Udine ancora una volta deve fare i conti con il problema migranti. Arrivi in aumento, Fontanini: “Chiederò a Salvini che il Governo affronti la questione”
Udine ancora una volta deve fare i conti con il problema migranti. La rotta balcanica, dopo un periodo di stasi, si è riattivata, il capoluogo friulano torna ad essere uno dei crocevia importanti per coloro che transitano con la speranza di raggiungere il nord Europa, l’Austria o la Germania. Si tratta di afgani e pakistani, in maggioranza che arrivano dalla Slovenia, ma molti sono anche quelli, rigettati dall’Austria che fanno ritorno a Udine.
Almeno una decina sono i migranti che arrivano ogni giorno in città e che devono essere ospitati presso la Cavarzerani. La struttura, dopo un periodo di calo degli ospiti, torna a riempirsi, raggiungendo quasi la capienza massima consentita, fissata oggi a 320. Più di questi in via Cividale non si possono ospitare, per questo motivo, visto l’aumentare degli arrivi, la paura che si possano generare dei problemi innanzitutto per l’accoglienza e di conseguenza poi per l’ordine pubblico è elevata. Secondo le stime la quota potrebbe essere presto sforata.
A lanciare un nuovo allarme è stata la Croce Rossa attraverso un report consegnato direttamente nelle mani del sindaco Pietro Fontanini. Al primo cittadino, che in campagna elettorale aveva promesso di svuotare la città da questi indesiderati ospiti, spetta ora il compito più arduo: la gestione di un problema troppo grande per un sindaco, un problema che da sola Udine non può affrontare e tanto meno gestire.
Per questo motivo Fontanini, uomo che conserva un certo ruolo di spessore all’interno della Lega, chiederà aiuto direttamente a Salvini, con l’auspicio che il Ministro degli Interni, più volte in visita a Udine in campagna elettorale, non si dimentichi del Friuli e venga immediatamente in soccorso.
“E’ una situazione insostenibile che dobbiamo assolutamente stoppare al più presto – ha affermato Fontanini – Chiederò a Salvini che venga affrontata dal Governo anche la questione della rotta balcanica, delicata quanto quella via mare dalla Libia. Gli arrivi in Italia non sono solo via mare ma soprattutto via terra, dove non c’è controllo. Udine si trova su questa rotta che arrivando dalla Slovenia dovrebbe portare al nord Europa, dove però le porte sono sbarrate. I migranti restano a Udine ma qui noi non possiamo prenderci cura di tutti. Chiederò quindi che ci sia un’immediata ripartizione delle quote nel resto dell’Europa. Non voglio che si riprensenti il problema che Udine ha già sofferto in passato. Sarebbe un disastro per tutta la nostra città. Udine, secondo le quote previste dall’intesa con il Viminale, non può prendersi carico di più di 250 migranti, cioè 2,5 migranti per mille abitanti”.