Università: Rosolen, da Crui linea guida nitide su digitalizzazione
Linee guida nitide sulla strategia per attuare
la digitalizzazione degli atenei e la ricerca di soluzioni
fruibili a ogni livello del sistema, con un forte allineamento e
un processo obbligatorio di dialogo tra soggetti sotto una cabina
di regia solida.
È quanto l’assessore regionale all’Università, ricerca,
formazione, istruzione, lavoro, Alessia Rosolen, auspica possa
essere il risultato al termine della Conferenza dei rettori delle
Università italiane (Crui) riunita a Udine nella due-giorni di
confronto in cui studiosi provenienti da 80 università e centri
di ricerca italiani sono al lavoro per stilare il primo Piano
nazionale per l’università digitale da consegnare al Governo.
Rosolen è intervenuta all’inizio della sessione dei lavori aperta
dal rettore dell’Università di Udine e segretario generale della
Crui, Alberto Felice De Toni, portando i saluti istituzionali del
presidente della Regione Massimiliano Fedriga e affrontando i
temi più cruciali che riguardano il suo referato.
“Il Piano nazionale università digitale – ha evidenziato Rosolen
– è un tema di incalcolabile importanza cui la Regione Friuli
Venezia Giulia è attentissima. Su queste infrastrutture si gioca
la partita del futuro del sistema Italia e l’avvenire delle
generazioni che oggi popolano le aule e i laboratori
dell’università e ancor prima i banchi delle scuole”.
L’assessore ha rimarcato come il Friuli Venezia Giulia abbia
fatto passi importanti negli ultimi dieci anni per accorciare il
divario tra gli attori del mondo della ricerca e dell’università
e configurare una piattaforma regionale sempre più omogenea e
compatta, anche sotto il profilo delle norme e delle relazioni
istituzionali.
“Dieci anni fa – ha ricordato Rosolen – nella mia precedente
esperienza da assessore regionale all’Università e ricerca
c’erano tre atenei che non dialogavano; oggi trovo un sistema
coeso, con obiettivi comuni e che offre servizi omogenei su tutto
il territorio: questo risultato è frutto di una visione politica
e di guida che già un decennio fa l’amministrazione regionale
aveva individuato come fondante e che ha perseguito in tutti
questi anni”.
Rosolen ha ricordato come la Regione, insieme al sistema
universitario, con la legge regionale 2/2011 ha attuato un
modello di finanziamento degli atenei che si fonda su una
programmazione triennale condivisa e che è anche premiante verso
progetti da realizzarsi in collaborazione. Nella programmazione
uno spazio è stato riservato ai temi legati all’innovazione degli
strumenti e delle metodologie didattiche dinnanzi alle sfide
poste dall’era digitale, al fabbisogno di infrastrutture sicure
per lo scambio di una mole di dati, quest’ultimo elemento
fondamentale per garantire ricerca di qualità. Il progetto Rete
100 G, ha ricordato Rosolen, ne è un esempio.
“Oggi siamo pronti – ha indicato Rosolen – a dispiegare il
potenziale racchiuso nella densità e nella qualità del nostro
sistema di ricerca. La Regione è pronta a fare ancora la sua
parte nella convinzione che l’unione di più risorse pubbliche e
private e la condivisione di obiettivi strategici di sviluppo di
un territorio tra gli attori chiave sia un approccio premiante,
soprattutto per affrontare temi innovativi o di frontiera legati
alla nuova era digitale”.
La sfida che attende oggi il sistema regionale universitario,
dalla ricerca e soprattutto dell’alta formazione “è quella – ha
concluso Rosolen – di essere ambizioso e porsi l’obiettivo di
creare una classe dirigente in grado di essere fattore trainante
per l’economia del Friuli Venezia Giulia”.