Città di Porcia: alla finale con orchestra al Teatro Verdi il Pulcinella di Stravinskij
Dopo una intensa settimana dedicata alle diverse prove, a cui hanno perso parte giovani musicisti provenienti da tutto il mondo, per il Concorso “Città di Porcia” – organizzato dagli Amici della musica Salvador Gandino in partnership con Teatro Comunale Giuseppe Verdi e Cidim e col sostegno di Regione Friuli Venezia, Fondazione Friuli, Comune di Porcia, Progetto & Sviluppo e Tecnoinox, col patrocinio del Comune di Pordenone – arriva l’attesa Finale con orchestra al Teatro Verdi di Pordenone, sabato 3 novembre alle 20.45. Tutti e tre i finalisti – il cinese Guo Xiang, il coreano Kim Hyunho e l’italo francese Lucas Lipari-Mayer – hanno scelto il Concerto nr. 1 di Chaynes, cosa che renderà ancora più stimolante per il pubblico, assegnare il proprio premio, potendo cogliere le differenze di esecuzione del brano di un compositore contemporaneo molto interessante, vincitore di numerosi premi di grande prestigio. Il concerto per tromba scelto per il concorso, datato 1956 e scritto per il Concorso del Conservatorio, mette in rilievo le differenti possibilità dello strumento sia dal punto di vista tecnico che espressivo. L’orchestrazione, limitata agli archi, rinforzata solo dal pianoforte e dalle percussioni, rende particolarmente incisivo il dialogo tra il solista e l’orchestra. Ad accompagnare i finalisti l’Orchestra di Padova e del Veneto, diretta dal maestro Marco Attura, che nella seconda parte della serata eseguirà la suite Pulcinella di Igor Stravinskij, capolavoro del Novecento, che costituisce un mirabile ponte tra avanguardia e tradizione, tra libera invenzione e calco stilistico di procedimenti compositivi lontani nel tempo. Nella vasta produzione musicale di Stravinskij, Pulcinella è considerata l’opera capostipite della sua fase cosiddetta neoclassica e l’esempio più significativo della sua poetica di recupero della musica antica. La suite è tratta da balletto commissionatogli da Diaghilev (rappresentato per la prima volta a Parigi nel 1920) e si ispira alle musiche di Giovan Battista Pergolesi, massimo rappresentante della scuola napoletana del Settecento. Nell’opera le armonie dissonanti e i ritmi spezzati si ricompongono in pagine di straordinaria armonia: un mondo sonoro ed espressivo che coniuga il virtuosismo al gusto della sorpresa e alla vitalità dei ritmi. In un geniale gioco di metamorfosi si crea una sorta di paesaggio dai colori accesi, “visto però attraverso la lente d’ingrandimento di particolari deformati, come nei quadri di Picasso” (Sablich). Il risultato è una pagina di grande bellezza, una delle più splendide e singolari rivisitazioni del Settecento napoletano. Marco Attura, inizia giovanissimo la sua attività concertistica come pianista e direttore. Si afferma al Concorso per giovani Maestri Collaboratori Sostituti al Teatro Lirico Sperimentale Belli di Spoleto dove ha lavorato in qualità di pianista e direttore. Partecipa a numerose prime esecuzioni di opere moderne collaborando col Teatro Lirico Sperimentale di Spoleto e il Teatro Pavarotti di Modena. Sue composizioni ed elaborazioni sono state eseguite in rassegne musicali e seminari, all’Auditorium Parco della Musica e trasmesse per RAI Storia. Incide per Brilliant Classics, Tactus e Warner Classics. Svolge attività direttoriale prediligendo il repertorio operistico e contemporaneo a livello internazionale.