Cantiere Friuli: il bilancio di due anni di lavoro
603 GIORNI IN CANTIERE FRIULI. DUE ANNI DI IDEE, PROGETTI E VISIONI PER IL FUTURO
Il rettore De Toni: «Lavoro capillare ed efficace su temi strategici per lo sviluppo del Friuli e di tutta la regione». Tre officine nuove in arrivo
Udine, 20 dicembre 2018 – Ventidue eventi pubblici tra gli anni accademici 2017-2018 e 2018-2019, tra i quali 14 proposti dalle Officine di Cantiere nella forma di seminari e convegni su una tematica specifica con la presentazione di ricerche e il coinvolgimento di esperti esterni e istituzioni/enti del territorio, e 3 eventi in “corso d’opera”, cioè quelli in cui il Cantiere ospita e sposa un progetto o una ricerca esterna in linea con i propri obiettivi. Ben 105 le ‘voci’ coinvolte (45 relatori interni all’Università, 65 relatori esterni) e oltre 630 i partecipanti agli eventi pubblici da dicembre 2017 a luglio 2018) e 480 per l’anno in corso, tra la fine di settembre e i primi giorni di dicembre 2018.
Sono questi alcuni dei dati esposti oggi alla presentazione dell’attività del Cantiere Friuli dell’Università di Udine, nella relazione introduttiva del coordinatore e delegato dell’ateneo friulano per il territorio Mauro Pascolini. Progetto avviato nel 2017, “Cantiere Friuli. L’Università che ri-costruisce” è stato ideato con il sostegno determinante del Direttore Generale dell’Università di Udine, Massimo Di Silverio, nell’ambito del Piano strategico dell’Ateneo, attraverso il quale l’Università intende proporsi al territorio come agenzia di sviluppo ed esempio di buone pratiche, attraverso la produzione di idee e progetti per il Friuli, in una prospettiva di ri-costruzione, sulla scia dell’esemplare stagione della ricostruzione seguita al tragico terremoto del 1976, da cui la stessa Università di Udine ebbe origine.
«Siamo arrivati, dopo le fondamenta, al primo piano del nostro cantiere – ha detto Pascolini -, che in quasi due anni di lavoro ha prodotto idee, ragionamenti, proposte e suggerimenti per buone pratiche da mettere a disposizione dei decisori e della popolazione tutta per immaginare il futuro prossimo del Friuli. È necessario fare il punto dello stato dei lavori e offrire in questa prima fase una serie di “pietre angolari” su cui proseguire la costruzione dell’edificio». Il coordinatore ha poi annunciato alcune novità in arrivo: il prossimo anno saranno attivate altre tre Officine, l’Officina Basiliano (ispirata dall’esperienza del Cantiere con il Comune di Basiliano nel novembre scorso), l’Officina Montagna (“legata anche all’emergenza causata dalle recenti calamità naturali”), l’Officina “Il futuro che vorrei”, che coinvolgerà direttamente gli studenti nel progetto. Dai primi di febbraio, inoltre, saranno pronti i primi “mattoni” del Cantiere Friuli, con l’uscita di “Quaderni” e “Libri Mastri” contenenti le proposte concrete per il territorio.
Nel suo intervento introduttivo, il rettore dell’ateneo friulano, Alberto De Toni, ha sottolineato che le Officine del Cantiere Friuli, «stanno lavorando con impegno continuo e capillare su temi strategici per lo sviluppo del Friuli e di tutta la regione, come i sistemi digitali di supporto avanzato alle decisioni strategiche per il territorio, l’innovazione manifatturiera, i nuovi fattori produttivi e la nuova imprenditorialità, la rigenerazione e il recupero del capitale territoriale, la dimensione delle persone, delle comunità e i servizi socio sanitari, l’autonomia e le istituzioni, la demografia e il territorio. Tutto questo lavoro – ha precisato – dimostra come l’ateneo sia sempre in prima linea per cogliere e incanalare le migliori energie della città e della regione, con una forte proiezione verso il futuro, in armonia con le esigenze di formazione delle nuove generazioni».
Parlando di investimenti e risorse, il coordinatore Pascolini ha segnalato che i fondi a disposizione di Cantiere Friuli sono 600.000 euro, dei quali 173.000 sono stati utilizzati nel primo periodo di progetto di cui 109.000 per finanziare assegni di ricerca). Restano, dunque, ancora 427.000 euro per realizzare i progetti in corso e futuri.
«Numerose le iniziative in partnership già attivate – ha spiegato Pascolini – tra le quali quello con il ComPA FVG – Centro di competenza per la Pubblica amministrazione, e in collaborazione con l’OCSE, mirato a comprendere le tendenze globali per innovare gli enti locali, con 3 incontri rivolti a Pubblica amministrazione e stakeholder del territorio focalizzati su altrettante tematiche attuali come le prospettive dell’economia locale in tempi di intelligenza artificiale e di resistenza alla globalizzazione, l’amministratore locale di fronte alla sfida del governo della coesione e dello sviluppo tra locale e globale, le trasformazioni ambientali e paesaggi locali. «Il percorso ha inaugurato una nuova fase di lavoro – ha evidenziato il coordinatore -, coinvolgendo 15 stakeholder tra direttori e presidenti di enti che lavorano in territorio regionale, fondamentali per offrire una lettura secondo il punto di vista del settore di loro afferenza».
Un altro importante momento è stato quello che ha visto collaborare il Cantiere con il Comune di Basiliano, dove il 9 novembre scorso è stato convocato un consiglio Comunale straordinario aperto alla cittadinanza, invitando Cantiere Friuli a presentarsi illustrando le finalità del progetto e le possibili collaborazioni. In sede di consiglio il primo cittadino Marco Del Negro ha espresso il proprio interesse e la volontà dell’intera giunta comunale a formalizzare la collaborazione con Cantiere Friuli con un’attenzione particolare alle aree di interesse dell’Officina Persone, Comunità e Servizi Sociosanitari e dell’Officina Demografia e Territorio. Nel corso dello scorso anno accademico è stato anche attivato il progetto di collaborazione con il sindaco del Comune di Udine in occasione dell’evento “Universitudine”, in cui è stata presentata la possibilità di far crescere la città di Udine quale città universitaria d’eccellenza. «Nel corso dell’autunno 2018 – ha fatto sapere Pascolini – sono iniziati gli incontri con il Sindaco Fontanini per la stesura di un accordo di collaborazione tra Università di Udine e Comune per l’attivazione di una serie di misure e iniziative utili allo scopo. Il successivo step sarà l’inserimento di Udine all’interno di un network internazionale di città universitarie d’eccellenza, Unitown».
Spazio poi alle Officine, vero braccio operativo del progetto. Ciascuna di esse affronta le prime linee tematiche individuate dal Gruppo tecnico di indirizzo ed è composta da un Gruppo di conduzione (formato da docenti dell’ateneo e da esperti e qualificati esponenti delle forze più vitali e innovative del territorio). I Gruppi di conduzione, che hanno il compito di sviluppare il tema di ricerca, fissare il cronoprogramma, individuare le risorse umane e finanziarie per realizzare il progetto, hanno dato attenzione allo sviluppo di iniziative concrete finalizzate a dare supporto ai decisori delle politiche territoriali.
Per le Officine sono intervenuti Alessio Fornasin, coordinatore dell’Officina Demografia e Territorio, e di Elena D’Orlando, coordinatrice dell’“Officina autonomia e istituzioni. «Cantiere Friuli è stato e continua a essere uno stimolo potente per studiare e meglio capire il Friuli nelle sue tante sfaccettature – ha detto Fornasin – e il convinto sostegno dato dall’Università al progetto ha permesso di mettere a disposizione di tutti e, in particolare, degli attori istituzionali gli esiti di ricerche che possono contribuire alla crescita del nostro territorio». Elena D’Orlando ha evidenziato che «oggi più che mai la riforma del governo locale va ponderata con estrema attenzione: i bisogni delle comunità si differenziano, aumenta la complessità dei processi decisionali, le risorse economiche e umane diminuiscono». E poi ha aggiunto: «Le riflessioni che la nostra Officina sta sviluppando all’interno del Cantiere mirano a offrire risposte concrete a queste sfide, con il plusvalore dato dal confronto tra attori diversi, ma che hanno in comune un obiettivo: rendere realmente l’Amministrazione locale al servizio della comunità».
In seguito, sono state illustrate anche tutte le “parole chiave/pietre angolari” per ciascuna delle sette Officine, che sottolineano alcune criticità e altrettanti ambiti di riflessione e lavoro.