Il matrimonio in Friuli si celebra ancora?
Il diritto di sposarsi liberamente frutto di faticosi percorsi sociali e per nulla scontato in altre epoche e riportato anche nella Dichiarazione Universale dei Diritti dell’Uomo è ancora sentito ed attuale?
In Friuli V.G., a giudicare dai numeri, non sembra.
Il 60% dei friulani che si sposano scelgono di pronunciare il “fatidico sì” davanti all’ ufficiale di stato civile. Questo è quanto emerge dall’ annuario “Regione in cifre 2018” del F.V.G., dove risalta una sensibile differenza tra i dati friulani e quelli nazionali. In Italia il numero di matrimoni concordatari supera il numero di quelli civili, mentre in FVG il matrimonio religioso non è più la prima e unica scelta per convolare a nozze. Se poi si analizza il numero di matrimoni rispetto ai divorzi e alle separazioni, il dato è sconcertante e sembra che l’istituto stesso del matrimonio sia in profonda crisi. Nella nostra Regione il numero di matrimoni è inferiore rispetto al numero di separazioni e divorzi, secondo quanto riportato dall’ annuario statistico italiano dell’Istat. In particolare, le separazioni consensuali e giudiziali superano di gran lunga i divorzi.
In virtù di questo trend negativo, la Cassazione si sta adoperando per arginare le falle normative relative a questi processi già difficoltosi dal punto di vista emotivo, familiare, sociale ed economico. Una delle ultime ordinanze della Corte di Cassazione (n. 26084/2019) ha preso in considerazione l’applicazione del criterio del tenore di vita. Il caso riguardava un marito che, dopo aver ottenuto dal giudice di secondo grado un assegno mensile di 1.500 euro da parte dell’ex moglie, ricorreva in Cassazione per riceverne uno da 6.000 euro, affermando che la ex moglie, siccome continuava ad elargire somme di denaro nei suoi confronti oltre all’assegno mensile, non avrebbe avuto problemi a corrispondere una somma maggiore allo stesso.
La Corte di Cassazione ha rigettato il ricorso dell’ex marito, ribadendo che, ai fini dell’attribuzione e della quantificazione dell’assegno di mantenimento, non rileva più il tenore di vita come parametro di riferimento.
Questa decisione della Cassazione è coerente con un’altra ordinanza (n. 16405/2019), con la quale la Corte Suprema aveva applicato all’assegno di mantenimento i principi sanciti per l’assegno divorzile, sottolineando l’irrilevanza del tenore di vita. Le sentenze e le ordinanze pronunciate dalla Corte di Cassazione in relazione alle separazioni e ai divorzi sono numerose, ma la normativa è ancora deficitaria e non tiene conto delle casistiche oramai senza fine. Per tale motivo, il consiglio ai coniugi ed alle coppie in generale è quello di cimentarsi seriamente in possibili intese e di affidarsi ad esperti per ogni fase della vita familiare.
Rubrica a cura del laboratorio del diritto
roberto.omenetto@laboratoriodeldiritto.it
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IL PAîS Gente della nostra terra edizione cartacea Novembre 19