Medici di famiglia scambiati per prescrittori di cure già decise dal paziente
Troppe auto-cure. Troppe richieste improprie. Per questo è necessario pensare ad un vademecum contenente anche i doveri dei pazienti.
Ogni giorno i medici di medicina generale devono far fronte a richieste di esami ed accertamenti decisi in maniera autonoma dal paziente o a dover frenare pretese di prescrizione di terapie volute dal paziente che, magari, ha letto un articolo in un magazine o ha sentito un vicino di casa o un amico. Capita spesso anche che, in concomitanza con trasmissioni televisive sulla medicina, le persone sane, accusando tutti i sintomi oggetto dell’approfondimento, pretendano di essere subito medicalizzate, credendosi malate, spiega il vicepresidente dell’Ordine dei medici di Udine, Gianluigi Tiberio. A tutto questo si deve aggiungere una pressante medicalizzazione sociale che induce, attraverso i media, milioni di persone a loro volta a farsi medicalizzare per niente. Anticamera del fenomeno, in crescita anche in Friuli, dell’automedicazione, gente che con internet, o altri canali non medici, esige di curarsi da sola.
Per gestire questa massa di domande ‘esigenti’ e quasi sempre frutto di condizionamenti o suggestioni, l’Ordine dei Medici ricorda che a decidere in merito ad esami, visite, accertamenti e terapie è, in prima istanza, il medico di medicina generale. “I medici di famiglia – racconta il dottor Tiberio – devono così cercare di contrastare, più che mediare, una domanda di salute esorbitante. Riceviamo spesso richieste inappropriate che, proprio per questo, non possono essere accettate, e ciò non rappresenta certo una motivazione per cambiare medico, come qualcuno pensa”. E così c’è chi ha mal di schiena e pretende di essere sottoposto ad una risonanza magnetica, chi accusa gonfiori alla pancia e vuole, avendo navigato in internet, sottoporsi subito ai test per la celiachia, chi si sente affaticato e vorrebbe fare tutti gli esami possibili…
Anche per il Presidente dell’Ordine dei medici, Maurizio Rocco, “è indispensabile far crescere nei pazienti la consapevolezza dei loro doveri, non soltanto dei loro diritti. Per questo il medico di famiglia ha un compito fondamentale nel far comprendere che la medicina di base non è uno sportello preposto ad accogliere a scatola chiusa tutte le richieste preconfezionate”.
L’Ordine intende sensibilizzare l’opinione pubblica sul tema dei pazienti consapevoli proprio per salvaguardare gli interessi prioritari della salute pubblica garantendo quanto previsto dalla Carta costituzionale: quando infatti la domanda di cure è squalificata e sproporzionata, chi ci rimette davvero sono i malati più gravi. L’eccesso di domanda’ in questo caso è quello peculiare di falsi bisogni, con il rischio di danneggiare involontariamente i bisogni veri gravi.
Un paziente consapevole, si assume la responsabilità delle proprie scelte dopo essere stato debitamente informato, si preoccupa di mantenersi in salute adottando stili di vita adeguati, evita di consumare risorse che sono a disposizione di tutti in maniera inappropriata.
Il paziente “esigente” deve quindi diventare un cittadino consapevole dei propri obblighi morali che lo impegnano di fronte al medico e alla comunità. Se il cittadino diventa un coautore della propria cura, allora non può solo avere diritti ma deve avere anche dei doveri, quelli che vanno dalla salute, al buon uso dei servizi, all’obbligo di rispettare le prescrizioni del medico, di non sprecare le risorse, di adottare condotte ragionevoli, di non aggredire i medici né verbalmente né fisicamente e di non esigere esami inutili e terapie non necessarie che vanno a scapito di chi ha veramente necessità.