Legambiente e Unaapi su moria api in Friuli Venezia Giulia per uso non conforme di fitofarmaco e ipotesi di reato di inquinamento ambientale
Un ennesimo caso di autorizzazione di molecole di sintesi pericolose per la biodiversità nei campi. Così Legambiente e Unaapi commentano il prosieguo dell’inchiesta avviata dalla Procura della Repubblica di Udine che interviene sulle modalità di impiego dell’insetticida Methiocarb che, contenuto nel formulato Mesurol 500 FS prodotto da Bayer, è solitamente usato come conciante dei semi di mais e di elevata tossicità per le api nonostante sia legale. E nel giorno in cui in Friuli Venezia Giulia gli agricoltori scendono in piazza a Udine sostenendo che le varie inchieste giudiziarie degli ultimi anni abbiano danneggiato l’immagine dell’agricoltura friulana che oggi vive una situazione di difficoltà, Legambiente e Unaapi invece ribadiscono il loro sostegno all’inchiesta avviata dalla Procura della Repubblica di Udine. Di fronte all’evidenza di autorizzazioni di prodotti con impatti ambientali, le due associazioni chiedono che si proceda in tempi rapidi alla sospensione precauzionale dell’autorizzazione d’uso del Mesurol 500 FS, all’immediata e adeguata verifica anche dell’autorizzazione del preparato Sonido a base del neonicotinoide thiacloprid, che è già vietato in Francia per gli effetti sulle api.
Non è certo una novità che le api siano particolarmente sensibili ai pesticidi. Già nel 2007 Legambiente e Unaapi sottolineavano la moria di api senza precedenti che negli anni aveva portato a puntare l’indice contro i neonicotinoidi, gli antiparassitari usati per la concia delle sementi di mais, di cui a partire dal 2008 se n’è iniziato a vietare l’uso a scopo cautelativo fino ad arrivare a maggio 2018 alla decisione europea di messa al bando di tre molecole insetticide più usate al mondo: imidacloprid, clothianidin e thiamethoxam. Ancora sono però da mettere al bando in Italia, thiacloprid e acetamiprid, come fatto dalla Francia.
“Il dato innegabile è che le prescrizioni cautelative e vincolanti indicate per il Mesurol 500 FS sono, nella semina del mais, impossibili da rispettare – dichiara Giuseppe Cefalo presidente di Unaapi – e, da questo punto di vista, il processo di autorizzazione dei pesticidi va rivisto alla luce dell’impatto ambientale e sulla biodiversità che le loro modalità di impiego possono determinare. La Regione Friuli Venezia Giulia – sottolinea Cefalo – ha tutti gli elementi per richiedere al Ministro della Salute e al Ministro dell’Agricoltura la sospensione del conciante”.
Senza il lavoro delle api, le coltivazioni agrarie non avrebbero modo di diffondersi e la nostra stessa sopravvivenza sarebbe in pericolo, visto che buona parte del cibo che consumiamo dipende, direttamente o indirettamente, dall’opera di impollinazione. Si è calcolato che circa il 70 per cento delle piante commestibili abitualmente consumate dall’uomo dipendano dall’azione impollinatrice degli insetti pronubi tra i quali l’ape è in assoluto il più efficiente.
“Fortunatamente – sottolinea il presidente nazionale di Legambiente Stefano Ciafani – è possibile, oggi, intervenire in casi come questo, grazie alla Legge sugli ecoreati, la 68/2015, ipotizzando come ha fatto la procura di Udine il reato di inquinamento ambientale per l’impiego di un fitofarmaco in maniera difforme dalle prescrizioni da osservare. Sarebbe, inoltre, di fondamentale importanza – aggiunge Ciafani – che nelle zone in cui sono adoperate queste sostanze per il trattamento nei campi, presentando un rischio per la conservazione degli ecosistemi e in primis della sopravvivenza delle api, venissero replicate le modalità adottate nell’attuale inchiesta della procura di Udine dal pm Viviana Del Tedesco, che già lo scorso anno le aveva applicate per contestare un uso illecito di neonicotinoidi, anche allora in campi di mais”.
I tempi, i modi, la tipologia e la quantità dei principi attivi impiegati in campo possono avere ripercussioni sulla salute dell’ambiente e andrebbero considerate nei processi autorizzativi per ogni singola sostanza attiva. Uno dei rischi rilevanti dell’uso dei fitofarmaci è la loro dispersione nell’aria, nel suolo e nell’acqua con effetti ai quali ancora oggi non si dà il giusto peso, nonostante numerosi studi scientifici abbiano dimostrato le conseguenze che l’uso non sostenibile dei pesticidi produce sulla biodiversità e sul suolo. “C’è preoccupazione per l’impatto dei pesticidi sugli insetti pronubi – sottolinea Sandro Cargnelutti presidente di Legambiente Friuli Venezia Giulia – ma anche per la contaminazione delle acque di falda, come si evince dagli esiti del monitoraggio effettuato ARPA FVG. Confidiamo che la nuova PAC e il prossimo PSR premino la qualità delle produzione, liberando l’agricoltura dal peso della chimica e garantendo una giusta retribuzione al lavoro nei campi”.