Stupro a Udine, Fontanini, Battaglia e Ciani: “crimine gravissimo, necessario rivedere le regole dell’accoglienza”
“Ancora una volta dei richiedenti asilo, questa volta pakistani, cui è stata negata la domanda di protezione internazionale, si sono resi responsabili di un crimine gravissimo, uno dei più ignobili e vigliacchi, quello dello stupro, consumato sulla pelle di una ragazzina friulana di quindici anni, cui va tutta la vicinanza mia e dell’Amministrazione che rappresento”. Lo dichiara il Sindaco di Udine Pietro Fontanini.
“È evidente – aggiunge Fontanini – che c’è un problema enorme legato non solo al sistema di accoglienza, che permette a chi non ha diritto di rimanere di muoversi liberamente per le nostre città e di commettere ogni genere di crimine, dalla violenza allo spaccio di droga, rendendo particolarmente difficile un controllo capillare da parte delle Forze dell’Ordine, ma anche alla cultura di provenienza, che troppo spesso intende la donna come un oggetto a disposizione delle più base pulsioni dei giovani maschi che arrivano nel nostro Paese senza una prospettiva e un’occupazione”.
“Ora è estremamente importante che il Governo definisca una volta per tutte delle regole chiare e capaci di garantire la sicurezza dei cittadini anche durante i periodi di verifica della richiesta di riconoscimento dello status di rifugiato e che, a fronte del diniego, queste persone siano immediatamente allontanate dalle nostre città e dal nostro Paese”.
Anche l’Assessore alle pari opportunità del Elisa Asia Battaglia ha voluto esprimere “sconcerto per quello che è accaduto nella nostra città e che solo oggi è venuto alla luce. Questo ci dimostra che la strada da percorrere affinché la donna sia rispettata e trattata alla pari dell’uomo è ancora lunga, soprattutto a causa della cultura maschilista e misogina dalla quale provengono questi sedicenti rifugiati, cui spesso, come in questo caso, viene negata la richiesta di protezione internazionale. Come assessorato abbiamo anche organizzato alla Caserma Cavarzerani il progetto Omara, teso a sensibilizzare gli ospiti al rispetto della donna, ma è evidente che nessun progetto può funzionare se questi individui non hanno alcuna intenzione di cambiare. È ora che il Governo stanzi un fondo per i rimpatri dedicato a chi commette violenza sulle donne e che questi criminali vengano giudicati dai loro Paesi di provenienza con la massima severità”.
Secondo l’Assessore alla sicurezza Alessandro Ciani “i fatti di questi giorni, dall’accoltellamento avvenuto in via Scrosoppi allo stupro della ragazza di quindici anni da parte di un branco di pakistani, dimostrano come la gestione dei flussi migratori debba essere radicalmente rivista a livello centrale. La Polizia Locale, attraverso una presenza sul territorio e grazie alla costante collaborazione con le Forze dell’Ordine, riesce a garantire un livello di sicurezza tale da collocare la città di Udine tra le prime in Italia. Ciò non basta tuttavia a evitare che anche crimini di questa gravità possano sfuggire ai controlli e verificarsi, soprattutto a causa della presenza di persone che non conoscono il rispetto della donna e di un sistema di regole a maglia larga che non permette controlli severi sugli orari e sulle presenze nelle strutture che gestiscono l’accoglienza. Come Assessore alla sicurezza non posso che impegnarmi per un’azione sempre più forte non solo nel presidio del territorio ma anche di pressione nei confronti del Governo per la definizione di regole chiare, severe e di semplice buonsenso, come quella del rimpatrio di chi non ha diritto di rimanere nel nostro Paese”.