Storia e cinema: nuove prospettive di ricerca attraverso gli archivi. Convegno nazionale all’Ateneo di Udine
La comunità scientifica nazionale degli studi di cinema si riunirà all’Università di Udine in occasione del Convegno annuale della Consulta Universitaria del Cinema (CUC), punto di riferimento per lo stato dell’arte degli studi cinematografici. Organizzata in collaborazione con il Dipartimento di Studi umanistici e del patrimonio culturale (DIUM) dell’Università di Udine e AIRSC – Associazione Italiana per le Ricerche di Storia del Cinema, la due giorni Scrivere la storia/Costruire l’archiviointende favorire una rilessione ampia e articolata sulle pratiche d’archivio in relazione alla cultura e alla storia della cinematografia. Appuntamento venerdì 25 (dalle 9 alle 19) e sabato 26 gennaio (dalle 9 alle 13.30) a palazzo Caiselli in vicolo Florio 2/b a Udine.
Per la prima volta, grazie alla collaborazione della redazione della Consulta Universitaria di Cinema e delle infrastrutture del Digital Storytelling Lab (https://storytellinglab.eu/) con sede all’Ateneo friulano, la Conferenza sarà in modalità e-conference interattiva con tecnologie broadcast, che offrirà la possibilità sia di seguire il convegno viastreaming, sia di avere la partecipazione live di sedi e discussants in remoto, che interverranno in tempo reale nelle discussioni. Il Convegno funge dunque anche da apripista a livello nazionale per la diffusione di una buona e innovativa pratica nel campo della disseminazione della ricerca scientifica al fine di condividerla con un alto numero di ricercatori, comunità e istituzioni.
«A partire dal Convegno di Brighton del 1978, la ricerca storica – spiega Diego Cavallotti, assegnista di ricerca presso l’Università di Udine, curatore dell’iniziativa con Andrea Mariani (ricercatore del DIUM – Università di Udine) e Denis Lotti, assegnista di ricerca presso l’Università di Padova – ha progressivamente spostato il proprio baricentro dalla ricognizione critica a forme che ricordano lo scavo archeologico e che hanno come proprio luogo d’elezione l’archivio. Esso si presta così a essere uno “strumento di configurazione” della memoria collettiva che ha trovato nel XX secolo uno straordinario momento di sistematizzazione storiografica».
«Se prima di Brighton – prosegue Cavallotti – le pratiche di archivio e storiografiche si concentravano principalmente sulla conservazione e studio di canoni artistici e storico-culturali, con il Convegno del 1978 si giunge, invece, a una nuova collaborazione tra archivisti e storici del cinema, con un doppio effetto: da una parte le pratiche d’archivio acquisiscono progressivamente un rilievo teorico (soprattutto per quanto concerne l’attenzione all’orizzonte storiografico), dall’altra l’elaborazione storica si radica sempre di più nella materialità degli archivi, consentendo un arricchimento tipologico delle fonti».
«A quarant’anni da Brighton – aggiunge Andrea Mariani -, una simile linea di ricerca è stata recepita e fatta propria dai più di cinquanta tra studiosi e archivisti che si incontreranno qui a Udine, con l’obiettivo di confrontarsi su questo tema per mapparlo e rilanciarlo in una nuova forma, delineando una sorta di stato dell’arte degli studi in Italia. I giovani ricercatori avranno l’opportunità di dialogare con altri colleghi provenienti dal mondo delle università e degli archivi. L’ambizione ultima del convegno “Scrivere la storia, costruire l’archivio” è anche di lanciare nuove possibilità di ricerca sulla storia delle immagini in movimento che popolano il nostro immaginario da ormai più di un secolo».