Oggi musica, teatro, cinema nell’Estate di Pordenone
Oggi, alle 21, nel convento di S. Francesco, per l’Estate a Pordenone Farandola renderà omaggio ai clarinetti che si raccolgono attorno al M.° Vincenzo Paci, primo clarinetto dell’Orchestra del Teatro La Fenice e attivo concertista, sia come solista, sia in ensemble di prestigio. Dal 2015 Farandola ha attivato un corso annuale di perfezionamento condotto dal M.° Paci. A conclusione gli allievi e gli amici del Maestro si ritrovano per un appuntamento ormai divenuto tradizionale, che coinvolge il Coro di Clarinetti coordinato da Venceslao Biscontin e per la prima volta il Naonis Clarinet Ensemble, formazione della scuola di musica “Città di Pordenone”. In questa festoso occasione, a ingresso libero, si avrà modo dunque di apprezzare lo strumento nelle diverse declinazioni, dal solismo al duo con pianoforte, affidato al M.° Sergio Lasaponara, per concludere con il coro dei clarinetti, con la direzione del M.° Paci, che non mancherà di donare al pubblico un cameo di altissimo livello interpretativo.
In programma musiche di C.M. von Weber, R. Schumann, E. Grieg, G. Bizet, W. Ostijn, A. Scott, A. Piazzolla e V. Biscontin.
Già primo clarinetto nell’Orchestra Giovanile Italiana. Vincenzo Paci ha svolto diverse tournée in Italia ed in Europa, effettuando registrazioni per la Rai, radio Ungherese e per l’Unione delle Radio europee. Ha conseguito l’idoneità per il ruolo di primo clarinetto per le orchestre del Teatro Regio di Torino, Arena di Verona, Orchestra des Jeunes de la Mediterraneè, E.U.Y.O. European Union Youth Orchestra e ha collaborato con l’Accademia Nazionale di Santa Cecilia in Roma, Solisti Veneti, Radio Svizzera Italiana di Lugano,Teatro Verdi di Trieste, Teatro Bellini di Catania, Teatro Massimo di Palermo.
Dal 1997 è primo clarinetto dell’Orchestra del Teatro “La Fenice” di Venezia, con la quale ha avuto il suo debutto come solista all’interno delle stagioni sinfoniche del Teatro veneziano eseguendo la sinfonia concertante di W. A. Mozart, La Première Rhapsodie di Debussy e in prima esecuzione italiana “Gli amori di Teolinda” di G. Meyerbeer.
Ha suonato sotto la direzione di Lorin Maazel, Kurt Masur, George Pretre, Yuri Temirkanov, Myung Whun Chung, Valery Gergiev, John Eliot Gardiner, Dmitrij Kitajenko, Carlo Maria Giulini, Riccardo Muti, Daniele Gatti, Salvatore Accardo, Luciano Berio. E’ stato invitato da Sabine Meyer a partecipare alla 6. Lubecker Klarinettennacht, dove è stato molto apprezzato dal pubblico e dalla critica. All’intensa attività concertistica in recital solistici e con il gruppo “I Virtuosi della Fenice”, affianca il ruolo di docente in numerose Master Class. Ha registrato per Radio 3 Rai e per Sky Classica il concerto K 622 per Clarinetto e Orchestra di W.A.Mozart, versione ricostruita per Clarinetto di Bassetto, eseguito il 2 aprile 2011 al Teatro La Fenice di Venezia. Il 2012 è stato caratterizzato dalla pubblicazione con Dynamic, della versione ricostruita per Clarinetto di Bassetto, del Quintetto KV 581 di W.A.Mozart insieme agli amici del Quartetto D’Archi del Teatro La Fenice di Venezia. Vincenzo Paci suona clarinetti “Buffet Crampon”.
Ultima replica nell’Estate a Pordenone di Mirabilia dei Papu lunedì 20 agosto alle 21 nell’oratorio di San Lorenzo. Protagonista lo straordinario viaggio di Beato Odorico in oriente. Una ricostruzione storica immaginata, trasognata, inventata ma non del tutto inverosimile. Un mondo a noi vicino ma lontano nel tempo. Comunque ancora poco conosciuto. Eppure mosso dalle stesse pulsioni e dagli stessi desideri di oggi: quelli umani, rimasti gli stessi nei secoli dei secoli. La vicenda, anch’essa poco nota ai più, della vita e delle opere miracolose di Odorico Mattiussi, vulgo dicto Beato, narra della figura del francescano pordenonese che nella prima parte del XIV secolo ha raggiunto la Cina in un viaggio che ha poi raccontato nella sua famosa Relatio e si trasforma in uno spettacolo che non vuole solamente raccontare, quanto piuttosto suggerire, stimolare, far immaginare.
“La storia è affare da storici, giustamente. Ma la sua narrazione, il suo pathos, le vicende di cui parla sono affare dell’umanità. Di tutti noi, senza esclusione di sorta, come ben dice il brano di Francesco De Gregori. E se la storia siamo anche noi è giusto che anche noi se ne possa parlare, non solamente gli storici patentati e i topi di biblioteca, facili a cadere nell’accademico e nello storiografico, nel didattico e nel barboso”. Così si esprime Andrea Appi. E se nella storia si inseriscono degli elementi propri del teatro tutta la vicenda finisce per sostenersi da sé, supportata dalla drammaturgia e sostenuta dal piglio brioso di due improbabili narratori, seri ma non tristi, comici ma non offensivi, intriganti ma non scontati.
Un racconto che ci fa sprofondare nel vortice del tempo per farci assistere alle vicende, non più descritte ma mostrate in diretta, di un personaggio che riconosciuto santo già in vita ha dovuto tribolare quattro secoli prima di ottenere la beatificazione e che sta attualmente attraversando il lungo e periglioso iter necessario per essere definitivamente e ufficialmente proclamato Santo. Ingresso gratuito