Soccorso un escursionista sul Monte Chiampon
La stazione di Udine del Soccorso Alpino e Speleologico ha soccorso assieme all’elicottero della Protezione Civile un escursionista in pericolo sul Monte Chiampon, nelle Prealpi Giulie. L. (nome) I. (cognome) classe 1963 di Passons (Udine) stava rientrando dalla sua escursione alla cima del Monte Chiampon quando, seguendo la traccia del suo ricevitore GPS, ha deviato leggermente dall’itinerario principale. In breve si è trovato in un tratto impervio e il suo cane è caduto per alcuni metri per fortuna senza conseguenze. L’uomo ha raggiunto il suo golden retriver e ha proseguito con lui finché si è trovato in un punto dal quale non riusciva più a scendere. Vista l’ora tarda e la situazione difficile l’uomo ha chiesto aiuto tramite il NUE112.
Sul posto si è deciso di inviare subito l’elicottero della Protezione Civile che con due rotazioni ha trasportato sei tecnici del Soccorso Alpino e Speleologico nei pressi della Creta Storta, in prossimità dei salti rocciosi verso la Sella di Sant’Agnese, dove nel frattempo era stata individuata dal CNSAS la sua posizione grazie al sistema di geolocalizzazione SMS Locator a circa 900 metri di quota. L’uomo si trovava in effetti in un tratto pericoloso coperto da leggera boscaglia lungo un ripido canale detritico che pare condurre, ma di fatto non lo fa, alla sottostante Sella Sant’Agnese. I tecnici sono stati scaricati in una radura e da lì si sono spostati a piedi fino al punto in cui hanno allestito novanta metri di corde di sicurezza per calarsi e raggiungere l’uomo e il suo cane. Per recuperarli fino alla radura hanno impiegato circa un’ora e mezza: sono stati poi entrambi issati a bordo dell’elicottero e portati a valle. Il luogo è già stato teatro di altri incidenti, in particolare lo scorso ottobre nella stessa area un altro escursionista, che è poi stato ritrovato senza vita, era stato tratto in inganno da una falsa traccia. Va rilevato che alcuni GPS – e alcune vecchie cartine – possono riportare ancora una traccia di sentiero non più percorribile, a poca distanza dal punto in cui si trovava l’uomo – il margine di errore può essere anche di dieci metri e questi possono essere significativi – e che la scarsa copertura può trarre in inganno chi segue pedissequamente tali strumenti senza basarsi anche su una cartina e sull’osservazione continua.