Le forme amate di Sergio Marino
Sergio Marino, artista con oltre cento mostre tra personali e collettive in curriculum, con un grande amore per le forme, siano esse lo scalpitante cavallo o il volto femminile, ha deciso di scrivere un libro. E’ il piccolo volume che raccoglie le storie della sua grande vita…grande perchè vissuta pienamente e a lungo. Ora, passati tanti anni, può essere tempo di bilanci. Bilanci provvisori e non definitivi ma pur sempre bilanci, cioè ragionamenti complessivi e analisi di un’esistenza concentrata sull’arte ma anche su scelte di vita e di lavoro che vanno al di là della creatività. Chiaramente, diversamente non potrebbe essere. In una vita ci sono i giorni della storia individuale e gli incroci tra l’io e il suo giocare una sorta di ruolo storico. un pittore, per fare l’esempio di Sergio Marino, nel piano individuale vive degli accadimenti ma quando si incontra con il pubblico suscita anche un breve giudizio storico e si innesta nel tessuto collettivo, appunto sociale.
La stesura e il completamento, ma soprattutto la pubblicazione di questo libro, vanno incoraggiate.
L’artista, autore di stupendi tromp d’oeil, tra le altre sue opere, ha lavorato in molte piazze pubbliche e luoghi privati, con il tromp potremmo maggiormente specificare la sua appartenenza alla sfera individuale e collettiva. Cosi come potremmo parlare dell’individuale che si storicizza nel collettivo quando accenniamo alla sua presenza a Roma dove conobbe anche Pierpaolo Pasolini, nel 73, con il quale collaboro’ alla Casa degli artisti di Roma e alle scenografie nel film Storie scellerate, la pungente critica al papato che il “casarsese” stigmatizzò. Forse poteva essere per Marino l’inizio di una nuova storia personale innestata nel collettivo ma la morte del maestro impedì il proseguo di questa collaborazione, anche perchè Pasolini gli offrì un’occasione di lavoro nella lontana Katmandu e il giovane Sergio, scoraggiato dalla madre non affrontò l’avventura .
Negli Emirati Arabi comunque Marino andrà, anni più tardi e affronterà il delicato tema della marmo pittura, la cui filosofia estetica l’autore conserva ancora nella sua ricerca.
Il mondo africano si aprì a Marino anche con la conoscenza del mondo tuareg e la vita gli spalanco’ insomma varie porte, dentro le quali Marino si gettò con l’entusiasmo e l’incoscienza giovanile prima e con la consapevolezza che bisogna rischiare anche in un tempo maggiormente incline alla maturità.
Ora in questo libro che è atteso da molti, Marino si racconta e lo fa con penna agile, ma allo stesso tempo con semplicità , parlandoci con il cuore in mano, senza presunzione ma con tanta consapevolezza che qualche cosa da raccontare ce l’ha…eccome.
La sfida oramai lo ha colto, Sergio Marino non torna indietro e scavare nei recessi della memoria gli sta dando in questi mesi un dolce naufragar in un mare del quale non sempre lui aveva saputo calcolare la potenza dell’onda.