Seven days walking, Einaudi incanta il pubblico del Rossetti
Standing ovation e applausi senza fine per il compositore alla ricerca degli archetipi
di Irene Giurovich
L’Infinito parla il linguaggio musicale di Ludovico Einaudi, il più amato e il più famoso compositore al mondo, in grado di ‘strappare’ standing ovation e applausi senza fine in ogni luogo rinverdito dalla sua maestria. E’ accaduto, inevitabilmente, anche a Trieste, al Politeama Rossetti, unica tappa nel Triveneto della prima tranche di concerti organizzata dall’agenzia VignaPR srl in collaborazione il Teatro Stabile del Friuli Venezia Giulia.
Einaudi ha incantato il pubblico, portandolo nelle sue dimensioni oniriche, meditative, a tratti psichedeliche, per poi riplanare, dalle nuvole e dal cielo, su quel paesaggio innevato – che ha aperto le danze – da cui cercavano di innalzarsi rami secchi e spogli in mezzo ad un immenso albero…anch’esso in attesa di qualcosa. Come lo erano gli spettatori del Politeama, sold out da mesi, catturati dal tour di Seven days walking, sette dischi, il primo dei quali è stato pubblicato a metà marzo, nell’arco di sette mesi. E si camminava con il pianista accompagnato dagli straordinari Federico Mecozzi al violino e da Redi Hasa al violoncello. Il disco è stato registrato in autunno a Schloss Elmau in Germania e negli Air Studios di Londra. Ed è subito acclamato.
I colori che fungono da cornice al concerto sono il bianco della neve e delle nuvole, simbolo di purezza, ma anche il bianco dello schermo che , alle volte, acquisisce la tonalità dell’arancione, poi dell’azzurro, del bluastro…ecco che compaiono all’orizzonte i profili delle montagne che rappresentano, guarda caso, una sorta di divinità ispiratrice per Einaudi. Il suo passeggiare lungamente in montagna ha determinato l’avvio di un progetto futuristico dove suoni, colori e pensieri assimilano tutte le tipologie di emozioni dell’animo umano, da quelle che riempiono il cuore a quelle che lo atterrano. Nel buio, nell’oscurità, nel freddo. E’ come se, con i brani scelti, da Low Mist a Gravity, da Butterflies a Symmetry, passando per Elements e Cold Wind, il compositore volesse proiettare lo spettatore in una dimensione Fuori dal Mondo, non a caso titolo di un’altra, riuscitissima, intuizione, per ascendere la terrestrità e sollevarsi per volare (Fly), toccando quasi quelle Nuvole Bianche in mezzo a cui il pensiero si perde, ma al tempo stesso, si acquieta, per ritornare poi a sperimentare un’altra Experience. Con un finale aperto.
La motivazione è necessaria per altri esperimenti, altre prove per agganciare, con il pensiero, l’essenza delle cose, quell’in sé tanto investigato dal pensiero filosofico che qui, in questa magia sonora di piano-violino e violoncello, diventa anche un per sé e poi la fusione di entrambi, in una logica di compenetrazione dei piani. L’alto e il basso; la luce e il nero, il calore e il freddo; l’infinito delle nuvole e l’impalpabilità del vento, metafora della vita, a quel Tu, Tu sei, che assurge al Tu dell’individualità, della concretezza, della determinazione contro l’indeterminazione dell’ascensione che ha bisogno poi anche di un incarnato. In attesa di una rinascita, una resurrezione.
Einaudi potrebbe essere ribattezzato come l’Hegel della musica. Per la sua dialettica. Ma anche colui che continua a sperimentare, perché come ad ogni cammino, seppur fatto e rifatto mille volte, scopri sempre qualche dettaglio di cui prima non ti eri mai accorto, anche ad ogni composizione, ascolto e rifacimento, immancabili si presentano nuove scoperte. Ed è come dire che Seven Days Walking darà vita ad altrettanti sette giorni. Ogni mese uscirà il disco di un nuovo giorno fino a racchiudere i 7Days in un un solo cofanetto, una sorta di Bibbia musicale che potrà ricevere esegesi diverse da parte di tutte le città e i continenti che verranno conquistati dalla musica filosofica targata Einaudi che è atteso nelle principali capitali europee oltre che negli Usa.
La riflessione che nasce nel cammino lungo sentieri, immersi in ambienti puri e incontaminati come quelli montani, crea la sinfonia della vita e della sua essenza in un’ architrave creativa e continuamente in… Divenire.
Foto credit Simone Di Luca