Modelli aziendali di riferimento per il presente e il futuro sono di costante interesse
Presso Confindustria Udine con la presenza di 120 imprese, dirigenti, professionisti, si è tenuto il convegno intitolato “Adriano Olivetti e impresa responsabile: un modello ancora attuale?”. Diverse le autorità intervenute, a rappresentanza del mondo accademico, di quello istituzionale e delle realtà aziendali del territorio friulano.
Grazie alle tavole rotonde, che hanno dato al convegno un taglio dinamico, le diverse autorità si sono confrontate ed hanno tentato una risposta alla domanda fondamentale alla base di quest’evento: nell’era del digitale può dirsi che l’uomo sia ancora al centro?
Nell’ottica quindi di comprendere le prospettive per l’impresa ed il lavoro nell’era digitale, in cui la tecnologia è sempre più predominante e l’uomo appare sempre più sostituibile, ciò che è emerso è la necessità di riscoprire l’uomo nella sua figura di assoluto protagonista del processo produttivo. Alla base di ciò la concezione dell’uomo con la sua sensibilità, la capacità di risoluzione dei possibili problemi e l’emotività che esulano il processo industriale in quanto tale, e continua a renderlo imprescindibile. Il nocciolo fondamentale della questione è infatti: chi le costruisce queste macchine? Chi stabilisce come queste macchine debbano funzionare? Chi le ripara? Ad oggi, l’unico soggetto che può compiere tutto ciò è l’uomo, che va valorizzato, apprezzato e sostenuto, con le sue debolezze e i suoi difetti, perché solo così la società può funzionare. L’idea in quanto tale, che crea e permettere di evolvere, è propria solo dell’uomo e della sua genialità.
Il convegno di mercoledì scorso, che ha avuto un importante successo tra il pubblico, ha permesso di riflettere su questi temi partendo dalla figura di un imprenditore, Adriano Olivetti, anomalo, rivoluzionario, che si sforzò di portare avanti una battaglia personale, ossia la creazione di una società più giusta e sana.
Alle sue idee, che conservano oggi la loro portata rivoluzionaria e suonano quanto mai attuali, si ispirano molti imprenditori, come è emerso dalle testimonianze dei relatori provenienti dal mondo delle imprese. Le esperienze che hanno portato sono state illuminanti perché hanno dimostrato che si sta facendo molto per rendere le imprese maggiormente a misura d’uomo. Ma non solo, perché l’azienda olivettiana è anche l’azienda che condivide i risultati con il collaboratore, che lo fa sentire parte di essa, che gli dà fiducia.
La fiducia è stata forse la parola chiave del convegno, perché la fiducia è ciò che permette di relazionarci e che più di tutto ci rende insostituibili.