SOLE VERDE – ROBE DI CAMPO Rete d’impresa Pinot nero Fvg
Castello di Spessa (Doc Collio), Conte d’Attimis Maniago (Doc Friuli Colli Orientali e Ramandolo), Masùt da Rive (Doc Friuli Isonzo), Russolo (Doc Friuli Grave), Zorzettig (Doc Friuli Colli Orientali e Ramandolo), Gori (Doc Friuli Colli Orientali e Ramandolo), Jermann (Doc Friuli Isonzo), Antico Borgo dei Colli (Doc Friuli Colli Orientali e Ramandolo) e Antonutti (Doc Friuli Grave). Sono queste le cantine che fanno parte del gruppo Rete d’Impresa Pinot nero Fvg. L’Associazione è nata nel gennaio 2016 con l’obiettivo di promuovere e valorizzare il Pinot nero, che proprio in Friuli VG ha trovato una nuova e affascinante espressione.
Le nove cantine coinvolte in questo progetto credono che il Pinot nero sia simbolo di una produzione d’eccellenza e l’obiettivo primario dell’Associazione è esaltare le caratteristiche del territorio, dando valore in particolar modo alle sottozone dalle quali provengono espressioni di Pinot nero diversissime fra loro.
I retisti sostengono il valore del terroir a dimostrazione di come non ci sia un unico Pinot nero, ma tanti Pinot nero quante le zone di produzione, la natura del territorio e la sua storia.
<<Siamo una regione bianchista per eccellenza, eppure siamo convinti che il Pinot nero possa essere una fra le più alte espressioni della nostra qualità. Il nostro comune denominatore è la volontà di far crescere la notorietà del Pinot nero spiegando, con l’esempio dei nostri vini, perché proprio in questa regione il vitigno assume caratteristiche inimitabili», spiega il presidenteFabrizio Gallo, alla guida di Masùt da Rive. «Il Pinot nero è un’uva della quale ci si innamora con un colpo di fulmine; il suo carattere complesso, però, non è poi semplice da gestire! Il Pinot nero richiede moltissime attenzioni soprattutto durante la fase estrattiva del colore e degli aromi. Siamo convinti che questo vino, così diverso a seconda della zona di nascita, possa dimostrare la straordinaria capacità produttiva della nostra terra».
Nasce in Borgogna, ma ama l’Italia
Tra tutti i vitigni a bacca rossa, il Pinot nero è universalmente considerato uno dei più difficili e, allo stesso tempo, uno dei più affascinanti. Si tratta di uno dei vitigni internazionali originario della Francia (Borgogna), che meglio riesce a portare con sé il significato e il valore del terroir in cui nasce. Inoltre, essendo particolarmente sensibile, il Pinot nero è anche un incredibile ricettore della filosofia di chi lo produce. Considerato da sempre un vitigno impegnativo, è interessante anche per via di questo carattere scalpitante che lo contraddistingue soprattutto in fase giovanile, oltre che per le molte sfumature che regala in maturità. La vite chiede di essere piantata laddove vi siano specifiche condizioni pedologiche e microclimatiche, privilegia climi tendenzialmente freddi con buone escursioni termiche che gli consentano di portare a termine maturazioni complete, soffre l’eccessiva esposizione al sole e quindi il caldo, ma ama molto la luce e ha un ottimo rapporto buccia-polpa. In fase di vinificazione il Pinot nero dà parecchio filo da torcere anche agli enologi più esperti. In Borgogna viene vinificato secco e fermo, ma il vitigno si presta anche per essere spumantizzato con risultati notevoli.
Oltralpe il Pinot nero occupa circa il 40% del totale del vigneto francese, seguito dagli Stati Uniti, dalla Germania e, infine, dall’Italia.
Qui da noi, il Pinot nero ha trovato casa soprattutto in Trentino Alto-Adige, in Oltrepò Pavese, in Veneto, in Toscana e in Friuli VG, dove ha una lunga storia. Giunto nel Nordest alla fine del Novecento, il vitigno non ha conosciuto immediata fortuna. Questo a causa della complessità dell’uva e delle difficoltà riscontrate immediatamente nell’allevarla. Per moltissimi anni, infatti, il Pinot nero è stato usato solo come base per tagliare l’acidità dei vini autoctoni. Inoltre, l’arrivo di altri vitigni come Cabernet e Merlot fecero venir meno la necessità di ammorbidire e, di conseguenza, la produzione di Pinot nero si ridusse notevolmente.
Ci sono voluti diversi anni prima che arrivassero all’orizzonte produttori coraggiosi capaci di affrontare il nobile vitigno, dedicandogli tutte le cure necessarie sia in fase di allevamento sia in fase di vinificazione. In Friuli VG, una regione dalle caratteristiche climatiche e paesaggistiche molto particolari, che racchiude in pochi chilometri diversi ambienti (lagunare, montano, marino e collinare), il Pinot nero mantiene la sua austera eleganza nordica aggiungendo una strepitosa nota mediterranea. Gli ettari dedicati al vitigno sono circa 300.
28 ettari di vigna e 9 diverse espressioni
Le nove cantine socie di Rete d’Impresa Pinot nero Friuli VG contano, complessivamente, 28 ettari di vigneto (su circa 150 complessivi) allevato a Pinot nero, con una produzione complessiva di 150 mila bottiglie, in leggera crescita rispetto agli anni precedenti.
Tutte le Cantine socie hanno maturato una buona expertise nella produzione di Pinot nero di almeno dieci e, in alcuni casi, anche vent’anni. Le cantine socie producono complessivamente 11 diversi Pinot nero (di pronta beva e riserva)