Energia: Scoccimarro, gruppo di lavoro per società elettrica regionale
Con la costituzione di uno specifico gruppo di lavoro, la Regione ha avviato lo studio di un percorso di riorganizzazione del sistema energetico regionale che ha come obiettivo finale la creazione di una società elettrica pubblica interamente o prevalentemente partecipata dalla Regione. Lo ha annunciato oggi in Consiglio regionale l’assessore all’Ambiente del Friuli Venezia Giulia, Fabio Scoccimarro, durante la discussione di due mozioni aventi ad oggetto, rispettivamente l’assegnazione in concessione con gara europea degli invasi e delle centrali idroelettriche la cui concessione sia scaduta o in scadenza (a firma del consigliere Honsell) e la moratoria urgente per le centrali idroelettriche (Moretuzzo, Bidoli, Boschetti, Dal Zovo, Sergo). “Ci sembra doveroso che la Regione faccia ingresso nel mercato dell’energia elettrica per riequilibrare il rapporto tra la domanda e l’offerta – ha spiegato Scoccimarro – e garantire l’utilizzo sostenibile delle risorse, affrancando il territorio regionale da strategie industriali decise altrove”. “Il tavolo di lavoro avrà il compito di elaborare un sistema energetico regionale che favorisca lo sviluppo delle risorse energetiche locali attraverso la razionalizzazione e l’ottimizzazione delle attività di ricerca, produzione, trasporto e distribuzione di energia elettrica sul territorio regionale” ha evidenziato ancora Scoccimarro. Quanto alla tipologia di fonti “queste dovranno considerare sia fonti convenzionali che rinnovabili per garantire il fabbisogno energetico regionale in un’ottica di autosufficienza e di riduzione dei costi dell’energia, ma anche di rispetto dell’ambiente, dei beni paesaggistici, culturali e storici” ha detto l’assessore. Ad oggi in Friuli Venezia Giulia sono autorizzate 217 concessioni di piccole derivazioni, di cui 60 in corso di rinnovo, variante o subentro. Sono 9 invece le concessioni di grandi derivazioni d’acqua ad uso idroelettrico di cui una soltanto già scaduta a dicembre 2010 e attualmente in proroga per effetto di un decreto statale, mentre le altre sono in scadenza tra il 2021 e il 2029.