Confagricoltura Fvg: l’accordo Ue-Giappone è anche opportunità per la nostra regione
Prosciutto di San Daniele, Prosecco e grappa a dazio zero, nel 4° mercato mondiale, dice Cressati
«Grazie all’accordo di libero scambio tra l’Ue e il Giappone, recentemente siglato dalle due parti, le esportazioni agroalimentari del Friuli VG (e dell’intera Ue) verso il Paese del Sol Levante potrebbero aumentare sensibilmente per i cibi trasformati». Così il presidente di Confagricoltura Fvg, Claudio Cressati, sulla base di elaborazioni statistiche dell’esecutivo comunitario, esprimendo soddisfazione per i contenuti dell’accordo bilaterale, che offre grandi possibilità di crescita e semplificazione per l’export regionale e nazionale.
«Il Jefta (Japan-EU Free Trade Agreement) sarà ora esaminato dal Parlamento Europeo e da quello giapponese; se approvato entro la fine dell’anno da entrambe le parti entrerà in vigore all’inizio del 2019», ricorda il presidente dell’organizzazione professionale.
«Il Giappone è il 4° mercato in ordine di grandezza per le esportazioni agricole comunitarie, che hanno un valore 20 volte superiore a quello delle esportazioni agricole giapponesi nell’Ue. Il Paese, inoltre, si presenta come un mercato “ricco”, caratterizzato da consumatori molto esigenti, continuamente alla ricerca di prodotti di nicchia e di assoluta qualità e che hanno, finora, mostrato grande interesse nei confronti dell’eccellenza del “Made in Italy” agroalimentare – fa notare Cressati -. Il Giappone è il 6° maggior partner commerciale dell’Italia al di fuori dell’Ue, con un surplus commerciale di 2,4 miliardi di euro. L’Italia, infatti, esporta verso quel Paese beni per circa 6,6 miliardi di euro, a fronte di importazioni per 4,2 miliardi. Tra i prodotti agroalimentari più esportati ci sono il vino, l’olio d’oliva, il pomodoro, la pasta e l’aceto. Dall’accordo deriveranno, inoltre, evidenti benefici per le esportazioni di: vini (Prosecco compreso) e distillati (grappa compresa) che, attualmente, scontano dazi del 15 per cento che saranno eliminati; carni suine (prosciutto di San Daniele compreso), che hanno alte barriere tariffarie che verranno sensibilmente ridotte; carni bovine, il cui import sarà favorito senza modificare le norme comunitarie sul trattamento con ormoni e sugli ogm; formaggi, che hanno dazi del 30-40 per cento. Con il Jefta, infine, verranno riconosciute oltre 200 Indicazioni geografiche europee indicate dagli Stati membri, di cui 45 italiane (19 per prodotti agroalimentari e 26 per vino e alcolici) che rappresentano il 90 per cento del valore dell’export agroalimentare delle denominazioni del nostro Paese, rendendo al contempo illegale la vendita di prodotti di imitazione. Si tratta di un risultato molto positivo, anche se ci saremmo aspettati di più per il completo riconoscimento delle Indicazioni geografiche», conclude Cressati.