Vertice Internazionale sulle acque organizzato da CAFC oggi a Udine
Modello FVG presentato all’OMS
Tutti i Big per i nuovi modelli di Water Safety Plan al vertice internazionale a Udine: in campo esponenti OMS, Ministero Ambiente, Istituto Superiore Sanità, tutti gli enti gestori, Regione FVG
La sicurezza dell’acqua potabile è la sfida del futuro. A ribadirlo il vertice internazionale apertosi oggi 28 novembre, a Udine, nella sede Cafc in viale Palmanova. Cafc assieme ai gestori del Sistema Idrico Integrato della Regione ha chiamato a raccolta OMS, Ministero dell’Ambiente, ISS (Istituto Superiore Sanità), Regione FVG e ARPA sul tema: “Dalle linee guida dell’Istituto Superiore di Sanità all’implementazione di nuovi modelli regionali”. I Piani di Sicurezza Acque “costituiscono il modello preventivo più efficace per garantire la buona qualità delle acque fornite e la protezione della salute dei consumatori attraverso misure di controllo integrate, estese a tutta la filiera idrica, secondo gli indirizzi delle linee guida sviluppate dall’Istituto Superiore di Sanità e dal Ministero della Salute sulla base dei principi dell’Organizzazione Mondiale della Sanità; il nostro territorio si candida a diventare un modello virtuoso da esportare a livello nazionale anche per altri gestori di medie e piccole dimensioni come le nostre”, ha dichiarato il Presidente di CAFC Salvatore Benigno che ha aperto il vertice internazionale auspicando “altre collaborazioni tra enti gestori su tematiche importanti come la gestione dei fanghi di depurazione e lo sviluppo di progettualità che aumentino il grado di resilienza delle reti idriche con strategie in grado di garantire il servizio anche in situazioni di stress climatico”. Il nostro territorio si candida a diventare il modello virtuoso da esportare a livello nazionale, essendo stato anticipatore nel creare il tavolo di lavoro congiunto fra i sette gestori idrici, la Direzione Centrale Salute, Politiche Sociali e Disabilità, ARPA FVG e l’Autorità unica per i servizi idrici e i rifiuti (AUSIR) con l’obiettivo di dare il via al primo Piano di Sicurezza Acque che è stato adottato l’anno scorso. Entro il 2025 come stabilito dal decreto del 14 giugno 2017 del Ministero della Salute che ha recepito la direttiva europea 1787 del 2015, tutto il Paese dovrà dotarsi di questo strumento a tutela del bene-acqua e della collettività.
Sulla qualità dell’acqua del Friuli è intervenuto il Sindaco di Udine Pietro Fontanini: “Abbiamo una qualità dell’acqua molto buona, inoltre la presenza di più gestori rappresenta una vera ricchezza”. Il sindaco ha formulato un appello: “Rinunciate alle acque minerali, bevete le acque dei nostri acquedotti che sono di ottima qualità!”. Le normative europee impongono di compiere scelte sempre più impegnative e di dare sempre maggiori certezze agli utenti finali, ha proseguito il sindaco elogiando l’attività degli enti gestori. La necessità e l’urgenza di proteggere l’acqua come “presidio di salute pubblica” sono state le parole d’ordine espresse da Luca Lucentini, Direttore Reparto Acque e salute dell’Istituto Superiore di Sanità (ISS) che ha portato anche il saluto del Presidente ISS Silvio Brusaferro: “Il Friuli offre un esempio di efficienza che potrebbe essere esportato anche a livello internazionale, per questo oggi lo proponiamo ai rappresentanti dell’OMS; il progetto del nuovo modello regionale del FVG costituisce la prima fase di un metodo fondato su tavolo di lavoro congiunto fra ISS, OMS, Ministero Salute, Direzione centrale salute, Arpa, Autorità unica e tutte le Istituzioni. Il nostro Paese ha rinnovato l’approccio culturale con l’adozione di un sistema partecipato”, del resto la road map regionale per la sicurezza nella fornitura d’acqua simboleggia un esempio di good practice.
Di responsabilità e tutela ha parlato il Presidente della Regione FVG Massimiliano Fedriga: “Abbiamo un’enorme responsabilità essendo il nostro territorio ricco d’acqua, soprattutto in relazione alle conseguenze di eventi atmosferici e meteorologici che investono ogni anno drammaticamente, come vediamo, il nostro territorio, eventi che possono danneggiare la qualità dell’acqua”. Il Presidente Fedriga ha messo al centro del suo intervento il principio di responsabilità: “Il nostro territorio presenta una ricchezza tale da dover essere tutelata per mantenerla negli anni e consegnarla integra alle generazioni future”. E’ una questione di diritto fondamentale, ha ribadito Fedriga: “L”impegno che ci stanno mettendo le Istituzioni deve trovare ancora maggiore vigore. Ringrazio gli enti gestori del Fvg che hanno mostrato come si possano raggiungere risultati decisivi facendo squadra; si tratta di mantenere il valore aggiunto del piccolo o medio acquedotto integrando perà con le potenzialità derivanti da una gestione unitaria”. Fedriga ha ricordato anche l’approvazione della mozione in Consiglio regionale a vantaggio degli enti gestori per l’efficientamento delle reti e il contenimento dei tassi di perdita idrica, oltre all’approvazione del Piano regionale per la tutela delle acque.
Su acqua potabile e igiene pubblica è stata incentrata la lectio magistralis di Fabio Barbone Direttore Scientifico del Burlo Garofalo di Trieste, a seguire gli interventi dei rappresentanti dell’OMS Oliver Schmoll e John Fawell; dal Ministero della Salute Pasqualino Rossi ha inquadrato lo scenario normativo europeo e nazionale. Nel pomeriggio, dopo gli interventi sulle azioni proprie della Conferenza Stato-Regioni e dell’Arpa, focus sulle analisi applicative da parte di tutti gli enti gestori: Cafc, AcegasApsAmga, Acquedotto del Carso, HydroGEA, Acquedotto Poiana, Irisacqua, LTA.
La seconda giornata del vertice, venerdì 29 novembre, è focalizzata sul confronto fra i vari Piani di sicurezza acque per armonizzare le pratiche a livello regionale.