Il fico, simbolo di amore materno
Il fico è anche incarnazione di coraggio ed è connesso alla leggenda della fondazione di roma
Il fico comune, classificato come “Ficus carica” , appartiene alla famiglia delle Moraceae. L’aggettivo «carica» si riferisce alle sue origini: sembra infatti che questa pianta sia originaria della Caria (in turco “Kariye”), regione sud – occidentale dell’ antica Anatolia . Si diffuse successivamente in tutto il Nord Africa. Alcuni autori latini (Plinio, Plutarco e Catone) riportano come sia stato un fico cartaginese a provocare la terza guerra punica. Catone, davanti al Senato romano, esibì un fico fresco ed esclamò: “Questo fico è stato colto a Cartagine tre giorni fa: tanto vicino alla nostra città abbiamo il nemico !” .
Questa pianta, annoverata tra gli alberi cosmici e correlata alla tradizione arcaica mediterranea, rappresenta proprio l’origine di Roma. La leggenda narra che Romolo e Remo si salvarono dalle acque del Tevere in quanto il canestro che li trasportava si arenò ai piedi del colle Palatino, non casualmente sotto un fico selvatico. Questo fico venne successivamente ricordato come “Ficus ruminalis” e fu considerato come pianta sacra. L’aggettivo «ruminalis» parrebbe derivare da Rumen che è il nome antichissimo del Tevere: questo, a sua volta, potrebbe derivare per significato originale dall’ indo – europeo «reu – men» che indica il fiume, la corrente, il flusso. Il fico sarebbe perciò l’albero del fiume.
Anche il sostantivo «ruma» , che nel latino arcaico significa “mammella”, “petto”, ha la stessa derivazione ed esprime simbolicamente sia l’amore materno che il coraggio di chi affronta i pericoli di petto, con impetuosità, veemenza e istintività.
La ruma (la mammella) della famosa lupa preromana – che alcuni studiosi ipotizzano essere una prostituta – offrì ai gemelli fondatori di Roma un flusso di quel latte che nel fico, pianta immortale e fermo sostegno dell’Universo, è l’energia cosmica del proprio latice. Lo storico greco Plutarco riporta che molti bambini furono allattati sotto il Ficus ruminalis del Colle Palatino. Questa pianta testimoniò la fondazione di Roma e conferì ai famosi gemelli quella forte qualità interiore che è il coraggio. Sant’ Agostino, autorevole fonte storica, sembra confermare il forte significato simbolico che assume il fico tra i romani : “I pagani, basandosi su ragioni di ordine fisico […] dicono […] sia Opis, il dio che soccorre i bambini nascenti ricevendoli dal seno della terra; apra loro la bocca nei vagiti, e si chiami dio Vaticano; e li sollevi dalla terra e sia la dea Levana; e si chiami dea Cunina, e vegli sulle culle; sia proprio lui e non altri , che sotto il nome di dea Carmenta predice ai neonati il loro destino e che sotto il nome di dea Fortuna presiede agli avvenimenti fortuiti, che sotto il nome di dea Rumina porge la mammella ai bambini (poiché gli antichi chiamarono “ ruma “ la mammella […] )”.
Essendo alimenti molto energetici e facilmente digeribili, nel mondo greco – romano, i fichi venivano utilizzati per nutrire e rinforzare atleti e convalescenti.
Il fico, insieme alla vite, è anche simbolo di fertilità e di vita gioiosa. Nelle vivaci feste dionisiache, i frutti di questa pianta venivano consumati in onore e in riferimento a Dioniso in quanto conservano, come intrinseco attributo simbolico del loro latice, il nutrimento offerto dal dio all’ umanità.
Il mite Settembre è uno dei mesi più adatti a confezionare conserve casalinghe. Possiamo aggiungere alla nostra dispensa p er l’ inverno pomodori, cipolle , melanzane, peperoni, mirtilli, pere, uva, pesche, prugne e fichi.
CONFETTURA DI FICHI
Ingredienti: 3 kg di fichi; 450 g di zucchero; 2 limoni .
Procedimento: Lavate con delicatezza i fichi , tagliateli a metà e poneteli con cautela in un recipiente di vetro insieme al succo dei limoni. Lasciate riposare per un’ ora circa. In una pentola dal fondo pesante mettete lo zucchero e fatelo sciogliere a fuoco basso finchè assume un colore lievemente dorato. Ora aggiungete i fichi con il succo che si è prodotto. Mescolando continuamente , cuocete per circa 40 /45 minuti fino a raggiungere la giusta consistenza. Mettete questa confettura nei vasetti osservando le regole igieniche corrette per la conservazione.