: microzonazione sismica, continueremo a investire
Udine, 20 giugno – “Dopo il 1976 la Protezione civile in Friuli Venezia Giulia è diventata un fattore culturale e la prevenzione un comandamento, per cui possiamo rivendicare l’orgoglio di essere diventati un modello unico al mondo”.
È questo il concetto espresso dal vicepresidente della Regione, Riccardo Riccardi, intervenuto oggi a Udine all’apertura del convegno sulle “Problematiche connesse con gli studi di microzonazione sismica” rivolto ad enti locali e tecnici del settore e organizzato dall’Amministrazione regionale in collaborazione con l’Ordine regionale dei geologi.
I fattori di efficienza della protezione del territorio vanno individuati, secondo Riccardi, “nella lungimiranza dell’azione politica che in questo settore non conosce colorazioni diverse, nello straordinario contributo di un esercito di volontari, nell’enorme patrimonio di conoscenza di cui sono portatrici anche le nostre università, nella capacità di monitoraggio, analisi e organizzazione rispetto ai profili di rischio”.
A conferma di ciò, ha sottolineato l’assessore regionale a Infrastrutture e territorio, Graziano Pizzimenti, la Regione autonoma Friuli Venezia Giulia, utilizzando i fondi nazionali e tramite il cofinanziamento regionale, ha portato a termine buona parte degli studi di microzonazione di primo livello, estendendo gli stessi anche ai 14 comuni con minore indice sismico e facendosi totalmente carico della spesa per avere una mappatura completa dell’intero territorio regionale.
Nell’ambito del programma nazionale di prevenzione del rischio sismico sono infatti 215 i comuni del Friuli Venezia Giulia coinvolti in studi di microzonazione sismica, di cui 90 con progetti già approvati, 65 con progetti in itinere e 60 con progetti appena avviati (di cui 14 finanziati con fondi esclusivamente regionali). Complessivamente i fondi statali messi a disposizione del Friuli Venezia Giulia ammontano a 1.968.750 euro, cui si aggiunge un importo quasi pari da parte della stessa Regione che ha investito fondi propri per 1.901.250 euro.
Fondamentale in questo contesto, ha ribadito ancora Pizzimenti, il ruolo del mondo accademico e della ricerca del Friuli Venezia Giulia, in particolare delle Università di Udine e Trieste, nonché dell’Istituto nazionale di Oceanografia e di geofisica sperimentale.
Se, come ha ribadito il vicepresidente Riccardi, “l’attenzione su questi temi non è mai abbastanza” allora l’impegno della Regione in termini di investimento proseguirà “per adeguare sempre più il sistema e l’organizzazione ai nuovi aspetti tecnici di cui siamo a conoscenza”. Impegno confermato anche da Pizzimenti, che ha esortato i Comuni a recepire nei propri strumenti di governo territoriale quanto emerge dagli studi considerando questa attività “un investimento e non un costo aggiuntivo”.
Negli ultimi sette anni l’Italia ha investito quasi 120 milioni di euro sulla protezione del territorio, come hanno ricordato Sergio Castenetto e Giuseppe Naso del Servizio rischio sismico del Dipartimento della Protezione civile nazionale. Sono oltre 3200 gli studi di microzonazione sismica effettuati a livello nazionale che hanno interessato circa 4000 comuni lungo tutto lo stivale. Un’attività che ha consentito di dare una lettura omogenea dei dati e di accrescere non solo la conoscenza del territorio ma la stessa professionalità dei tecnici di settore.
Concetti ribaditi anche da Maria Eliana Poli, dell’Università di Udine, e da Gianni Menchini, presidente dell’Ordine regionale dei Geologi, che ha evidenziato l’attuale esigenza dei Comuni di coordinare la pianificazione territoriale (Piani urbanistici comunali) con la pianificazione di emergenza (Piani di emergenza comunali).
In Friuli Venezia Giulia la mappatura di primo livello delle zone stabili, delle zone suscettibili di amplificazione sismica e delle zone suscettibili di instabilità sarà completata tra il 2019 e il 2020. Nel frattempo i geologi chiedono la formulazione di indirizzi per realizzare gli studi di secondo e terzo livello e la creazione di un gruppo interdisciplinare che consenta un miglior adeguamento degli strumenti di prevenzione, emergenza e gestione rispetto ai risultati degli studi di microzonazione sismica.