Diagnosi, sos ritardi, sempre più numerose le segnalazioni all’ Associazione Diritti del Malato
Dalla parte degli ammalati. In nome dei diritti. Un binomio inscindibile, una connaturale relazione fra i termini, ma non sempre è così. Molte volte è necessario rivolgersi a chi, questo legame, lo deve far rispettare per altre vie, eppure basterebbe la Costituzione italiana, all’articolo 32, a sancire l’intoccabilità dei diritti, per lo meno in un mondo giusto e retto. A spiegarci la finalità dell’Associazione Diritti del Malato è la Presidente, avvocato Anna Agrizzi: “Siamo una Onlus iscritta all’Albo regionale; noi non ci ergiamo a giudici, bensì a facilitatori della comunicazione fra cittadini e strutture sanitarie e assistenziali in un’ottica costruttiva per la società ed il singolo individuo riflettendo costantemente sul ‘sistema sanitario’ in atto in modo da rimodularlo in base alle esigenze della Cittadinanza”.
Se una società è sana, dovrebbe risultare del tutto normale porre al centro le istanze dei cittadini e soprattutto degli ammalati che si sentono spesso soli e abbandonati dal sistema.
Fra le aree oggetto di criticità viene evidenziata la difficoltà di comunicazione fra medico di medicina generale, l’oncologo del territorio e il servizio infermieristico, per questo “abbiamo sollecitato l’individuazione di una figura professionale che coordini le azioni tra i diversi operatori e professionisti”. Proprio sul campo oncologico sono giunte all’ Associazione purtroppo – fa sapere l’ avvocato Anna Agrizzi – numerosissime segnalazioni che denunciano un ritardo della diagnosi oncologica che ha portato in molti casi a rendere ormai vana la terapia. Dalle segnalazioni è emerso un quadro in cui si nota che il ritardo di un’adeguata valutazione è principalmente da attribuire all’effettuazione di indagini cliniche poco tempestive. In generale, comunque, il problema riguarda le diagnosi di molte patologie che vengono ritardate in quanto non vengono prescritte con urgenza le analisi da parte degli stessi medici di base. I ritardi delle diagnosi, e quindi dell’inizio del percorso terapeutico mirato, stanno crescendo; posso stimare che circa il 30-40 per cento delle segnalazioni che ci arrivano evidenziano questa criticità”.
Numeri da record per l’Associazione, nata nel 1980 e operante in tutto il Friuli Venezia Giulia: nel corso degli anni ha visto crescere la sua attività. Ogni anno si registrano circa 300 segnalazioni scritte inviate – oltre 2500 contatti, telefonici, epistolari e personali – ognuna delle quali comporta molti incontri con i cittadini interessati, con i professionisti, con le Aziende sanitarie ed i vari uffici preposti alle relazioni con il pubblico e chiamati a fornire i dovuti chiarimenti sul singolo problema segnalato.
A comporre l’Associazione, spiega il legale Agrizzi, “sono cittadini comuni, insieme a professionisti, avvocati e medici legali, che si impegnano a titolo volontario e gratuito per tutelare i Diritti dei Cittadini nell’ambito dei servizi sanitari ed assistenziali e per contribuire ad una più umana e razionale organizzazione del servizio sanitario”.
I cittadini possono rivolgersi allo Sportello d’ascolto aperto dal martedì al venerdì dalle 10 alle 12.30 ed il mercoledì dalle 15.30 alle 18 per esporre la problematica ed avviare la pratica (telefono 0432 552227; solo per urgenze 335-5379030). Si può anche mettere per iscritto la criticità su un apposito modulo di segnalazione, firmarlo in quanto persona lesa o familiare della persona lesa, e inviarlo per posta (dirittimalatoudine@gmail.com) alla struttura sanitaria. L’associazione assiste nella segnalazione e, ricevuta delega ad operare per conto dei cittadini, inizia tutti gli approfondimenti. All’Associazione, il cui slogan è ‘Insieme a te perché i Diritti del malato sono i Diritti di tutti noi’, bussano “persone ammalate che ritengono di non essere curate in maniera efficace, pazienti che ritengono di aver subito degli errori nella pratica medica, cittadini che desiderano vengano migliorati aspetti organizzativi generali, persone che ritengono di non ricevere una giusta assistenza domiciliare, sociale, riabilitativa e persone che desiderano segnalare comportamenti non corretti e mancanza di informazione”.
Accade spesso che gli utenti siano inviati all’associazione proprio da medici o da personale sanitario che li sollecitano a segnalare fatti di loro conoscenza. Capita anche che l’Associazione sia contattata da persone che, pur desiderando indicare situazioni o fatti negativi, hanno timore che, nel farlo, potrebbero esporsi ad un’assistenza sanitaria meno efficace, finendo così nel mirino. Ma su questo timore il legale Agrizzi fa subito chiarezza: “In realtà l’intervento dell’associazione ha sempre portato ad un riscontro positivo sui fatti. L’associazione, attraverso la delega firmata dall’utente, diviene interlocutrice diretta dei vari enti che hanno sempre dimostrato molta disponibilità a relazionarsi; già dopo circa trenta giorni l’ente che ha ricevuto una segnalazione invia la risposta prendendo parte così a quel dialogo propositivo intrapreso dall’associazione nell’ottica di fornire spiegazioni ed approfondimenti sul fatto comunicato dal cittadino”. In molte occasioni, soprattutto in casi urgenti, sono state risolte delle situazioni, per vie brevi, in sinergia con il personale delle strutture pubbliche che, interpellato telefonicamente dall’associazione, ha fornito una risposta o una risoluzione rapida della problematica segnalata. Fra gli interlocutori, oltre alle Aziende Sanitarie, anche Regione, Comuni, gli Ordini dei Medici ed altri Enti Istituzionali. Il rapporto con qualsiasi Ente o Azienda Sanitaria è improntato al massimo rispetto.
“Dopo l’invio di una segnalazione il destinatario ha 30/40 giorni per rispondere all’associazione e se ciò non avviene si procede con un sollecito. Posso dire che, in questi ultimi 5 anni, solo in un caso non ci è stata data risposta nei tempi previsti dalla legge. Il fatto riguardava una grave inadempienza di un medico durante una gara di ciclocross e la segnalazione era stata inviata al CONI. Lo studio legale ora se ne sta occupando”.
Quando si sospetta una responsabilità medico-sanitaria le pratiche vengono inviate ai medici legali per ottenere un parere. L’Associazione, che organizza svariati convegni su argomenti di interesse collettivo, ha affrontato casi di particolare rilevanza fra cui: dimissioni forzate, problemi legati alla disabilità, alle liste d’attesa, all’inserimento di protesi difettose, a comportamenti non adeguati dei sanitari, oltre a diagnosi tardive che hanno inficiato la cura, errori medici, assistenza sociale non appropriata, cura ed assistenza a persone anziane non conformi ai reali bisogni. Sono pervenute all’associazione Diritti del Malato anche molte lamentele che riguardano le modalità relazionali degli operatori sanitari nei confronti dei cittadini malati: mancata o scarsa informazione, insufficiente umanizzazione dei rapporti, problemi organizzativi. “Attualmente l’Associazione sta insistendo con gli Enti preposti affinché i Centri di Assistenza Primaria (CAP) già esistenti sul territorio aumentino i servizi erogati alla Cittadinanza attraverso la realizzazione di sinergie professionali funzionali ad un’ottimizzazione delle risorse e alla continuità delle cure. Sicuramente deve essere migliorato il governo clinico dell’assistenza primaria”.
Per quanto riguarda il giudizio complessivo sulla sanità udinese e regionale, la Presidente non ha dubbi. “La situazione della sanità in Friuli, considerata un’eccellenza nel panorama italiano, da qualche anno è drasticamente cambiata: si pensi all’aumento del costo delle prestazioni che induce le persone a curarsi con minor tempestività, sacrificando la prevenzione; nelle strutture sanitarie la parola d’ordine è ‘liberare i letti’ e questo comporta dimissioni in situazioni ancora non del tutto stabilizzate; liste d’attesa risultano lunghe sia per gli esami clinici sia per gli interventi, con ricadute negative per la diagnosi precoce e l’avvio tempestivo delle cure, alle volte determinanti per la guarigione; il personale sanitario e parasanitario è sotto-organico mentre medici ed infermieri dipendenti lavorano molte volte in condizioni di stress con orari troppo prolungati; inoltre ancora non si è potenziata l’assistenza domiciliare (i servizi offerti dai CAP sono limitati e non rispondono ai bisogni della cittadinanza)”.
Da quasi due anni l’Associazione ha deciso di aprire una pagina Facebook proprio con l’obiettivo di non far sentire isolati e in colpa gli ammalati che, molte volte, si sentono un peso. La condivisione tramite lo strumento social può risultare un’ulteriore modalità per sconfiggere l’isolamento delle persone ammalate.
Sapere di poter contare su questa Associazione che tutela i diritti e la dignità delle persone è già una prima vittoria.
INFO UTILI
Associazione di tutela “Diritti del Malato” onlus
c/o l’Azienda Ospedaliero Universitaria “Santa Maria della Misericordia”, padiglione 14, Piazzale Santa Maria della Misericordia n. 11 (al secondo piano dello stabile della ex scuola infermieri, di fronte all’entrata principale dell’ospedale e a fianco al negozio “Medica Girotto”)
Orari: martedì 10-12.30 / mercoledì: 10 -12.30; 15.30 -18/ giovedì: 10 -12.30/ venerdì: 10 – 12.30
Tel. 0432 552227; per urgenze 335-5379030
Mail: dirittimalatoudine@gmail.com
Sito internet: www.dirittidelmalato.fvg.it
Chi vuole sostenere l’Associazione, contributi volontari possono essere effettuati presso
Prima Cassa Credito Cooperativo FVG
IBAN: IT87 L086 3764 3010 3000 0130 707
di Irene Giurovich
da magazine IL PAîS Gente della nostra terra – edizione cartacea – Aprile 2019