A34 volano di crescita per il territorio. Transiti in aumento e crescita della vendita di vignette per Slovenia e Ungheria
La A34 Gorizia – Villesse è il nuovo crocevia dei traffici da e per l’Est Europa. Il raccordo autostradale, costruito nel 2013, ha visto aumentare, in questi cinque anni, in maniera esponenziale il transito dei mezzi leggeri e soprattutto pesanti in entrata e in uscita. Oggi non rappresenta più a tutti gli effetti un’alternativa alla barriera di Trieste – Lisert – soprattutto durante le giornate di esodo per le festività -, ma un fiorente passaggio di merci e una tappa obbligata per quei lavoratori “pendolari” provenienti da Slovenia, Ungheria e Romania. E a giovarne è stato soprattutto l’Autoporto di Gorizia che da area di sosta a pagamento dei tir ha implementato le offerte a tal punto da diventare ormai un interporto al servizio dell’autorità portuale di Trieste.
Il volume del traffico
Nel 2013 – quando insistevano i lavori per la costruzione dell’autostrada – erano circa 4 milioni e 100 mila, complessivamente, le autovetture e gli autoarticolati che viaggiavano lungo questa direttrice (3 milioni di veicoli leggeri e 1 milione e 100 mila di autotreni). Dall’anno successivo il traffico ha conosciuto una crescita inarrestabile, raggiungendo l’apice nel 2017 con quota 5 milioni e 800 mila transiti, con una leggera flessione – solo per quanto riguarda auto e moto – nel 2018 a causa del cantiere allestito sull’autostrada di competenza slovena che ha allungato i tempi di percorrenza. Nel caso dei mezzi pesanti il traffico è addirittura quasi raddoppiato toccando nel primo semestre dello scorso anno i 900 mila passaggi quando, nello stesso periodo del 2013, erano 550 mila. Allo stesso modo il numero di soste a pagamento dei veicoli pesanti è salito da quota 63 mila alle attuali 75 mila con una punta di 77 mila nel 2017, tornando ai livelli del periodo pre crisi.
Il boom dell’Autoporto di Gorizia
Un risultato la A34 lo ha già raggiunto: dare sviluppo a un’area strategica per tutta la regione come lo Sdag (Stazioni doganali autoportuali) di Gorizia, società nata nel 1982. “Sono aumentati i servizi – afferma il direttore Cinzia Ninzatti – legati alla sosta dei veicoli pesanti e al benessere del conducente (bar, ristoranti, negozi, mini market, infopoint e docce) che approfitta delle nove ore di fermo obbligatorio per riposare e ristorarsi. Il tutto in un luogo sicuro recintato e videosorvegliato”. Ma non solo; l’Autoporto, che fa parte dell’associazione Esporg che raggruppa in Europa le aree di sosta sicure, è già pronto alla possibile e auspicata rivoluzione alla quale sta lavorando la Commissione europea (relativamente alla concorrenza sleale) per una nuova regolamentazione del traffico pesante in materia di sicurezza e protezione delle persone e delle merci. “Ci stiamo già attrezzando per riqualificare l’area – annuncia il direttore – con la predisposizione di soste a tempo dove sarà possibile prenotare anche i parcheggi”.
Il fenomeno delle vignette
La A34 è anche il tragitto più breve e veloce per chi, da Venezia e Udine, intende raggiungere l’Ungheria e la Romania. L’Infopoint dell’Autoporto – dove si vendono i servizi legati alla sosta per il pagamento dei parcheggi dei mezzi pesanti – è diventato il “cuore” di questo “traffico” che ha anche risvolti turistici. Traffico che – anche in questo caso – è cresciuto a dismisura. A dirlo è il numero di vignette slovene e ungheresi vendute nell’area di servizio della stazione confinaria. Erano 27.210 i bollini sloveni acquistati nel 2015, mentre oggi sono addirittura quadruplicati e hanno raggiunto i 92.557. Dal 2017 il servizio si è allargato anche all’Ungheria e le vignette vendute sono passate dalle 22.296 alle 27.822 dello scorso anno. Secondo una stima, pertanto, più di 200 mila persone hanno raggiunto la Slovenia attraverso il confine autostradale goriziano. Allo stesso modo “sono aumentate – precisa Ninzatti – le richieste di carattere turistico da parte dei viaggiatori stranieri che fanno il loro ingresso in Italia attraversando la A34”. Da qui l’idea e la volontà da parte della Sdag di stringere a breve accordi con Promoturismo e altre realtà regionali per far conoscere le eccellenze del nostro territorio.
Progetti e futuro della Sdag
All’interno dei 600 mila metri quadri di area dell’autoporto di Gorizia lavorano circa 250 persone, in larga parte impiegate in magazzini e aziende di import – export che hanno preso in affitto locali di proprietà della Sdag. Ci sono poi 40 persone impiegate presso l’Agenzia delle Dogane e 13 Case di Spedizione che svolgono importanti operazioni doganali legate al traffico extraeuropeo e 20 spedizionieri. Oltre all’implementazione dei servizi legati alle soste dei veicoli pesanti, nel futuro della Sdag ci sono altri due importanti progetti funzionali al nuovo ruolo di interporto e di retroporto, fondamentale per lo sviluppo dell’asse dei traffici nord – sud: la costituzione del nuovo polo agroalimentare del freddo e lo sviluppo della ferrovia e del terminal intermodale. Per quanto riguarda il polo agroalimentare la Sdag ha ricevuto la certificazione di prodotti biologici e di origine animale e ora punta – grazie all’utilizzo di fondi statali per mettere a norma impianti tecnologici ed elettrici delle celle frigorifere – a diventare la piattaforma logistica dei prodotti surgelati freschi e congelati, “e perché no – auspica il direttore – anche del vino, visto che siamo una terra di grandi eccellenze in questo settore”. Infine, per quanto riguarda il trasporto ferroviario di merci, si attende la costruzione della “lunetta” (collegamento ferroviario) della direttrice Trieste – Udine con la linea internazionale, per la quale è stato confermato il finanziamento da parte di Rfi all’interno di un piano triennale che prevede anche l’ammodernamento della stazione merci di Goriza e l’elettrificazione completa della linea ferroviaria. La “lunetta” andrà a beneficio del terminal e consentirà all’Autoporto di svolgere completamente la funzione retroportuale. In previsione proprio dell’aumento del traffico Sdag sta valutando di demolire l’area di 10 mila metri quadri, una volta destinata alle stalle di animali destinati al trasporto, per aumentare l’area di stoccaggio merci.