Alla scoperta delle Valli del Natisone
Collegate alla città di Forum Iuli, fondata da Giulio Cesare e più comunemente conosciuta come Cividale, le Valli del Natisone, abbracciando i comuni di Drenchia, Grimacco, Stregna, San Leonardo, Savogna, San Pietro e Pulfero, si estendono nella parte più ad est della nostra regione. Sono l’insieme di quattro valli attraversate da altrettanti fiumi, ovvero il Natisone, l’Alberone, il Cosizza e l’Erbezzo.
Un territorio affascinante, ricco di miti e di leggende, che raccoglie anche un gruppo etnico, ben definito per lingua, appartenenza sociale, per usi e costumi, per tradizione culturale e, certamente ultimo motivo, per storia.
Addentrandosi all’interno delle Valli che è possibile godere dell’assoluta tranquillità e bellezza che la natura possiede, è proprio in questa zona che l’antica popolazione slava incontrò la cultura friulana, dando vita alla cosiddetta “Slavia friulana”, regione collinare testimone dell’integrazione tra i diversi gruppi etnici slavi ed il popolo friulano.
Sempre durante la visita a queste meravigliose valli, poi, è possibile imbattersi in diverse cavità naturali, tra le quali spicca per cultura, storia e natura, la grotta di San Giovanni d’Antro, uno dei luoghi più suggestivi di tutte le Valli.
Essa, oltre a svelare la leggenda della regina longobarda Teodolinda – si narra che la regina – rifugiatasi nella grotta, riuscì a far togliere l’assedio unno gettando l’ultimo sacco di grano sui soldati, convincendo così Attila dell’abbondanza di provviste – nasconde anche un’incantevole chiesa interamente scavata nella roccia, raggiungibile salendo ben 86 scalini immersi nella quiete del seducente paesaggio naturale.
Per di più, nell’ambiente naturale di quest’area gli sportivi sono liberi di praticare numerose attività, quali trekking, pesca sportiva o percorsi in mountain bike.
Stretto, inoltre, è il legame tra religiosità e quotidianità, testimoniato dalla presenza di molteplici monumenti. Il Santuario di Castelmonte sorge a 618 metri di altezza. Già dal VI al IX secolo, la Chiesa di “Santa Maria del Monte” era una delle più importanti del Patriarcato di Aquileia.
La statua della Madonna col Bambino è il cuore del Santuario. La rappresentazione della madonna ha un incarnato scuro e si inserisce nella tradizione delle madonne nere presenti in vari santuari europei.
Le chiesette votive (addirittura 44) risalenti ai secoli XV e XVI, sparse ovunque all’interno delle Valli: proprio all’interno di queste si possono ammirare gli splendidi affreschi di Jernei da Skofia Loka, oltre ai bellissimi altari lignei dorati che adornano le chiese.
In queste vallate si possono trovare anche tracce di storia antica e moderna, come i resti di castellieri e di insediamenti romani o le linee difensive della Prima Guerra Mondiale.
Il monte Kolovrat, è un museo all’aperto dove è possibile visitare gli appostamenti della Terza linea di difesa italiana durante il primo conflitto mondiale.
La cresta del monte, al confine tra Italia e Slovenia, è ricca di fortificazioni e trincee conservate e visitabili.
Nei pressi del rifugio Solarie è possibile vedere il monumento dedicato al primo caduto italiano nella Grande Guerra, l’alpino Riccardo Giusto.
Il Matajur
Il monte Matajur è una montagna delle Prealpi Giulie alta 1641 metri ed è considerato il simbolo delle Valli del Natisone; è conosciuto anche come Matajûr in friulano, mentre nel dialetto sloveno locale si chiama Monte Re e Baba. Il nome ha origine da Mont Major (Monte Maggiore di Cividale), che si è tramutato nel tempo in Mot Major fino ad arrivare al nome odierno.
È collocato nella parte orientale del Friuli, sovrastando la città di Cividale; nonostante non sia molto elevato è facilmente individuabile per la sua caratteristica forma conica e rappresenta un’attrazione naturalistica non indifferente.
Numerosi, infatti, sono i turisti che ogni anno raggiungono la cima del monte, visitando la Chiesetta del Cristo Redentore, costruita sulle macerie della cappella inaugurata nel 1901 per ricordare i diciannove secoli dalla Redenzione, colpita prima da un fulmine e poi distrutta durante la battaglia di Caporetto.
È proprio dalla vetta del Matajur che si può ammirare ed apprezzare lo splendido panorama, che copre le zone del Carso, l’Istria, il Monte Nero, le Dolomiti e la laguna di Grado, fino ad arrivare alle cime del Canin, del Mangart e del Tricorno.
Raggiungere la vetta non è difficile, in quanto i fianchi del monte sono poco pendenti: è proprio dalla parte laterale che sgorgano le acque delle sorgenti che sfociano nel fiume Natisone. Inoltre, la cima del monte è da sempre stata terra di confine, prima con l’Austria, passando poi per la Jugoslavia ed arrivando al giorno d’oggi a dividere Italia e Slovenia.
da IL PAîS gente della nostra terra edizione cartacea – luglio 2019