Fvg verso il 4.0 con sostegno a Pmi e regia sistema parchi
Il Friuli Venezia Giulia si presenta alla sfida della digitalizzazione con un sistema di ricerca e di trasferimento tecnologico senza più frazionamenti e duplicazioni – di cui hanno sofferto in passato università e parchi scientifici – e con Pmi e startup sostenute dalla Regione, rispettivamente sotto il profilo finanziario e fiscale, per favorire la transizione verso l’Industria 4.0. E’ uno dei motivi guida emersi nel convegno “Competenze digitali@work: il futuro è oggi”, organizzato oggi nella sede di Area Science Park di Trieste nell’ambito del Progetto Ip4Fvg (Industry Platform Friuli Venezia Giulia) cui è intervenuta l’Amministrazione regionale, rappresentata dagli assessori alle Attività produttive e al Lavoro e Formazione. Nella giornata di lavori moderati dal direttore generale di Area Science Park Stefano Casaleggi è stato dettagliato il processo di armonizzazione che ha interessato i parchi nella partita sul digitale. La cabina di regia regionale ha affidato l’ottimizzazione e simulazione dei dati all’Area di Ricerca di Trieste, le soluzioni di industria manifatturiera avanzata a Pordenone, l’internet delle cose ad Amaro e l’analisi dei dati e le intelligenze artificiali a Udine. Sotto il profilo degli interventi regionali a favore delle imprese, è stato ricordato il fondo di garanzia per gli investimenti in venture capital con le start up, mediante un fondo di 5 milioni di euro con coperture dei rischi per i soggetti investitori finalizzato a evitare la moria precoce delle nuove intraprese, e i 5 milioni stanziati in regime de minimis per finanziare le dotazioni di cybersecurity, ricerca e sviluppo, big data delle Pmi. Se per quanto riguarda l’utilizzo dei fondi europei nell’ambito della strategia di specializzazione intelligente (S3), del sistema Argo e degli obiettivi di Industria 4.0, per il Friuli Venezia Giulia si è rivelata vincente – è stato osservato – la duttilità della programmazione, per quanto riguarda la formazione che deve sostenere la transizione verso il digitale una funzione strategica va assegnata – secondo Regione, Ministero dell’Istruzione e Confindustria – al ruolo degli Its, gli istituti tecnici superiori, chiamati a soddisfare un fabbisogno nazionale di 20mila tecnici per i prossimi 12 mesi. I diplomati – secondo Regione e Confindustria, rappresentata dal presidente giuliano Sergio Razeto e da Fabrizio Gea, responsabile nazionale Digital Hub – devono potersi formare con l’ausilio di un’alternanza scuola-lavoro ben fatta, salva la possibilità di proseguire poi gli studi all’università. Come ha reso noto la rappresentante del Ministero dell’Istruzione, il Friuli Venezia Giulia già oggi figura al terzo posto nella classifica delle Regioni d’Italia per i percorsi formativi degli Its. Per il raggiungimento degli obiettivi di Industria 4.0 – tutti d’accordo i relatori – saranno decisivi i laureati e i diplomati Stem (ovvero scientifico-tecnologici). Nello specifico, la maggior domanda di reclutamento riguarda gli sviluppatori Ict, di gran lunga la figura più richiesta nell’ambito di un settore contraddistinto nel 2018 in Italia da una crescita del 2,5 per cento che – come ha reso noto il direttore di Anitec-Assinform Linda Cecconi – sarà confermata anche nel 2019. Nel pomeriggio i lavori del convegno sono proseguiti in una decina di tavoli tematici con gli approfondimenti a cura di una sessantina di esperti e la partecipazione di rappresentanti della direzione regionale Lavoro Formazione Istruzione che trarranno gli spunti necessari agli adattamenti delle politiche regionali sui temi della sfida digitale.