Confisca dei beni per 8 soggetti. Questa la decisione della Corte di Cassazione
Il 7 marzo scorso la Suprema Corte ha deciso in merito ai ricorsi che 8 soggetti di etnia rom avevano presentato avverso il provvedimento della Corte d’Appello di Trieste del 13.03.2018 con il quale veniva disposta la confisca dei loro beni.
In particolare la Cassazione ha rigettato i gravami proposto da 6 ricorrenti condannandoli al pagamento delle spese processuali, ed ha dichiarato inammissibili ulteriori due ricorsi condannando i ricorrenti al pagamento delle spese processuali ed al versamento di 3.000 Euro ciascuno in favore della Cassa della Ammende.
Quanto sopra rappresenta l’epilogo di un’attività d’indagine patrimoniale sviluppata dal Nucleo Investigativo dei Carabinieri di Udine su delega della Procura della Repubblica del capoluogo friulano.
In particolare all’esito delle indagini, era stato eseguito un primo sequestro di beni disposto dal Tribunale di Udine addivenendo ad incamerare due camper e due autovetture per un valore complessivo stimato di circa 300.000 euro.
Tuttavia la Procura friulana, ritenendo necessario valorizzare ulteriormente quanto globalmente emerso dalle indagini con riferimento:
al curriculum criminale di assoluto spessore dei proposti costituito da una sistemica conduzione nel tempo di attività di truffa e furti, per i quali, alcuni dei conseguenti processi erano anche culminati con condanne definitive;
alla puntuale ricostruzione dell’elevato tenore di vita dei proposti che ha consentito di dimostrare la sproporzione tra il valore dei beni oggetto di sequestro ed i redditi nulli, dichiarati dai soggetti attenzionati;
al fatto che i destinatari delle misure risultassero abitualmente dediti ad attività criminali, palesando un elevato tenore e stile di vita e, grazie ai proventi di tali attività, avevano accumulato via via un cospicuo patrimonio mobiliare ed immobiliare,
propose ricorso alla Corte d’Appello di Trieste avverso il decreto emesso dal Tribunale di Udine.
Il 13 marzo 2018 la Corte giuliana si espresse nel merito disponendo la confisca di due appartamenti riconducibili ad alcuni dei proposti, rispettivamente sedenti in Tricesimo (UD) e Treppo Grande (UD), confermando altresì i provvedimenti emessi sui veicoli sopra riportati.
I beni sopra rubricati verranno quindi ora rimossi dalla disponibilità dei soggetti destinatari del provvedimento ed affidati all’Agenzia Nazionale per l’amministrazione e destinazione dei beni sequestrati e confiscati che ne disporrà il reimpiego a fini istituzionali.