Un nuovo finale per Romeo e Giulietta? A Pordenone a teatro entra la “mediazione”
Cosa sarebbe accaduto se Capuleti e Montecchi avessero “negoziato” invece di dimostrarsi irremovibili di fronte all’atavica faida fra le due famiglie? Se avessero ascoltato le ragioni e i bisogni dei due giovani amanti? Bè, forse “Romeo e Giulietta” non sarebbe diventato il capolavoro che è, ma i due adolescenti avrebbero probabilmente potuto rompere il muro di pregiudizi e ostilità che li separava – nel mondo di adulti che sì li aiutano, li sgridano li amano, li puniscono, ma non li ascoltano – e vivere insieme, e felici, il loro amore.
Trasportando il conflitto ai giorni nostri, ma con tutte le suggestioni della Verona del ‘500, arriva dal 15 gennaio in alcuni istituti di Pordenone e provincia (il 15 gennaio alle 11 alle Filandiere di San Vito al Tagliamento, il 16 nel liceo Pujatti di Sacile alle 9.30 e 11.15, il 17 nel liceo Grigoletti di Pordenone alle 9.30 e 11.15, il 18 a Maniago nell’istituto Torricelli alle 9.30 e 11.15) coinvolgendo circa 1.500 ragazzi, “Solo il tuo nome mi è nemico”: Shakespeare, la mediazione e l’allenamento alla responsabilità”, progetto di lezione-spettacolo rivolto agli studenti delle Scuole Superiori nell’ambito della 21.edizione di Adotta uno spettacolo, lo storico progetto con il quale l’associazione Thesis di Pordenone da più di 20 anni porta il teatro fra i giovani e i giovani a teatro. E lo fa anche con iniziative come queste, che cercano di parlare ai giovani con i linguaggi dell’oggi (l’anno scorso ha avuto un successo al di là di ogni aspettativa il progetto dei Promessi sposi 2.0”), ma utilizzando i versi immortali dei grandi della letteratura.
Dietro l’operazione ci sono tre attrici e registe – Maria Ariis, Carla Manzon e Paola Salvi – che hanno scritto il testo, dirigeranno le lezioni spettacolo e due saranno anche in scena.
Ma la particolarità è che sul palco ci saranno anche due avvocate, Grazia Pirozzi e Daniela Vaccher, mediatrici dell’Organismo di mediazione dell’Ordine degli avvocati di Pordenone, che con Thesis e Adotta uno spettacolo promuove il progetto, sostenuto
da Fondazione Friuli, Friulovest Banca. Sì, perché le due famiglie saranno convinte a partecipare a una sessione di mediazione civile. Le due attrici – Maria Ariis e Paola Salvi – condurranno il pubblico attraverso gli snodi narrativi dell’opera alternando affabulazione, reading e interazione con gli studenti. L’idea è far percepire l’assoluta e costante contemporaneità dei classici, facendo risuonare gli attualissimi e universali temi dell’opera: il potere e i limiti dell’agire nel “branco”, il duplice valore delle emozioni nelle relazioni interpersonali (filtro o risorsa), la dinamica con cui si scatena l’aggressività e il conflitto, l’innamoramento come innesco per un positivo comportamento d’inclusione. Un processo che poterà fino alla simulazione finale di una mediazione civile fra le famiglie Capuleti e Montecchi con l’intervento, appunto, delle mediatrici professioniste che permetteranno di far comprendere e sperimentare alcune tecniche di comunicazione utilizzate nella mediazione e atte a ripristinare il dialogo interrotto tra le parti in conflitto. Una competenza importante e utile in molti aspetti della vita scolastica e privata dei giovani.
Saranno gli studenti a decretare se la mediazione sarà andata a buon fine o sarà fallita. In base alla loro analisi e giudizio lo spettacolo, di volta in volta, varierà il suo finale, confermando o cambiando la tragica trama in cui Romeo e Giulietta sono stati imprigionati per 500 anni. Saranno loro a decidere se sul cammino di Romeo e Giulietta riuscirà a risplendere la luce di una buona stella” contro la stella maligna, che determinò invece la loro triste sorte, la faida fra le loro due famiglie di appartenenza, di cui per latro Shakespeare l’autore non indica mai la causa originaria.
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QUALCHE CENNO SULLA MEDIAZIONE
La Mediazione è una pratica per la gestione dei conflitti attraverso l’ascolto delle ragioni e delle posizioni dei contendenti e l’individuazione di soluzioni possibili.
L’obiettivo è quello di condurre le parti in disaccordo a ricercare e trovare una soluzione che venga ritenuta e sentita accettabile e soddisfacente per esse, attraverso l’ausilio di un terzo soggetto neutro che è il Mediatore.
Le parti contrapposte sono chiamate a farsi protagoniste dell’iter di ricerca ed individuazione della composizione delle opposte ragioni. Accanto a queste motivazioni vi è l’obiettivo di sistema di affievolire il carico di lavoro dei Tribunali.
Il Ministero ritiene idonea la Mediazione a ridurre il debito giudiziario e a facilitare accordi amichevoli sulle liti tra i cittadini, e perciò la considera istituto e prassi di elevata utilità sociale.