Agroalimentare: disegno di legge per risolvere la crisi della filiera delle carni fresche
“Con questo disegno di legge l’Amministrazione regionale intende incidere sulle situazioni di crisi della filiera regionale delle carni fresche e trasformate agevolando l’acquisizione di stabilimenti di macellazione, lavorazione o trasformazione delle carni chiusi o destinati a chiudere se non acquistati”.
Lo spiega l’assessore regionale alle Risorse agroalimentari Stefano Zannier, evidenziando il carattere di urgenza del provvedimento che potrà introdurre nell’ordinamento regionale una misura di aiuto comunitaria straordinaria rivolta a imprese della filiera delle carni a rischio di chiusura qualora non intervenisse un aiuto emergenziale, con rilevanti danni economici e sociali. Una situazione di criticità che rischia di avere forti ripercussioni anche su una delle più importanti Dop italiane, quella del prosciutto di San Daniele, con importanti ricadute a livello dell’intero territorio regionale.
Con la legge approvata in via preliminare dalla Giunta si propone la concessione di aiuti che, in coerenza con le condizioni consentite dalla normativa europea in materia di aiuti di Stato, permettano di intervenire nelle situazioni di crisi promuovendo progetti di investimento che perseguono, anche come ricaduta indotta, il mantenimento della produttività e del livello occupazionale degli operatori della filiera stessa.
In particolare, il ddl prevede la concessione di aiuti a copertura delle spese per acquisizione di stabilimenti e mantenimento, e eventuale aumento, del numero di dipendenti occupati dagli stabilimenti medesimi.
La forma degli aiuti che la Regione si propone di erogare è quella dei finanziamenti agevolati, utilizzando le disponibilità del Fondo di rotazione regionale e quella della contribuzione in conto capitale. Gli aiuti sono relativi a spese sostenute per investimenti di acquisizione, ampliamento, diversificazione della produzione e trasformazione del loro processo produttivo. Relativamente a questi investimenti, gli aiuti che la Regione si propone di erogare sono a copertura delle spese per l’acquisto di attivi materiali ed immateriali dello stabilimento acquistato e per i costi salariali stimati dei posti di lavoro mantenuti o creati.
La proposta normativa, vista la situazione di criticità esistente, prevede inoltre le modalità per la presentazione delle domande e per la concessione degli aiuti in modo da rendere immediatamente applicabile il regime di aiuto.
La ventina di stabilimenti di macellazione attivi in Friuli Venezia Giulia hanno caratteristiche comuni: un’attività che riguarda un numero limitato di capi, principalmente bovini e suini, e un’operatività circoscritta ad un ambito strettamente locale.
In particolare, per quanto attiene il settore suinicolo, delle quattro strutture che macellavano e classificavano le carcasse per il successivo invio delle cosce al circuito della Dop del prosciutto San Daniele, una sola risulta ancora operativa. L’ultimo triennio ha infatti registrato la chiusura di due stabilimenti ed il recente blocco, a luglio 2018, dell’operatività di un ulteriore stabilimento in zona montana, che si dedicava principalmente alla macellazione di suini provenienti da allevamenti friulani. Lo stesso stabilimento disponeva inoltre di un laboratorio di sezionamento e di un salumificio per la produzione e la stagionatura di salumi che permetteva la produzione in proprio di insaccati freschi (anche affumicati) e stagionati, tipici della tradizione carnica.
“Quest’ultima situazione di crisi aziendale – evidenzia Zannier – mostra in termini inequivocabili le esponenziali ricadute negative che la chiusura anche di un solo stabilimento comporta per la filiera locale delle carni e conseguentemente per l’intero tessuto economico regionale: la struttura ora macella esclusivamente il proprio prodotto e quindi ora diversi allevatori si trovano costretti a conferire i propri prodotti a macelli situati fuori regione, specialmente in Veneto, con notevole aggravio di costi”.
Il venir meno di queste attività interrompe anche la cessione della carne ai produttori che rientrano nel circuito del marchio Aqua-Agricoltura ambiente qualità, istituito dalla Regione come marchio di certificazione volontaria che costituisce per le imprese un importante strumento di comunicazione e promozione dei propri prodotti e per i consumatori una tutela a garanzia della qualità e sicurezza.