Legionella, nessun problema nella rete idrica CAFC
Controlli eseguiti regolarmente
Il problema riscontrato alla Polfer di Udine non è di competenza Cafc
Nessun riscontro di Legionella nella rete idrica di CAFC. L’azienda ha tre punti di attacco: tutto regolare nella condotta, come confermano i risultati degli esami condotti da Friulab, il laboratorio di analisi chimiche dei gestori della provincia di Udine.
Cafc esegue periodicamente le analisi di autocontrollo sulle acque potabili anche per la ricerca del parametro legionella che sono risultate sempre conformi alla normativa nazionale, ovvero il Decreto legislativo n. 31 del 2 febbraio 2001, che regolamenta la qualità delle acque destinate al consumo umano.
Ad ogni modo, i cittadini sono rassicurati: il batterio non è presente nelle condotte. Per lunedì sono programmati campionamenti nei punti di competenza CAFC (che, com’è noto, è responsabile fino ai contatori). Dunque, non si tratta di un problema che interessa la rete, bensì, molto probabilmente, riguarda la rete interna che non ricade nella competenza Cafc.
Per obbligo di chiarezza sanitaria, poi, si fa presente che la legionella si trasmette per via aerea e prolifera nelle tubature di acqua calda, ora è risaputo che Cafc distribuisce acqua fredda! Infatti la legionella è stata trovata dal servizio interno delle ferrovie, non certo da Cafc come neppure dall’Azienda sanitaria.
Il batterio Legionella pneumophila, che provoca la legionellosi (la patologia si manifesta con una forma di polmonite con diversi livelli di gravità a seconda delle condizioni del soggetto colpito, della dose infettante e del sierotipo del batterio coinvolto) prolifera nelle tubazioni dell’acqua sanitaria dove l’acqua è calda e da dove può provocare la malattia per inalazione del vapore/aerosol che si produce, ad esempio, durante l’apertura di una doccia. Inoltre, si può riscontrare facilmente nelle condotte interne di grandi edifici (dove l’acqua è poco usata, quindi ristagna, o dove non avvengono le sanificazioni).
Il batterio non provoca malattia se ingerito e pertanto non è neppure citato nel Decreto Legislativo n. 31 del 2001.