Anche in India sventola la bandiera friulana
I friulani, questa è una certezza, sono sparsi un po’ in tutto il mondo. In ogni angolo, in ogni paese, anche il più lontano, c’è un pizzico di friulanità. Persino in India, un paese lontano da noi per cultura, usanze e modi di vivere, sventola fiero il vessillo con l’aquila araldica.
Una meta, quella indiana, inusuale rispetto a quelle che da sempre sono le tradizionali destinazioni dell’emigrazione friulana ma che offre, a chi ha il coraggio di affrontare questa avventura, davvero grandi opportunità. L’India infatti, pur in presenza di indubbie complessità, rappresenta infatti un mercato dalle significative potenzialità, forse unico, a livello globale. Per questo motivo, infatti, sono diversi i friulani che hanno lasciato la piccola Patria per andare a cercare fortuna in questa terra dalla tradizione millenaria e dai paesaggi incantevoli.
Certo, l’India non è la Germania, il Canada e nemmeno l’Australia. Stiamo parlando di un paese vastissimo – undici volte l’Italia – e con una popolazione che è ventun volte quella italiana -un miliardo e 250 milioni di abitanti. Ci vuole una grande volontà di integrazione, tanta pazienza ed uno spirito di adattamento fuori dal comune.
E’ indispensabile infatti, per chi lascia la propria casa e decide di trasferirsi a Mumbai, a Delhi o a Calcutta, lasciarsi alle spalle il proprio modo di vivere e assieme ad esso aspettative, pregiudizi e luoghi comuni. “L’India, assale, prende alla gola, allo stomaco. L’unica cosa che non permette è di restarle indifferente” scriveva non a caso Tiziano Terzani, uno che l’India l’ha amata per davvero. Qualità queste che sicuramente,
Lara Cescon, trasferitasi da due anni da Gemona del Friuli a Mumbai, possiede.
“Mi sono trasferita in India un po’ per lavoro e per un po’ per amore. A mio marito, che lavora presso una grande azienda metallurgica friulana, è stato proposto di trasferirsi qui e io ho deciso di seguirlo. Dopo un primo periodo nel quale mi sentivo davvero persa sono riuscita anche io ad inserirmi. Ho trovato un lavoro presso una multinazionale che ha sede qui in India e ora posso dire di trovarmi davvero bene”.
Una scelta di vita non quindi senza difficoltà: “Il problema più grande è stata la lingua. Si parlano più di mille lingue tra quelle ufficiali, i dialetti e gli idiomi in via di estinzione. L’inglese è una delle lingue principali ma gli indiani hanno un accento davvero particolare che all’inizio è davvero difficile da comprendere. Altro problema è stato poi il caos. Mumbai è una città che per uno che arriva dal Friuli ad una prima impressione risulta essere davvero poco vivibile, soprattutto a causa del traffico e dello smog. Ci sono poi tutta una serie di strane regole, dall’abbigliamento al cibo, da rispettare. Adoro questo Paese. Adoro l’India. Certo questo non mi impedisce di riconoscere che Mumbai è una città decisamente impegnativa, con un tasso di inquinamento altissimo. Un tasso elevatissimo di tutto: veicoli, persone, sporcizia, traffico, il costo delle case, l’estensione della città, che costringe tantissime persone a percorrere distanze lunghissime per poter raggiungere il proprio posto di lavoro. Insomma tutti i difetti di una grande città molto, molto abitata.
Per non parlare della situazione sanitaria, alquanto critica. Esistono ancora molte malattie legate all’igiene, come ad esempio la malaria”.
L’India non è quindi uno di quei paesi che ti accolgono a braccia aperte: “Le differenze all’inizio sono troppo grandi. Inoltre gli occidentali, essendo così estranei alla cultura locale, vengono visti in alcuni casi come delle minacce. Ci vuole un po’ di tempo per farsi accettare. Fortunatamente, grazie anche altri europei che vivono qui a Mumbai, siamo riusciti piano piano ad ambientarci e ad inserirci. Il loro aiuto è stato indispensabile”.
L’India è un paese in via di sviluppo e tantissime aziende italiane, in alcuni casi anche friulane decidono di aprire fabbriche qui. Di conseguenza anche la vita per gli espatriati sta diventando migliore: “Molte fabbriche italiane iniziano ad aprirsi all’India e perciò anche la comunità italiana sta crescendo. Stanno nascendo associazioni in grado di fornire informazioni sul Paese. Negli ultimi anni sono stati aperti diversi negozi che vendono cibi importati e society che seguono il gusto occidentale. Si cerca di rendere la città più internazionale”.
IL PAS gente della nostra terra edizione cartacea Marzo 2019