Facciamo i conti in tasca ai friulani
Ci aiuta il report annuale di Banca d’Italia, che fotografa lo stato di salute delle finanze dei residenti in Friuli Venezia Giulia. Lasciamo, dunque, la parola ai numeri. Nel 2018 il reddito disponibile delle famiglie residenti in regione è tornato a crescere, dopo la temporanea contrazione registrata nell’anno precedente. Il Friuli Venezia Giulia continua a caratterizzarsi per livelli di povertà e di disuguaglianza più contenuti rispetto alla media delle regioni italiane.
Negli ultimi anni, in concomitanza con la ripresa ciclica dell’attività economica in regione, è progressivamente cresciuta la quota di famiglie che valutano migliorata la propria situazione economica e, nel 2018, oltre sei famiglie su dieci giudicavano le proprie risorse adeguate o più che adeguate per le loro esigenze. Nel corso del 2018 e nei primi mesi del 2019 il clima di fiducia misurato dall’Istat per le regioni del Nord Est ha mostrato una sostanziale stabilità.
Il reddito
Nel 2017, ultimo anno per il quale i dati tratti dai Conti economici territoriali sono disponibili, in Friuli Venezia Giulia il reddito delle famiglie consumatrici si attestava a circa 20.600 euro pro capite (18.500 in Italia). La ripresa del reddito disponibile, iniziata nel 2013, è stata più intensa nel biennio 2015-16. In base alle elaborazioni di Banca d’Italia su dati forniti da Prometeia e riferiti al totale delle famiglie residenti, nel 2018 il reddito disponibile, valutato a prezzi costanti, è aumentato dello 0,6 per cento rispetto all’anno precedente.
I consumi
Secondo i dati di Prometeia, sempre riportati da Banca d’Italia, nel 2018 l’espansione dei consumi in regione, in atto dal 2014, è proseguita ad un ritmo moderato (0,7 per cento rispetto all’anno precedente) e simile a quello del reddito disponibile. Tale andamento trova conferma nei dati sulla spesa delle famiglie residenti per beni durevoli, che in base alle informazioni dell’Osservatorio Findomestic sarebbe cresciuta, anche se in rallentamento rispetto all’anno precedente.
Nel 2017, ultimo anno per il quale i dati dell’Istat sono disponibili, la spesa media mensile di una famiglia di due persone residente in Friuli Venezia Giulia, espressa in termini equivalenti, era pari a circa 2.710 euro, il 6 per cento più elevata rispetto alla media nazionale. Poco meno del 40 per cento di tale spesa è stato destinato all’abitazione (come, ad esempio, manutenzioni, utenze e canoni di affitto), una quota superiore alla media italiana (35 per cento). Le altre voci di spesa, compresa quella per generi alimentari, che rappresenta il 17 per cento del totale, mostravano invece un’incidenza lievemente inferiore rispetto alla media nazionale.
La ricchezza delle famiglie
In base a stime aggiornate al 2017 (ultimo anno disponibile), la ricchezza netta delle famiglie del Friuli Venezia Giulia (ammontava a 194 miliardi di euro, pari a 7,6 volte il reddito disponibile lordo (8,5 volte in Italia). Tra il 2008 e il 2017, il valore della ricchezza netta delle famiglie in regione, valutato a prezzi correnti, è aumentato del 6,3 per cento (registrando però una contrazione del 5,1 per cento se valutato a prezzi costanti). Nel 2017, il valore della ricchezza netta pro capite (circa 159.000 euro) ha continuato a crescere, recuperando così quasi del tutto il differenziale negativo rispetto al livello medio nazionale Essa resta però inferiore di circa il 18 per cento rispetto alla media delle regioni del Nord Est.
La ricchezza finanziaria
Tra il 2008 e il 2017, il valore corrente delle attività finanziarie è cresciuto di circa il 20 per cento. La dinamica positiva si è intensificata nella fase di ripresa economica: le attività finanziarie pro capite si sono progressivamente ridotte fino al 2011, per poi recuperare marcatamente nel periodo successivo, in linea con la dinamica osservata a livello nazionale e nel Nord Est. Nel 2017, al netto delle passività (mutui, prestiti personali, ecc.), la ricchezza finanziaria era pari a 3,1 volte il reddito disponibile. Al termine del 2017, circa il 29 per cento del portafoglio delle famiglie residenti in Friuli Venezia Giulia era costituito da attività liquide (circolante e depositi bancari e postali), un valore inferiore alla media nazionale, ma in lieve crescita rispetto all’inizio della crisi. Dal 2008 la quota dei titoli obbligazionari e dei titoli di Stato italiani è scesa di circa cinque punti percentuali, con un calo più consistente rispetto alle aree di confronto; analogamente, la quota di azioni e partecipazioni (circa il 16 per cento delle attività) è diminuita di quasi quattro punti percentuali rispetto al 2008. È invece cresciuto sensibilmente il risparmio gestito (43 per cento circa).
L’indebitamento delle famiglie
In Friuli Venezia Giulia il peso del debito delle famiglie verso banche e società finanziarie sul reddito disponibile continua a collocarsi su livelli contenuti e inferiori alla media nazionale. Il divario risente prevalentemente della minore incidenza del credito al consumo e degli altri prestiti diversi dai mutui.
Nel 2018, i finanziamenti erogati da banche e società finanziarie alle famiglie consumatrici residenti in regione hanno continuato a crescere, anche se ad un tasso inferiore rispetto all’anno precedente. La dinamica è imputabile soprattutto all’indebolimento della crescita del credito al consumo, scesa dal 10,2 al 7,8 per cento; anche i prestiti per l’acquisto di abitazioni hanno lievemente decelerato.
La povertà
Al termine del 2017, ultimo anno per il quale i dati Istat per il Friuli Venezia Giulia sono disponibili, il 17,2 per cento dei residenti era stimato a rischio di povertà o di esclusione sociale, un valore in linea con la media del Nord Est, ma largamente inferiore a quella nazionale (28,9 per cento).
da IL PAîS gente della nostra terra edizione cartacea Ottobre 2019