Turismo: Bini, Cjase Cocèl conserva e tramanda le nostre tradizioni
“Cjase Cocèl con la riproposizione degli ambienti della nostra vita contadina, come il focolare, la bottega del fabbro e quella del falegname, va inserita all’interno del nostro programma di sviluppo turistico; più attrarre visitatori e regalare loro questo patrimonio di mestieri antichi e di civiltà rurale che rappresentano le nostre tradizioni, da conservare e tramandare”. Lo ha detto l’assessore al Turismo del Friuli Venezia Giulia, Sergio Emidio Bini, partecipando, oggi a Fagagna, ai festeggiamenti per i 25 anni di attività di Cjase Cocèl, il museo della vita contadina, durante i quali è stato svelato il murales commemorativo del 25° realizzato da Massimiliano Gosparini. “Venticinque anni sono un importante traguardo reso possibile anche dall’impegno dei volontari, a cui va il nostro ringraziamento – ha indicato l’esponente della Giunta Fedriga -. Grazie alla loro presenza e al sostegno delle istituzioni riusciamo a far conoscere la storia e le tradizioni”. “La vita rurale quotidiana della nostra terra, che in questo museo è ben rappresentata, va tramandata ai giovani” ha ribadito Bini rimarcando il dovere di non dimenticare le nostre origini e sottolineando la massima disponibilità da parte dell’amministrazione regionale a conservare e diffondere questo patrimonio del passato. L’assessore, accompagnato dal consigliere regionale Massimo Moretuzzo, dal sindaco di Fagagna Daniele Chiarvesio e da Elia Tomai, presidente dell’associazione del museo della vita contadina, ha potuto apprezzare la ricostruzione delle diverse ambientazioni che facevano parte della civiltà contadina del Friuli: dagli antichi mestieri con la bottega del fabbro e quella del falegname, alla casa con il focolare fino ai lavori agricoli, femminili con quelle che erano attività che un tempo la maggior parte delle friulane sapeva fare: pizzi, merletti, ricami, tessitura della lana e lavorazione della seta. Bini ha potuto visitare anche l’aula della scuola con gli arredi del passato, i banchi con i calamai e il pallottoliere. Chiarvesio ha valorizzato l’impegno profuso dalla comunità in questi 25 anni evidenziando alcuni numeri, fra i quali gli oltre diecimila studenti in visita ogni anno a Cjase Cocèl mentre Tomai ha precisato come il progetto museale affonda le radici agli inizi degli anni’80 quando fu istituito il comitato esecutivo per le celebrazioni del millenario di Fagagna anche se la data di nascita è fissata al 1994. Moretuzzo, infine, ha plaudito all’intuizione di dare vita a una realtà “che difende la cultura e l’anima del nostro popolo, conserva il passato e ha riflessi sul presente”.