Lega: Turchet, dimezzata capacità originaria invaso del lago di Barcis
Promuovere con il concessionario Edipower S.p.a l’avvio di un tavolo tecnico di confronto che prenda in esame lo sghiaiamento dell’invaso del Lago di Barcis e attivare le strutture regionali al fine di individuare e attuare gli interventi maggiormente urgenti per il ripristino della capacità originaria. E’ quanto chiede la mozione depositata dal consigliere della Lega Stefano Turchet con il supporto del suo gruppo. “Gli eventi alluvionali dei giorni scorsi – commenta l’esponente leghista – non hanno certamente migliorato la condizione del lago, non solo sotto il profilo delle infrastrutture viabilistiche, ma soprattutto sotto il profilo della sicurezza idraulica dell’intero Bacino dei Torrenti Cellina e Varma. “L’attuale gestore EDIPOWER S.p.A. – spiega Turchet – afferma che nei sessant’anni del progetto per la produzione di energia elettrica, quasi la metà della capacità totale dell’invaso è stata ridotta a causa del trasporto di materiale inerte durante le piene, e ammonta oggi a 11,4 milioni di metri cubi. Le misure adottate negli anni sono risultate insufficienti rispetto alla mancata manutenzione ordinaria e straordinaria, la sola in grado di mantenere la capacità dell’invaso intorno ai 22 milioni di metri cubi d’acqua. “Nel novembre 2015, la Direzione Centrale Ambiente della Regione aveva già richiamato il concessionario EDIPOWER S.p.A. sul rispetto della sicurezza degli invasi, richiedendo la predisposizione urgente di un Piano Operativo degli interventi secondo quanto previsto nel Progetto di Gestione del bacino di Barcis. “Negli ultimi anni – continua Turchet – lo specchio d’acqua di Barcis, oltre ad aver mantenuto la sua vocazione idroelettrica e irrigua, ha scoperto un’importante vocazione turistica che ha coinvolto il tessuto imprenditoriale locale, in un’area molto sofferente per motivi di isolamento e spopolamento. “L’unica azione posta in essere sino ad oggi dalla Regione, risulta quella di aver innalzato la sede stradale della SS251 sul tratto di innesto del Torrente Varma nel Cellina. L’intervento avrebbe dovuto mantenere per almeno sette anni in sicurezza la viabilità che invece è seriamente compromessa dagli apporti di materiale litoide degli ultimi due anni. La situazione è tale da non poter essere demandata esclusivamente all’Amministrazione comunale, in quanto interessa, soprattutto sotto il profilo della sicurezza idraulica, l’intera Valcellina e la stessa pianura pordenonese e quindi – conclude Turchet – richiede l’attivazione delle Strutture regionali competenti, anche di concerto con le Autorità statali competenti”.