Esercitazione speleologica internazionale con tecnici dalla Cina in Monte Canin
Ha avuto inizio oggi e si svolgerà fino a domenica 24 giugno nelle profonde cavità sotterranee del massiccio del Monte Canin una importante esercitazione della Delegazione regionale del Soccorso Speleologico del Friuli Venezia Giulia. Vi stanno prendendo parte sessanta tecnici provenienti da altre regioni italiane (Toscana, Emilia Romagna e Liguria) ma soprattutto una delegazione di speleologi provenienti dalla Cina, invitata in Italia dal Soccorso Alpino e Speleologico Nazionale. La presenza dei cinesi si lega al corso che si è tenuto lo scorso gennaio proprio in Cina, a cui hanno preso parte anche due tecnici triestini, che assieme ad altri soccorritori speleologi italiani hanno dato dimostrazione ai colleghi del Sol Levante delle speciali strategie di recupero e di movimento delle squadre. I tecnici verranno messi alla prova in un recupero difficile nella grotta Queen Mama, che si apre a 2220 metri di quota ed è profonda 900 metri. Per i cinesi – quattro persone tra cui una donna con ruolo da dirigente nella protezione civile cinese Blu Sky Rescue che è un ente privato – sarà un’occasione per assistere ad un intervento complesso con un alto numero di partecipanti e analizzarne le procedure e la dinamica: dal come gestire gli uomini e le squadre all’organizzazione del campo base, dalle telecomunicazioni in grotta all’impiego dell’elicottero. Sono partiti tutti da Trieste questa mattina alle sei e saranno impegnati fino a tutta la giornata di domenica 24, poi lunedì si recheranno in Trentino Alto Adige, dove parteciperanno ad un intervento con tecniche di recupero avanzate.
Le tecniche di soccorso in grotta italiane sono considerate tra le più valide, dopo che i nostri soccorritori si sono distinti nel 2014 nel difficile intervento all’interno dell’abisso di Riesending, in Baviera. I punti di forza dei soccorritori speleologi nostrani sono l’esperienza, maturata nell’esplorazione di cavitá profonde, e la velocità nel condurre la barella all’esterno grazie, tra l’altro, all’impiego di particolari tecniche e all’utilizzo di pochissimi materiali, in modo da velocizzare le operazioni di recupero. Leggerezza e velocità uniti ad una lunga esperienza sono aspetti determinanti per la salvezza di una persona dalle profondità di un abisso.