Una buona annata per i cereali. E metà produzione finisce fuori regione
Il punto sul 2017 (quando la soia ha battuto il mais) e le previsioni per il 2018 (in piena corsa). Limitato l’attacco di funghi alle colture e assenti le micotossine.
Strategica la collaborazione e la buona gestione degli essiccatoi e dei centri
di raccolta: il sistema attrezzato in caso di una nuova crisi da micotossine
Alle battute finali la campagna di raccolta cerealicola 2018 con le mietitrebbie che terminano di raccogliere il mais, la soia e l’ultimo girasole ancora in campagna. Ed è ora anche di tirare le somme sulla passata campagna cerealicola del 2017 a definitiva chiusura del ciclo con un quadro preciso di quanto raccolto e di come è stato utilizzato.
I dati dicono che nel 2017 in Friuli-Venezia Giulia è continuato il calo della superficie coltivata a cereali e in tale contesto lo scorso anno le superfici dedicate a soia (54mila ettari) hanno ‘battuto’ il mais (50mila ettari). La produzione complessiva di mais con 485mila tonnellate, comunque, soddisfa pienamente il fabbisogno della zootecnia regionale e infatti solo il 17% della granella prodotta, cioè 84mila tonnellate, è andata l’anno scorso alla filiera lattiero-casearia mentre il 50% della raccolta complessiva è uscita dalla nostra regione. Circa 15.000 ettari delle aree cerealicole sono impegnate dal sistema Biogas e, quindi, non destinate alle produzioni alimentari.
Per il 2018 sotto l’aspetto fitosanitario l’annata può dirsi soddisfacente grazie alle condizioni climatiche che fino a oggi sono state idonee. L’attacco da parte di muffe è stato modesto e limitato alle colture danneggiate dalla grandine, pertanto si è registrata un’assenza di micotossine nelle granelle. L’anno scorso la granella transitata per gli essiccatoi e poi esclusa dalla filiera zootecnica o alimentare era stata già poca e circa l’1,2%.
Sono queste in estrema sintesi le valutazioni fatte a raccolto in fase di ultimazione nell’incontro ospitato a Colloredo di Monte Albano dall’Agenzia di cluster Agrifood Fvg e organizzato dall’osservatorio regionale per la sorveglianza delle micotossine negli alimenti. Sono intervenuti il project manager di Agrifood Fvg Francesco Coletti, Enrico Costa dell’Associazione italiana essiccatori raccoglitori stoccatori di cereali e semi oleosi (Aires) e Bruno Tassan del Servizio veterinario della Regione.
La qualità della produzione 2018 risulta quindi buona grazie a una primavera fresca e dalla piovosità nella norma. A fine luglio sono apparsi degli attacchi fungini trattati correttamente e in fase di analisi non è stata riscontrata alcuna tossina.
Strategica risulta ora la gestione della granella negli essiccatoi e per questo durante l’incontro sono state approfondite le linee guida sia nella gestione degli impianti di essiccazione e stoccaggio sia nel contrasto a insetti e roditori. Queste linee guida, che vanno ad aggiungersi a quelle del 2017 sulle fasi di accettazione, portano a un più articolato e preciso processo di collaborazione tra il settore produttivo e quello ispettivo nel rispetto dei ruoli ma nell’interesse di tutti: in primis dei consumatori.
“I dati raccolti sulle lavorazioni negli essiccatoi hanno confermato nel 2017 il sorpasso della soia sul mais – ha commentato Coletti per Agrifood Fvg -. La consistenza del patrimonio zootecnico e dei consumi da parte di tutti i capi dimostrano che il fabbisogno attuale in Friuli-Venezia Giulia è circa la metà della produzione, di cui solo il 17% va ad allevamenti da latte.
Per cui anche se ci fosse una crisi di micotossine, come accadde anni fa, oggi con una corretta politica di gestione delle scorte e delle forniture alle stalle potrebbe essere tenuta sotto controllo.
Da qui l’importanza di approfondire la raccolta di dati sia per gestire i flussi sia per pianificare le strategie”.
“Finalmente – ha commentato il direttore di Agrifood Fvg Pierpaolo Rovere – con la collaborazione di tutti siamo riusciti a disporre di dati reali che ci consentono di sviluppare strategie di coordinamento e proporre collaborazioni sul territorio per valorizzare meglio i cereali che, assieme al comparto connesso delle farine, della birra, degli oli di semi e dei prodotti da forno e biscotti, è oggi di fatto uno dei più strategici della nostra regione per volumi e valore.
Il nuovo sistema logistico che la Regione sta realizzando con investimenti su porti, ferrovie e autostrade inciderà anche sulla gestione di queste commodity e permetterà in futuro di ipotizzare una riduzione dei costi e una miglior remunerazione sia delle produzioni primarie sia dei trasformati qualora si riesca a stabilire un’articolata strategia di collaborazione tra i vari soggetti coinvolti. Considerate che il 50% delle granaglie viene portato fuori dalla regione per essere trasformato.
Infatti, grazie a queste possibilità già alcune grosse aziende di trasformazione dei cereali hanno scelto il Friuli-Venezia Giulia per investire e altre ci stanno pensando”.
“Favorire tutto questo nell’interesse di tutti è il nostro lavoro e su questo ci stiamo impegnando” ha concluso Rovere.