Bocciata la Commissione d’inchiesta sui rapporti finanziari Stato-Regione proposta dal Gruppo Consiliare del Patto per l’Autonomia. Moretuzzo: “Voto coerente con la storia degli ultimi 10 anni”
E’ stata bocciata la mozione con cui il Gruppo Consiliare del Patto per l’Autonomia chiedeva l’istituzione di una Commissione d’inchiesta, in seno al Consiglio regionale, incaricata di valutare gli effetti dei Patti finanziari intercorsi tra Stato e Regione Friuli-Venezia Giulia nelle legislature Tondo e Serracchiani, una possibilità individuata tra le pieghe del regolamento consiliare. La sostituirà una Sottocommissione nell’ambito della I Commissione permanente chiesta da un emendamento proposto dai consiglieri Bordin (Lega), Zanin (FI), Di Bert (Progetto Fvg), Giacomelli (FdI/An), Bolzonello (Pd), Centis (Cittadini) e Honsell (Open Sinistra Fvg), passato con il sì della maggioranza di centrodestra e dell’opposizione di centrosinistra, il voto contrario del Patto per l’Autonomia e l’astensione del Movimento5Stelle.
“Abbiamo invocato la Commissione d’inchiesta per ricostruire in modo chiaro e trasparente la storia dei rapporti finanziari tra lo Stato e la Regione degli ultimi 10 anni, nella loro evoluzione monetaria e normativa – spiega il capogruppo del Patto per l’Autonomia, Massimo Moretuzzo –. Ci troviamo in una situazione di grave difficoltà finanziaria nei rapporti con lo Stato in base agli accordi fatti dalla giunta Tondo nel 2010 e dalla giunta Serracchiani nel 2014, i cui effetti sono stati aggravati dalla modifica dell’art. 49 dello Statuto, imposta dallo Stato. Formalmente oggi sono in vigore le entrate di compartecipazione erariale destinate alla Regione Friuli-Venezia Giulia secondo la nuova stesura dell’art. 49, che dovrebbero avere un effetto di neutralità finanziaria sia per lo Stato che per la Regione, ma che in realtà avranno un impatto pesantissimo sui conti di quest’ultima. Nel 2019 si ridiscuterà il Patto Serracchiani-Padoan e sarà indispensabile avere un quadro chiaro della situazione anche rispetto al cambiamento negli anni della copertura finanziaria delle funzioni gestite direttamente dalla Regione, come quella sanitaria. Sarà indispensabile capire se, al di là dei proclami, questa amministrazione regionale intende rivendicare davvero nuove competenze per la Regione, quali e quante risorse saranno necessarie per gestirle. È evidente che debba aprirsi una nuova stagione di contrattualità tra Stato italiano e Regione Friuli-Venezia Giulia nell’ambito del mantenimento della sua specialità (e possibilmente del suo ampliamento) e che ciò debba basarsi su una conoscenza dettagliata da parte del Consiglio regionale di tutti gli aspetti che oggi la stanno determinando, a partire da quelli finanziari. Il lavoro della Commissione d’inchiesta – sottolinea Moretuzzo – avrebbe messo il Consiglio regionale nelle condizioni di esercitare fino in fondo il suo mandato nella trattativa con Roma. I Gruppi Consiliari dei partiti che hanno avuto la responsabilità di governo nell’ultimo decennio si sono opposti alla sua istituzione, proponendo una Sottocommissione che non può avere lo stesso peso politico di una Commissione d’inchiesta, uno strumento straordinario che ritenevamo necessario per affrontare quella che è la “madre” di tutte le questioni. Il voto di oggi è coerente con la storia degli ultimi 10 anni e con gli accordi con lo Stato fatti da chi ha amministrato la Regione in questo arco di tempo. Evidentemente, non c’è la volontà di far luce, nei tempi e nei modi più efficaci, sullo stato dell’arte e sulle eventuali responsabilità politiche che ci hanno condotto nella situazione attuale. Ne prendiamo atto. Da parte nostra, porteremo avanti le istanze di cui avrebbe dovuto occuparsi la Commissione d’inchiesta, lo faremo in tutte le sedi possibili, dentro e fuori il Consiglio regionale”.