Inaugurata la mostra “Fotografia in Friuli 1915-1940 Guerra&Pace”
“Fotografia in Friuli 1915-1940 – Guerra&Pace” è un’iniziativa con cui, attraverso decine e decine di scatti in bianco e nero pazientemente raccolti e catalogati, l’Istituto regionale di promozione e animazione culturale (Irpac) descrive innanzitutto la terra friulana, la sua storia, il suo impegno sociale, soprattutto la sua trasformazione negli anni, con i suoi tanti momenti tragici e altrettanti momenti di rinascita, ma poi anche approfitta per tracciare un piccolo solco di quella che è la storia stessa della fotografia. “E di come era il mondo prima che la fotografia nascesse, nel luglio del 1839: senza immagini”, come ha avuto modo di dire il curatore del catalogo, Alvise Rampini. Con lui, all’inaugurazione della mostra fotografica, che resterà a disposizione del pubblico per tutto il mese di febbraio al primo piano del Palazzo sede del Consiglio regionale, in piazza Oberdan 6, a Trieste, ha fatto gli onori di casa il vicepresidente Francesco Russo, affiancato dal presidente dell’Irpac, Lorenzo Ventura. Grazie a queste fotografie – ha confessato il vicepresidente Russo – ho visto un Friuli che non conoscevo. Sono immagini che hanno la capacità di immortalare un’epoca di passaggio, fatta anche di momenti curiosi (penso all’autocarro austriaco fatto arrampicare sulla salita del castello di Udine, immortalato da Attilio Brisighelli) piuttosto che dolorosi, o di semplice vita quotidiana, con i matrimoni, le feste dell’uva, le scolaresche. Sono anni in cui la fotografia si affermava come forma d’arte a tutto tondo. Oggi, invece, abbiamo la cultura del selfie, dei mille scatti a tutto. Si tratta, in effetti, grazie a questo lavoro, di una verifica che possiamo fare – gli ha fatto eco il presidente Ventura – di quanto c’è nel nostro ricordo e in quanto ci hanno raccontato; oltre che un’occasione di riflessione sulla modernità. Queste foto sembrano aver immortalato momenti banali, ma la banalità della vita diventa importante quando riesce a trasferirsi nel tempo e nello spazio. Rampini ha quindi presentato i 19 anni di lavoro dell’Irpac ma ha anche sottolineato le difficoltà e le fatiche che affrontavano i fotografi del tempo, quando ad esempio Brisighelli mise due giorni per arrivare a Coccau, fare quattro lastre con cui immortalare l’avanzamento dei lavori della strada Pontebbana, rientrare e ritrovarsi con tre lastre rotte. Una volta – ha sottolineato – si facevano scatti più “meditati”. Si pensi, ad esempio, che di un evento storico come la rappresentazione all’aperto, a Udine, dell’Aida nel ’24 esistono solo due foto, di cui una è quella che abbiamo messo in esposizione qui in Consiglio regionale.