Allo scrittore libico Hisham Matar, premio Pulitzer 2017, Dedica 2020
E’ Hisham Matar, scrittore di origini libiche che vive tra Londra e New York, vincitore del premio Pulitzer 2017, con The return. Fathers, sons and the land in between, Penguin 2016 (Il ritorno. Padri, figli e la terra fra di loro, Einaudi 2017)
racconto struggente e potente di un ritorno in patria – quello dell’autore stesso, dopo un esilio durato più di trent’anni, e della ricerca di un padre scomparso – il protagonista di Dedica 2020.
“Al di là della qualità indiscutibile dell’opera di un autore tradotto in 40 lingue, pluripremiato, con una bibliografia ristretta ma di grandissimo spessore e riconoscimento e i cui saggi sono pubblicati sul New York Times, sul Guardian, sul Times
– afferma il curatore artistico del festival Claudio Cattaruzza – ancora una volta la scelta è caduta su uno scrittore la cui vicenda personale ci porta dritti dentro la storia e dentro l’ attualità. E Dedica diventerà come sempre anche occasione per avere uno sguardo alto e privilegiato su altri Paesi”.
Organizzata dall’associazione culturale Thesis con il sostegno della Regione Friuli Venezia Giulia, del Comune di Pordenone e della Fondazione Friuli, cui si aggiungono lo special partner Gruppo Servizi Cgn e altri soggetti privati, la rassegna monografica, giunta alla 26.edizione, è in programma a Pordenone dal 7 al 14 marzo 2020, declinata in otto giorni fra conferenze, letture teatrali, musica, mostre, incontri con il protagonista e con personaggi legati al suo mondo.
La vita e le opere di Hisham Matar, diventato famoso con il romanzo “Nessuno al mondo” (Einaudi, 2006), sono indissolubilmente segnate dalla vicenda della scomparsa del padre, oppositore al regime di Gheddafi, nel 1990.
Nato nel 1970 a New York, Matar ha trascorso la sua infanzia prima a Tripoli, quindi al Cairo, costretto poi a trasferirsi a Londra con la famiglia nel 1986. Aveva 19 anni ed era uno studente universitario (a Londra conseguirà la laurea in architettura) già in condizione di esilio, dunque, quando suo padre Jaballa, imprenditore con incarichi diplomatici di alto livello, amico del re Idris deposto da Gheddafi, fu sequestrato nel suo appartamento del Cairo dai servizi segreti egiziani, consegnato alle autorità libiche, rinchiuso nella famigerata prigione di Abu Salim e fatto sparire per sempre. Da quel giorno, infatti, di lui non si è più saputo niente, sono stati mossi i canali diplomatici, si sono susseguiti vari appelli di scrittori e colleghi di Matar per chiederne liberazione, ma invano.
Ventidue anni più tardi, Matar, che non ha mai smesso di cercarlo, approfitta dello sprazzo di speranza aperto dalla rivoluzione del febbraio 2011 per fare finalmente ritorno nella terra della sua infanzia felice. E il libro, straordinario, che ne seguirà è sì un’autobiografia, ma anche un diario, una cronaca giornalistica, un giallo, un lungo poema in prosa e un volume di storia recente sulla Libia. “Quest’uomo che sparisce nel nulla – sottolinea Claudio Cattaruzza – è elemento presente in tutti i libri di Matar, è il dolore per l’assenza, per la privazione di un affetto senza una giustificazione. Un tema che attraversa la sua opera insieme al concetto dell’esilio, il tutto sostenuto da una scrittura asciutta ma straordinariamente poetica”.
A proposito del suo rapporto con la scrittura Matar dichiara che “ogni libro comincia con un gesto, una frase, un’atmosfera, un personaggio, che ti spingono ad andare più a fondo. Credo che ogni libro arrivi con un suo proprio carattere, compiuto. Il mio lavoro sta nell’usare la massima attenzione per coglierlo, mettendo me e i miei desideri da parte. Quando scrivo, voglio essere posseduto dal libro, “esserne scritto”. Quando finisci è un misto di euforia e panico, come essere gettato in strada, senza più scopo. È il paradosso dello scrivere: da una parte sei solo, si investe molto l’ego, dall’altra è un esercizio di umiltà, devi arrenderti al libro”.
UN FESTIVAL STRETTAMENTE CONNESSO ALLA CITTA’, CHE ACCOGLIE IL PROTAGONISTA CON ATTENZIONE DISCRETA E PARTECIPAZIONE VERA. “Dedica – afferma il presidente dell’associazione Thesis Antonino Frusteri – è e rimane l’unico festival letterario ad approfondire per otto giorni l’universo poetico e letterario, oltre agli aspetti socio-politici del paese di provenienza, di un singolo autore, caratteristica che permette allo stesso di stabilire una relazione stretta con il pubblico e con la città che lo ospita. Gioconda Belli, al centro dell’edizione 2019, ha affermato di essersi “appropriata” della città, ringraziando “per la meravigliosa e sorprendente settimana dedicatale” con un appuntamento che ha definito unico al mondo e per la grande partecipazione di pubblico. Parole che sono un omaggio al nostro festival e alla sua capacità di creare attenzione, fornire stimoli, occasioni di confronto con grandi autori e intellettuali della letteratura internazionale. I quali entrano appunto in connessione con una città che li accoglie con attenzione discreta, partecipazione vera, affetto”.
VERSO DEDICA 2020. Il percorso di Dedica 2020 è iniziato pubblicamente qualche giorno fa avendo come interlocutori gli studenti, ai quali il festival riserva da sempre particolare attenzione e impegno. Sono stati loro i primi a scoprire il nuovo protagonista del festival nel corso di un incontro che si è tenuto nel liceo Grigoletti di Pordenone, condotto da Anna Nadotti, traduttrice del libro di Matar “Il ritorno” e del nuovo libro in arrivo a febbraio 2020.
ASPETTANDO DEDICA, DA FEBBRAIO 2020 IL “FESTIVAL NEL FESTIVAL” CON TANTE ANTEPRIME. E’ ormai diventato un piccolo “festival nel festival” il percorso di approfondimento sull’autore che da qualche anno conduce il pubblico all’appuntamento di marzo con la rassegna. Incontri, libri, letture, musica e teatro si intrecciano nella serie di anteprime che dall’11 febbraio 2020, distribuite in regione e nel vicino Veneto, consentiranno di approfondire la conoscenza con l’autore, stimoleranno curiosità e riflessioni, per un approccio più consapevole all’incontro con Hisham Matar.
A NATALE IN LIBRERIA CON DEDICA. Molto apprezzata dal pubblico, e diffusa via via in un numero crescente di librerie, torna anche quest’anno, in occasione delle festività natalizie, l’iniziativa che fino al 6 gennaio 2020 permetterà di acquistare in numerose librerie partner del festival le opere di Hisham Matar con uno sconto del 15%.
A Pordenone: Minerva, Einaudi Giavedoni, Quo Vadis, Centrostudi Europa, Mondolibri Mondadori Point e Al Segno (anche nelle sedi di Cordenons, Portogruaro, Sacile, San Vito al Tagliamento)
A Udine: Il Caffè dei Libri, La Feltrinelli Libri e Musica, Libreria Einaudi, Libreria Friuli, Libreria Martincigh, Libreria Moderna Udinese, Libreria Odòs, Libreria Tarantola.
HISHAM MATAR
nato a New York nel 1970 da genitori libici trascorre la sua infanzia prima a Tripoli e poi al Cairo. Nel 1986 si trasferisce a Londra dove completa gli studi superiori e consegue la laurea in architettura al Goldsmiths College. Nel 2006 pubblica il suo primo romanzo In the country of men (traduzione italiana: Nessuno al mondo, 2006) che ottiene un grande riscontro di pubblico e di critica, viene selezionato per il Man Booker Prize e vince il Commonwealth Award per l’Europa e l’Asia del Sud (2007), il Royal Society of Literature Ondaatje (2007), il Premio Gregor von Rezzori (2007) il Premio Internazionale Flaiano (2007). Nel 2011 esce Anatomy of a Disappearance (traduzione italiana: Anatomia di una scomparsa, 2011) e successivamente, nel 2016, The return. Fathers, sons and the land in between (traduzione italiana: Il ritorno. Padri, figli e la terra fra di loro, 2017) con il quale vince il prestigioso Premio Pulitzer, il PEN/Jean Stein Book Award, il Folio Prize. È autore, assieme all’illustratore Gianluca Buttolo, del libro per ragazzi, Il libro di Dot (2017). I sui lavori sono tradotti in quaranta lingue. Matar collabora con diversi quotidiani e periodici internazionali tra i quali The New York Times, The Times, The Guardian, The Independent, Asharq al-Aswat, Internazionale, The New Yorker. Attualmente vive a Londra e insegna Pratica professionale in letteratura comparata, Culture asiatiche e mediorientali e Inglese presso il Barnard College/Columbia University negli Stati Uniti.
OPERE DELL’AUTORE
Nessuno al mondo
traduzione di Andrea Sirotti
Torino, Einaudi, 2008
Anatomia di una scomparsa
traduzione di Monica Pareschi
Torino, Einaudi, 2013
Il ritorno. Padri, figli e la terra fra di loro
traduzione di Anna Nadotti
Torino, Einaudi, 2017
Il libro di Dot
Illustrazioni di Gianluca Buttolo
traduzione di Anna Nadotti e Gianluca Buttolo
Milano, ReNoir Comics, 2017
I “DEDICATI” DELLE EDIZIONI PRECEDENTI
Giunta alla 26. edizione, la manifestazione ha esordito con protagonisti del teatro di ricerca (nel 1995 il Laboratorio Teatro Settimo, nel 1996 Cesare Lievi, nel 1997 la Compagnia Teatrale I Magazzini)
per poi passare nel 1998 a Moni Ovadia, nel 1999 a Claudio Magris, nel 2000 a Dacia Maraini, nel 2001 ad Antonio Tabucchi, nel 2002 ad Amin Maalouf, nel 2003 a Vassilis Vassilikos, nel 2004 ad Assia Djebar, nel 2005 a Paco Ignacio Taibo II, nel 2006 ad Anita Desai, nel 2007 ad Amos Oz, nel 2008 a Nadine Gordimer, nel 2009 a Paul Auster, nel 2010 a Hans Magnus Enzensberger, nel 2011 a Cees Nooteboom, nel 2102 a Wole Soyinka, nel 2013 a Javier Cercas, nel 2014 a Tahar Ben Jelloun, nel 2015 a Luis Sepúlveda, nel 2016 a Yasmina Khadra, nel 2017 a Björn Larsson, nel 2018 ad Atiq Rahimi, nel 2019 a Gioconda Belli