Bio-on: il nuovo scandalo bancario che coinvolge migliaia di risparmiatori
L’operazione “Plastic Bubble” della Procura di Bologna, partita da una denuncia presentata lo scorso 24 luglio dal Fondo americano Quintessential, ha fatto crollare il castello di plastica che Bio-on aveva fatto credere agli investitori esistesse. Società presente sul mercato AIM, assieme ad altre 126 società quotate ad alto potenziale di crescita, aveva visto i propri titoli schizzare da 5 euro nel 2014 a 70 euro nel 2018 con un rialzo del 1400% ed una capitalizzazione che aveva raggiunto il miliardo, producendo plastica rigenerata per 1000 tonnellate all’anno. Peccato che tutti questi dati fossero falsi… L’indagine ha messo nero su bianco come fosse stata operata dagli amministratori della Bio-on una esposizione non veritiera delle voci di bilancio e dei dati sulla produzione degli impianti di Castel Sanpietro (anzichè 1000 tonnellate all’anno venivano prodotte circa 80 tonnellate di plastica rigenerata) con una strategia di comunicazione sistematica, roboante ed ammiccante e ottimisticamente proiettata verso obiettivi sempre più significativi sottacendo alcuni dati di fondo, creando nel mercato ingannevoli aspettative di crescita ed espansione e influenzando significativamente l’andamento azionario.
Il titolo ad oggi è stato bloccato essendo crollata la capitalizzazione da 1 miliardo a 196 milioni di euro e dunque perdendo l’80% del valore.
Le accuse sono di truffa, falso in bilancio, false comunicazioni sociali e manipolazione del mercato.
I risparmiatori, dalle prime stime, potrebbero essere coinvolti per 500 milioni, oggi volatilizzatisi. Il numero dei risparmiatori coinvolti in Friuli Venezia Giulia è ancora difficile da sapere ma si stima in diverse centinaia essendo un titolo di grande appeal sul mercato.
Sono stati posti in essere sequestri per 150 milioni di euro e si stanno discutendo misure per evitare che i 100 lavoratori possano perdere l’impiego.
La domanda sorge spontanea: chi doveva vigilare? Oltre agli amministratori chi sono i responsabili? Occhi puntati dunque su Envent, che ha accompagnato l’azienda Bio-on nel mercato finanziario, e sulla società di revisione ma anche su Consob. Consumatori Attivi (cel. 3473092244 – tel. 04321721212) sta seguendo in prima linea la vicenda al fine di aiutare i risparmiatori a veder tutelati i loro diritti lesi dalle false informazioni.
Drammatico è constatare come una società che faceva del green e della responsabilità sociale la sua virtù poi si sia rivelata nei fatti praticare l’esatto opposto! Peccato però che ultimamente capiti troppo spesso che le grandi truffe finanziarie poste in campo da chi ha sede in Italia vengano svelate da soggetti esteri e non da chi sarebbe deputato a vigilare. Necessaria è una riscrittura delle regole per rendere il mercato più trasparente.
nella foto Avv. Barbara Puschiasis Presidente Consumatori Attivi FVG