Nuovi confini per l’artigianato artistico. Da 500 le imprese in Fvg passano a 6.000
Tra promozione, formazione e nuove sinergie con il turismo se valorizzato, il comparto in regione può valere 340milioni
Parte da Udine la “rivincita” dell’artigianato artistico nazionale, settore ritenuto da molti marginale che invece vanta numeri e grandi potenzialità. Per dimostrarle, i sottoscrittori della Carta internazionale dell’artigianato artistico, firmata 5 anni fa anche dalla Regione Fvg, si sono dati appuntamento venerdì 14 giugno scorso a Udine, nella sede provinciale di Confartigianato. Obiettivo: fare il punto della situazione e delineare nuove strategie di sviluppo del settore nel solco della Carta. L’istantanea scattata ha permesso anzitutto di rivalutare la consistenza delle imprese attive nell’ambito dell’artigianato artistico che in Italia, stando alla proposta di riclassificazione che l’Ufficio studi nazionale di Confartigianato ha proposto al tavolo di lavoro, conta su 288mila realtà di cui 6.040 attive in Friuli Venezia Giulia. Dieci volte tanto quelle che le attuali categorizzazioni attribuiscono al settore. La proposta rende giustizia alla ricchezza di un comparto che ha tutte le carte in regola per contribuire al rilancio del Paese. Si stima infatti che se adeguatamente valorizzato il settore sarebbe in grado di produrre in un punto di Pil pari a 17 miliardi di euro, 340 milioni (circa il 2%) se restringiamo il campo al Fvg. Da qui le proposte del tavolo di lavoro che ha riaffermato con forza la necessità di promuovere maggiormente l’artigianato artistico, di puntare sulla formazione in ambito scolastico e di stringere un’alleanza con il turismo.
I numeri. Soddisfatta la capocategoria dell’artigianato artistico provinciale Eva Seminara: “La riclassificazione proposta per noi è molto importante perché riconosce una massa critica che sono certa ci darà in futuro modo di pesare di più sui centri decisionali. Da 542 imprese passiamo in regione a oltre 6.000 moltiplicando il nostro peso e le possibilità di un settore che troppo spesso è stato ritenuto marginale”. I numeri dicono altro: al lavoro, restando ai primi tre posti per specializzazione, ci sono 1.270 imprese nel settore dei metalli, 944 in quelli della liuteria e dell’occhialeria, 548 nella fabbricazione dei mobili, segmento – quest’ultimo – che vede il Friuli Venezia Giulia al primo posto tra le regioni italiane per indice di specializzazione.
Al tavolo stamattina si sono seduti diversi attori. Tra gli altri, Andrea Santolini, presidente nazionale dell’artistico di Cna, e Guido Radoani, responsabile nazionale dell’ufficio categorie di Confartigianato-Imprese, insieme ad Alessandra De Nitto per Fondazione Cologni Mestieri D’Arte ed Elisa Guidi di Artex – Centro per l’Artigianato Artistico della Toscana, Patrizia Maggia per MAC e Nurye Donatoni per IVAT.
Rapporto con il turismo. Dal tavolo è emersa con forza la necessità di lavorare tutti insieme per un cambio di visione del mestiere artigiano. Artistico ma non solo. “L’artigianato non è una cosa polverosa come molti ancora pensano. E’ un elemento di forte identità del territorio che dobbiamo imparare a valorizzare. Pensiamo al mosaico di Spilimbergo, alle ceramiche di Nove, alla liuteria di Cremona: sono le carte d’identità di quei territori nel mondo. Ebbene – ha dichiarato Santolini – abbiamo visto impiegare importanti risorse per portare all’estero i nostri prodotti, oggi pensiamo che vada fatto un processo inverso, che si debba portare gli acquirenti sul territorio attraverso il cosiddetto turismo emozionale”. Uno spiraglio di sviluppo che va detto in Fvg Confartigianato-Imprese ha già infilato grazie alla preziosa collaborazione con Promoturismo Fvg. I visitatori oggi possono sia visitare le botteghe che scoprirne il lavoro grazie all’ospitalità data dalle cantine vitivinicole in occasione delle degustazioni.
Formazione. Ultimo aspetto affrontato stamattina è stato quello della scarsa formazione che il tavolo ha ritenuto all’unanimità un problema da risolvere. “I nostri ragazzi sono sempre più smanettoni digitali e questo va bene, non però a discapito della manualità creativa, che un tempo passava anche dai banchi di scuola, oggi invece non più” ha denunciato il presidente di Confartigianato-Imprese Udine, Graziano Tilatti, portando il suo saluto al tavolo. “Dobbiamo recuperare quella cultura e non solo per l’artistico ma per il futuro delle nostre imprese in generale”. Va detto che l’associazione provinciale diversi passi in tal senso li ha già compiuti con progetti quali Maestri di Mestiere e Fruts e Frutis, il primo dedicato ai bambini della scuola primaria, il secondo ai ragazzi delle medie. “In dieci anni abbiamo coinvolto 20 mila bambini, circa 2.000 l’anno, portando i maestri a scuola per mostrare ai più piccoli cosa si può fare con le mani e aprendo le porte dei laboratori ai ragazzi più grandi. L’intento, condiviso al tavolo di oggi – ha concluso Eva Seminara -, è quello di estendere questi progetti su scala nazionale”.