Liguori, discriminazioni sessuali, incomprensibile disimpegno
“Uscire dalla Rete Nazionale delle Pubbliche Amministrazioni AntiDiscriminazioni per orientamento sessuale e identità di genere (Re.A.Dy) è una decisione discutibile, ma cancellare del tutto la disponibilità della Regione a sostenere “le azioni volte alla prevenzione e al contrasto delle discriminazioni fondate sull’orientamento sessuale e sull’identità di genere per affermare i principi delle pari opportunità e dell’uguaglianza, della prevenzione e del contrasto alla violenza di genere” (comma 15, art. 8, LR 45/2017)” è oggettivamente grave e incomprensibile”.
Lo ha affermato in Aula la consigliera Simona Liguori dei Cittadini, intervenendo a sostegno di un proprio emendamento che il Consiglio non ha approvato.
“La Regione – ha spiegato la rappresentante dei civici – avrebbe dovuto continuare ad essere protagonista in modo diretto e assieme alle altre Amministrazioni pubbliche del Friuli Venezia Giulia, delle azioni di contrasto ad ogni forma di discriminazione. Al contrario la maggioranza di centrodestra ha scelto incredibilmente di disimpegnarsi.
“Come avevamo suggerito con il nostro emendamento, se il problema era davvero rappresentato della “Re.A.Dy”, ritenuta inefficace, sarebbe stato utile e necessario continuare a garantire una forte azione di contrasto alle discriminazioni al di fuori della Rete. Evidentemente hanno prevalso altre logiche e quello dell’appartenenza alla “Re.A.Dy” era soltanto un pretesto per defilarsi”.