Patto: la Regione blocchi le speculazioni sull’acqua in montagna
Sono oltre 200 le centraline idroelettriche in Friuli Venezia Giulia, e non si fermano le richieste per l’autorizzazione alla realizzazione di nuovi impianti.
Alla luce di questi numeri – che fotografano una situazione di sfruttamento dei piccoli bacini idrici montani -, il Gruppo consiliare del Patto per l’Autonomia sollecita un intervento forte della Regione per bloccare la costruzione di altre microcentraline nei torrenti di montagna “dove il danno ambientale supera di gran lunga i benefici che derivano dalla loro realizzazione”, spiega il capogruppo Massimo Moretuzzo.
Il consigliere evidenzia come “i profitti generati dalla produzione di energia elettrica non rimangono sul territorio, a beneficio delle comunità locali, se non in minima parte, ma finiscono per arricchire società extraregionali”.
Un intervento, quello della Regione, quanto mai necessario su una materia di cui si sta occupando anche il Governo italiano.
“Anche alla luce dello schema di decreto interministeriale sulle fonti rinnovabili e in particolare di quanto previsto relativamente agli incentivi per la realizzazione di nuovi impianti idroelettrici, si sospendano temporaneamente le concessioni a derivare e le autorizzazioni alla realizzazione di nuove centraline – ribadisce Moretuzzo -.
“Si scelga di salvaguardare l’ambiente e di non realizzare opere i cui benefici non giustificherebbero l’impatto sul territorio. Si scelga di gestire le risorse e i beni come acqua, energia e paesaggio, che appartengono a tutti, a beneficio delle comunità e dei territori nelle quali quelle risorse si trovano”.
Proprio per sensibilizzare le comunità locali sul tema, il Gruppo consiliare del Patto per l’Autonomia organizzerà una manifestazione, a fine ottobre, alla quale sono invitati a partecipare cittadini e amministratori locali, associazioni ambientaliste e comitati territoriali impegnati nella difesa dei corsi d’acqua regionali.